L’evoluzione nella natura non contrasta
con la nozione di Creazione
Discorso del Papa alla Pontificia
Accademia delle Scienze
27 ottobre 2014
“ ,,,,, State affrontando il tema
altamente complesso dell’evoluzione del concetto di natura. Non entrerò
affatto, lo capite bene, nella complessità scientifica di questa importante e
decisiva questione. Voglio solo sottolineare che Dio e Cristo camminano con noi
e sono presenti anche nella natura, come ha affermato l’apostolo Paolo nel
discorso all’Areopago: «In Dio infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At
17,28). Quando leggiamo nella Genesi il racconto della Creazione rischiamo di
immaginare che Dio sia stato un mago, con tanto di bacchetta magica in grado di
fare tutte le cose. Ma non è così.
Egli ha creato gli esseri e li ha lasciati sviluppare secondo le
leggi interne che Lui ha dato ad ognuno, perché si sviluppassero, perché
arrivassero alla propria pienezza. Egli ha dato l’autonomia agli esseri
dell’universo al tempo stesso in cui ha assicurato loro la sua presenza
continua, dando l’essere ad ogni realtà. E così la creazione è andata avanti
per secoli e secoli, millenni e millenni finché è diventata quella che
conosciamo oggi, proprio perché Dio non è un demiurgo o un mago, ma il Creatore
che dà l’essere a tutti gli enti.
L’inizio del mondo non è opera del caos che deve a un altro la sua
origine, ma deriva direttamente da un Principio supremo che crea per amore. Il
Big-Bang, che oggi si pone all’origine del mondo, non contraddice l’intervento
creatore divino ma lo esige. L’evoluzione nella natura non contrasta con la
nozione di Creazione, perché l’evoluzione presuppone la creazione degli esseri
che si evolvono.
Per quanto riguarda l’uomo, invece, vi è un cambiamento e una novità.
Quando, al sesto giorno del racconto della Genesi, arriva la creazione
dell’uomo, Dio dà all’essere umano un’altra autonomia, un’autonomia diversa da
quella della natura, che è la libertà. E dice all’uomo di dare il nome a tutte
le cose e di andare avanti nel corso della storia. Lo rende responsabile della
creazione, anche perché domini il Creato, perché lo sviluppi e così fino alla
fine dei tempi.
Quindi allo scienziato, e soprattutto allo scienziato cristiano,
corrisponde l’atteggiamento di interrogarsi sull’avvenire dell’umanità e della
terra, e, da essere libero e responsabile, di concorrere a prepararlo, a
preservarlo, a eliminarne i rischi dell’ambiente sia naturale che umano. Ma,
allo stesso tempo, lo scienziato dev’essere mosso dalla fiducia che la natura nasconda,
nei suoi meccanismi evolutivi, delle potenzialità che spetta all’intelligenza e
alla libertà scoprire e attuare per arrivare allo sviluppo che è nel disegno
del Creatore.
Allora, per quanto limitata, l’azione dell’uomo partecipa della potenza
di Dio ed è in grado di costruire un mondo adatto alla sua duplice vita
corporea e spirituale; costruire un mondo umano per tutti gli esseri umani e
non per un gruppo o una classe di privilegiati. Questa speranza e fiducia in
Dio, Autore della natura, e nella capacità dello spirito umano sono in grado di
dare al ricercatore un’energia nuova e una serenità profonda. Ma è anche vero
che l’azione dell’uomo, quando la sua libertà diventa autonomia – che non è
libertà, ma autonomia – distrugge il creato e l’uomo prende il posto del
Creatore. E questo è il grave peccato contro Dio Creatore…. “
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