Il Papa al Meeting: condivisione e vicinanza, questo il compito dei cristiani
Messaggio di Francesco a
firma del Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin per l’apertura della
43.ma edizione della kermesse di Comunione e Liberazione, il 20 agosto, dal
titolo “Una passione per l’uomo." Il testo racchiude un appello alla comunità
cristiana ad alimentare l’amicizia sociale non "dando lezioni dal
balcone", ma "scendendo in strada sostenuti da una speranza
affidabile”
Eccola la parola chiave,
il tema, ”la Passione per l’uomo”, che anche il Papa pone al centro
della riflessione firmata dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e
indirizzata al vescovo di Rimini monsignor Francesco Lambiasi, e che si
trasforma in un appello ai cristiani di oggi: nel clima del "tutti contro
tutti" riscoprire la via dell' "l'attenzione d'amore" agli
altri, della vicinanza, della ricerca del bene, quale condizione per essere
pienamente noi stessi e portare frutti". "L'incontro con l'altro è
essenziale".
A volte - si legge nel
testo - sembra che la storia abbia voltato le spalle a questo sguardo di Cristo
sull’uomo e Papa Francesco lo ha sottolineato più volte. “La fragilità dei
tempi in cui viviamo” è anche “credere che non esista possibilità di riscatto,
una mano che ti rialza, un abbraccio che ti salva, ti perdona, ti risolleva” ed
è “anche l’aspetto più penoso dell’esperienza di tanti che hanno vissuto la
solitudine durante la pandemia o che hanno dovuto abbandonare tutto per
sfuggire alla violenza della guerra”.
Come il buon samaritano, come Cristo: amare
ciascuno
Ecco allora che la
parabola del buon samaritano è oggi più che mai una parola-chiave, in profonda
assonanza con il tema del Meeting, perché da una parte mostra il bisogno che
c'è in ogni uomo della "misericordia di Dio e della sua delicatezza",
dall'altra incarna la “passione incondizionata per ogni fratello e sorella che si
incontra lungo il cammino”, che non è
“solo generosità” ma – nella descrizione di Papa Francesco – è
“riconoscere Cristo stesso in ogni fratello abbandonato o escluso”. Chi crede è
chiamato ad avere lo stesso sguardo, la stessa passione di Cristo, che ha amato
ciascuno senza nessuna esclusione: un “amore gratuito, senza misura e senza
calcoli.” Ma – ci chiediamo – “tutto ciò non potrebbe apparire una pia
intenzione, rispetto a quanto vediamo accadere oggi?”.
La strada della fraternità non è disegnata sulle
nuvole
Come è possibile guardare
a chi ci sta accanto come un bene da rispettare, in un mondo che oggi mette
“tutti contro tutti” e dove a prevalere sono “gli egoismi e gli interessi di
parte”, con la pandemia e la guerra che ci hanno portato indietro rispetto al
progetto di una umanità solidale? Tenendo presente che – si legge nel messaggio
– “la strada della fraternità non è disegnata sulle nuvole, ma attraversa i
tanti deserti spirituali presenti nelle nostre società” e che proprio nel
deserto – come diceva Benedetto XVI – “si riscopre il valore di ciò che è
essenziale per vivere, Francesco indica la via: “Il nostro impegno - si legge nel Messaggio - non consiste esclusivamente in azioni o in
programmi di promozione e assistenza” “ non un eccesso di attivismo, ma prima
di tutto un’attenzione rivolta all’altro considerandolo come un’unica cosa con
sé stessi. Questa attenzione d’amore è l’inizio di una vera preoccupazione per
la sua persona" e del desiderio di cercare il suo bene. "Recuperare questa consapevolezza è
decisivo". È l’altro dunque, l’incontro con l’altro, - ancora una volta
nelle parole di Papa Francesco - “la condizione per diventare pienamente noi
stessi e portare frutto”
L'amicizia sociale, frutto del donarsi agli altri
Donarsi agli altri
costruisce quell’"amicizia sociale" che il Papa raccomanda nel suo
messaggio: è fraternità aperta a tutti, è “abbraccio che abbatte i muri e va
incontro all’altro nella consapevolezza di quanto vale ogni singola concreta
persona, in qualunque situazione si trovi. Un amore all’altro per quello che è:
creatura di Dio, fatta a sua immagine e somiglianza, dunque dotata di una
dignità intangibile, di cui nessuno può disporre o, peggio, abusare”.
È questa amicizia sociale
che, come credenti, siamo invitati ad alimentare con la nostra testimonianza:
ed è questa amicizia sociale che il Papa invita i partecipanti al Meeting a
promuovere. Accorciare le distanze, abbassarsi a toccare la carne sofferente di
Cristo nel popolo. “Quanto bisogno hanno gli uomini e le donne del nostro tempo
di incontrare persone che non impartiscano lezioni dal balcone, ma scendano in
strada per condividere la fatica quotidiana del vivere, sostenute da una
speranza affidabile!”. Questo è il compito storico dei cristiani: al Meeting
Francesco chiede di cogliere questo appello "continuando a collaborare con
la Chiesa universale sulla strada dell’amicizia fra i popoli, dilatando nel
mondo la passione per l’uomo".
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