“Nelle elezioni trionfa danaro, il favore, l‟imbroglio; ma non accettare tali mezzi è considerato come ingenuità imperdonabile… Tutto cade. Ogni ideale svanisce. I partiti non esistono più, ma soltanto gruppetti e clientele. Dal parlamento il triste spettacolo si ripercuote nel paese. Ogni partito è scisso. Le grandi forze cedono di fronte a uno spappolamento e disgregamento morale di tutti i centri d‟unione.”
Di quale Italia si parla? Di quella di oggi? In realtà si tratta di un testo di Giuseppe Prezzolini di cento anni fa, alla vigilia del cinquantenario dell‟Unità del 1911. Allora, la monarchia e il governo di Giolitti investirono molto sul “giubileo della patria”, culmine del processo di costruzione nazionale del Risorgimento. Ma anche allora, come si è visto, il paese e la politica sembravano in acque torbide secondo un illustre osservatore, come Prezzolini.......
Così il prof. Andrea Riccardi nella relazione introduttiva al X Forum del Progetto Culturale della CEI sui 150 anni dell'unità d'Italia svoltosi nei giorni scorsi a Roma.
Leggi l'intervento: IDENTITA' E MISSIONE
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