L'arte,
difficilissima ma necessaria, del perdono
Tra le tante cose
difficili che dobbiamo affrontare nella vita, ce n’è una che batte tutte le
altre: perdonare.
Soprattutto quando
subiamo un torto gratuito da chi abbiamo cercato di aiutare senza secondi fini.
Di sicuro molti di noi potrebbero raccontare una storia di fiducia tradita, di
amicizie compromesse, di invidie sfociate in aperta ostilità.
Si può tornare indietro,
naturalmente, si possono mettere insieme i cocci di un rapporto frantumato ma
questo comporta spesso essere disponibili a fare il primo passo verso l’altro,
anche se in cuor nostro pensiamo di essere nel giusto.
Però perdonare è necessario, anche per noi
stessi, per evitare di avvelenarci il cuore e contribuire a frantumare la
comunità. Inutile dire che il modello è la misericordia divina, inarrivabile
eppure l’esempio cui ispirarsi, nel segno dell’amore vero che, come scrive san
Paolo, «tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta».
«Padre, niente è difficile come offrire il vero perdono,
soprattutto a chi ci è vicino e ci ha davvero fatto soffrire.
Com'è difficile questo perdono!
Tante scuse girano nelle nostre teste:
Spetta a me fare il primo passo?
Ne vale la pena?
No, ora non posso
forse domani…
Ci costa perdonare, ma come mai?
Padre, sappiamo che la riconciliazione ed il perdono possono venire solo da te.
Donaci dunque la grazia del perdono, la forza di riconciliarci con chi è sotto
il nostro tetto
e con chi è lontano: lo sposo che se n’è andato o il figlio che ha tagliato i
ponti.
Facci amare anche i nostri nemici.
Non lasciare che il sole tramonti con rancore e rabbia nei nostri cuori.
Facci la grazia di saper compiere il primo passo e saremo come te».
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