giovedì 7 febbraio 2019

DARE IL MEGLIO DI SE'. UN IMPEGNO PER CIASCUNO E PER TUTTI

Lo sport «luogo di incontro», «veicolo di formazione», ed anche «mezzo di missione e santificazione». Lo ha detto e scritto papa Francesco nel Messaggio che ha inviato al cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, in occasione della pubblicazione del nuovo documento del Dicastero – il primo testo organico della Chiesa sullo sport – “Dare il meglio di sé. Sulla prospettiva cristiana dello sport e della persona umana”
Nell’incipit le parole di Papa Francesco pronunciate  nel corso del 70° anniversario dalla fondazione del CSI “Vi invito a mettervi in gioco nella vita come nello sport…Mettervi in gioco con gli altri e con Dio….Non accontentarsi di un pareggio mediocre, dare il meglio di sé stessi, spendendo la vita per ciò che davvero vale e che dura per sempre”. Nella prefazione il messaggio pontificio, «in una cultura dominata dall’individualismo e dallo scarto delle giovani generazioni e di quella degli anziani, lo sport è un ambito privilegiato intorno al quale le persone si incontrano senza distinzioni di razza, sesso, religione o ideologia». «Sappiamo – raccomanda il Pontefice – come le nuove generazioni guardano e si ispirano agli sportivi! Perciò è necessaria la partecipazione di tutti gli sportivi, di qualsiasi età e livello, perché quanti fanno parte del mondo dello sport siano un esempio di virtù come la generosità, l’umiltà, il sacrificio, la costanza e l’allegria». «Dare il meglio di sé nello sport – afferma allora il vescovo di Roma – è anche una chiamata ad aspirare alla santità». Così «occorre approfondire la stretta relazione che esiste tra lo sport e la vita, che possano illuminarsi a vicenda, affinché lo sforzo di superarsi in una disciplina atletica serva anche da stimolo per migliorare sempre come persona in tutti gli aspetti della vita». E «tale ricerca ci mette sulla strada che, con l’aiuto della grazia di Dio, ci può condurre a quella pienezza di vita che noi chiamiamo santità». Lo sport quindi è «una ricchissima fonte di valori e virtù che ci aiutano a migliorare come persone».
Nelle 56 pagine del documento, editato dal Dicasterium pro Laicis Familia et Vita, sono cinque i capitoli.
Il primo è sulle motivazioni dell’interesse della Chiesa verso lo sport e della necessità di pastorale sportiva, ricordando che questo rapporto poggia su «tre pilastri»: lo «sforzo fisico necessario perché l’atleta possa esprimersi», le «qualità morali che devono supportare il suo impegno», il «desiderio di pace, fratellanza e solidarietà che lo sport deve aiutare a diffondere». Il secondo poi riguarda il fenomeno sportivo, nei suoi contesti e forme nella società attuale, mentre il terzo approfondisce il tema di uno sport per la persona, per l’essere umano con l’esaltazione di «sentimenti che fanno parte del Dna sportivo e che spesso vengono dimenticati», quali «lo spirito di sacrificio, il senso di responsabilità, il rispetto delle regole, la capacità di lavorare in squadra, la gioia, il coraggio, la solidarietà, l’armonia». Il quarto capitolo è poi dedicato alle sfide alla luce del Vangelo, alla promozione di valori autentici, che possano contrastare «i molti pericoli che lo sport moderno si trova spesso ad affrontare, come il doping, la corruzione e il tifo violento» e le critiche alle devianze. Il quinto ed ultimo capitolo infine è dedicato «al ruolo chiave della Chiesa come protagonista in questo percorso di umanizzazione attraverso lo sport». Casa, famiglia, scuola, palestra, parrocchia: «i luoghi in cui si esprime una pastorale dello sport che vuole sviluppare in ciascun soggetto, praticante o spettatore, quel corredo di buone qualità e virtù che caratterizzano un bravo sportivo, un bravo cittadino e un bravo cristiano». Infine la cura degli operatori pastorali dello sport e gli elementi fondamentali per un progetto pastorale.


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