Perché avvertiamo il bisogno di risorgere.
Il grande rito del Passaggio
di Luigi Sanlorenzo0
“Per quanto gli uomini,
ammucchiati in uno stretto spazio a centinaia di migliaia, cercassero di
isterilire quella terra sulla quale si stringevano; per quanto coprissero
quella terra di pietre affinché nulla più ci crescesse; per quanto estirpassero
ogni stelo di erba che vi germogliava; per quanto appestassero l’aria col
carbon fossile ed il petrolio; per quanto tagliassero le piante e cacciassero
tutti gli animali e tutti gli uccelli; pur tuttavia la primavera era la primavera,
anche in città. Il sole riscaldava, l’erba spuntava, cresceva e
verdeggiava dovunque non la strappavano, e non solo sulle zolle dei giardini
pubblici, ma anche fra i ciottoli delle vie; e le betulle, i pioppi, i viscioli
allargavano i loro rami e le loro foglie odorose, ed i tigli gonfiavano le loro
gemme pronte a sbocciare; i corvi, i passeri ed i colombi preparavano
allegramente i loro nidi, e le mosche ronzavano vicino ai muri delle case,
riscaldati dal sole. Ed erano allegri gli uccelli, gl’insetti, e le piante, ed
i bimbi.
Ma gli uomini – gli uomini adulti – non cessavano dall’ingannare e dal
tormentare se stessi e gli altri. Gli uomini consideravano per savia ed
importante non quella mattinata primaverile, non quella bellezza del mondo di Dio,
data per il bene di tutti gli esseri, quella bellezza che predisponeva alla
pace, all’accordo, all’amore; ma invece solo sacro ed importante ciò che essi
stessi avevano inventato per dominare gli uni sugli altri ”. Così Lev Nikolàevič Tolstoj nel celebre incipit
di Resurrezione, ….
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