Ancora una volta dagli Stati Uniti d’America ci giungono le immagini
di bambini dagli occhietti terrorizzati e di adulti piangenti e disperati.
L’eccidio consumatosi nella pacifica cittadina del Connecticut ha prodotto solo
disperazione e sangue.Non è la prima volta che si verificano simili carneficine oltreoceano. Avvenne nelle
Columbine, nel 1999, quando due adolescenti ammazzarono 12 loro compagni di
classe e un insegnante. Nell’aprile scorso in California un ex studente entrò
in un’aula della Oykos University e uccise sei colleghi. In luglio, sempre di
quest’anno, un ventiquattrenne, alla prima di un film di Batman, fece fuori in
un cinema del Colorado ben dodici persone, ferendone altre cinquanta.
La strage di Oslo in Norvegia non fu da meno qualche anno fa.
Ora, però, nella cittadina di Newtown, si contano dodici bambine e
otto maschietti della locale scuola primaria assassinati insieme alla dirigente
del plesso e a due altre maestre.
A Scampia, qualche settimana fa, a morire ammazzato fu soltanto un
pesce piccolo della malavita locale ma l’esecuzione si concretizzò nel cortile
della scuola dell’infanzia a pochi metri di distanza dall’aula che ospitava
un’allegra e fiorente comunità di bambini.
Anche gli episodi della cronaca locale non vanno analizzati con i ‘ se
’ e con i ‘ma’. Resto convinto, però, che quegli stessi killer non avrebbero
indugiato a sparare anche nel mucchio dei bambini se il disperato tentativo di
fuga della vittima designata avesse avuto come meta da considerare zona franca
lo stesso contesto educativo ove i piccoli svolgevano le attività didattiche
prenatalizie.
A Napoli la crudeltà spietata di
quanti sono coinvolti in lotte tra famiglie e gruppi rivali. Nel
Connecticut ad azionare le armi è stata la follia di un ventiquattrenne che,
secondo Vittorino Andreoli, esperto del settore e sostenitore della
compatibilità della normalità con gli omicidi più efferati, matto proprio non
sarebbe stato a conferma dell’assunto che la follia più estrema partirebbe da una mente normale.
L’evento,purtroppo gravissimo, si è consumato ed ora si è costretti a
prenderne atto. L’America ricomincerà a discutere sul problema delle armi che
si vendono liberamente nei supermercati mentre i congiunti delle vittime continueranno
a piangere i loro cari. Una strage degli innocenti a conferma che anche il
matto razionale trova comodo scaricare la sua furia omicida su teneri bambini
della scuola elementare e su tre donne
che non hanno indugiato un attimo nell’andargli incontro nel tentativo disperato
di fermare la sua violenza omicida.
E’ anche e, soprattutto, a Dawn Lafferty Hochsprung, l’insegnante
responsabile della scuola, alla sua giovane collega ventisettenne Vicki Soto,
uccisa perché ha fatto da scudo ai suoi scolari, e a Mary Sherlach, la docente
psicologa, le tre eroine della tragedia americana, che va il pensiero di
quanti, in ogni angolo del pianeta, all’infanzia dedicano la loro vita
professionale, continuando ad augurarsi che, nonostante questa ennesima carneficina di
minori, l’umanità tutta continui ad offrire, col sorriso e con l’immancabile
tenerezza, a chi si affaccia al mondo la
prospettiva di un’autentica speranza.
Ambrogio Ietto
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