L’allarme del pedagogista: “Genitori iperprotettivi crescono una generazione ansiosa”
Di redazione
“Gli adolescenti di oggi?
I più fragili degli ultimi 60 anni”. Non usa mezzi termini il pedagogista
Alberto Pellai, intervenuto ai microfoni di La Nuova Provincia, per descrivere
la condizione emotiva dei giovani.
La causa principale?
Un “allenamento alla vita” sempre più spostato dal reale al virtuale.
L’uso precoce e pervasivo di dispositivi elettronici, spiega Pellai,
ha sottratto ai ragazzi quelle esperienze fondamentali di gioco tra pari,
di confronto diretto con le sfide quotidiane, che un tempo avvenivano “in
cortile” e che erano cruciali per lo sviluppo di competenze emotive, cognitive
e socio-relazionali.
Genitori “iperprotettivi”
e la generazione dell’ansia
Il paradosso, sottolinea
l’esperto, è che gli adulti, pur desiderando figli “vincenti”, li hanno
resi incapaci di affrontare le difficoltà. L’iperprotezione genitoriale,
l’intervento immediato al primo segno di fragilità, ha privato i ragazzi della
possibilità di sperimentare, di “giocarsi le loro battaglie”, di apprendere
dalle cadute. Il risultato è una generazione ansiosa, che guarda al futuro
con timore, percependo più rischi che opportunità.
“Fare squadra” per
un’educazione efficace
“Quando gli adolescenti
guardano al futuro, invece che immaginare opportunità vedono rischi e pericoli”,
afferma Pellai. Per invertire la rotta, il pedagogista lancia un appello ai
genitori: riscoprire l’alleanza con le altre agenzie educative, in primis
la scuola, e “fare squadra” con altre famiglie. Solo una comunità
educante coesa, che accoglie e sostiene, può restituire ai giovani la
fiducia in se stessi e la capacità di affrontare le sfide della vita.
La “generazione ansiosa”
allo specchio: un libro per capire e agire
Il nuovo libro di
Jonathan Haidt, La generazione ansiosa, non è una semplice
analisi del disagio giovanile, ma un invito all’azione. Come uno
specchio, riflette la realtà di una generazione alle prese con livelli di
ansia senza precedenti, offrendo al contempo gli strumenti per cambiare il
proprio destino. Haidt, forte della sua esperienza di psicologo sociale e
autore di bestseller, unisce ricerca accademica e stile divulgativo per svelare
il “grande riprogrammamento” che sta plasmando l’infanzia e l’adolescenza di
oggi. Lungi dall’essere osservatori passivi, i lettori diventano partecipanti
attivi, parte del problema e, soprattutto, della soluzione.
Un’analisi a 360°
dell’ansia giovanile
I dati presentati sono
allarmanti: tra il 2012 e il 2018, il tasso di adolescenti con disturbi d’ansia
è cresciuto significativamente, con un impatto ancora maggiore su ragazze e
gruppi stigmatizzati. L’autore non si limita a fotografare la situazione,
ma esplora le radici del problema, analizzando le dinamiche sociali,
tecnologiche e culturali che alimentano la pressione su una generazione già
gravata da elevate aspettative. Il libro sottolinea anche le conseguenze a
lungo termine dell’ansia non trattata in adolescenza, come l’aumento del
rischio di dipendenze e depressione in età adulta.
Social media,
iperprotezione e il ruolo delle Big Tech
L’autore non risparmia
critiche alle grandi aziende tecnologiche, accusate di insabbiare i rischi
psicologici dei loro prodotti, paragonando le loro strategie a quelle
dell’industria del tabacco. Con un approccio rigoroso, supportato da una solida
base scientifica, il libro invita a una riflessione profonda sul presente e a
un’azione concreta per tutelare il futuro dei giovani.
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