La proposta degli scalabriniani “Attraverso” :
superare i confini dell’indifferenza
Promuovere
l’incontro fra culture e aiutare i giovani a mettersi in discussione: questi
gli obiettivi dell’iniziativa promossa dall'Agenzia Scalabriniana per la
Cooperazione allo Sviluppo, che dagli anni ’90 organizza campi estivi per i
ragazzi
Cos’è
“Attraverso” e quali sono gli obiettivi di questa iniziativa per giovani e
migranti?
“Attraverso”
è un insieme di proposte estive per sensibilizzare le nuove generazioni,
mettendole in contatto con alcune realtà migratorie italiane: quelle dei
confini, quelle dei lavoratori stagionali migranti e quelle di contesti più
interculturali. Un modo per imparare a stare in questo mondo insieme a tante
culture.
In questo
contesto, cosa significa mettere al centro i più vulnerabili?
Significa
mettersi accanto, provare a indossare le scarpe dell'altro e, ascoltando i
bisogni e anche le potenzialità delle persona migrante, provare a incidere
positivamente sulla sua vita. Migliorando la vita delle persone vulnerabili,
miglioriamo anche la nostra, diventiamo dei cittadini più attivi e consapevoli
nei nostri contesti di appartenenza.
L'incontro
con l'altro è un'occasione di crescita ma non solo per l'assistito, anche per
colui che si mette a disposizione. I ragazzi che partecipano ai campi estivi
come vivono questa esperienza e quali sono le principali lezioni o i valori che
imparano o consolidano?
Lacciarsi
graffiare
Per noi,
incontrare l'altro significa “lasciarsi graffiare” dalla sua storia. Questo ha
un grande peso nelle proposte “Attraverso” perché genera un cambiamento in
tutte e due le persone; la persona migrante non è semplicemente il destinatario
del servizio, ma è fondamentale al cambiamento. I percorsi stimolano la
sensibilità e l’attenzione alle realtà migratorie, a partire dall’ascolto
dell’altro.
Il tema
della migrazione è un argomento abbastanza complesso, che ci offre una
riflessione sul tempo che stiamo vivendo; nella frenesia della vita quotidiana,
bisognerebbe cercare di mettere di nuovo al centro l'importanza di fermarsi,
vivere il momento e riconoscere l'altro come un dono...
Le persone
si spostano quando sono spinte da fenomeni naturali o disastri, oppure attratti
da un sogno o dal desiderio di un futuro migliore. In queste due dinamiche ci
siamo tutti noi: tutta l'umanità è coinvolta nella contemporaneità delle
migrazioni. I miei bisnonni sono stati migranti dal Veneto e dal Trentino verso
il Brasile, Paese dove sono nato. La migrazione è uno dei grandi temi della
contemporaneità. Comprendere le migrazioni e i motivi sottostanti che portano
le persone ad abbandonare il proprio Paese, ci permette di cogliere in quale
direzione stia andando il mondo e, soprattutto, come vogliamo cambiarlo in
meglio. Un mondo dove ci siano meno muri e sempre più ponti.
Naufragio
della civiltà
Papa
Francesco ha più volte parlato di “naufragio della civiltà“che non riguarda
solo i migranti, ma anche tutti noi. Tra le proposte suggerite dal Pontefice
c’è quello di comportarci con umanità e fraternità...
Questi due
valori sono il filo conduttore della proposta “Attraverso”: cercare delle
scintille di umanità in contesti de-umanizzati e de-umanizzanti e diventare
tessitori di fraternità. Il “naufragio della civiltà” succede non solo nel
Mediterraneo o lungo i confini, ma anche nella vita di ogni giorno, quando
siamo indifferenti o pensiamo al nostro benessere. I richiami di Papa Francesco
nella “Fratelli tutti” e nella “Laudato si'” sono per noi parole che vibrano
forte in tutti i nostri campi estivi, perché vogliamo tessere questo mondo con
i fili della fraternità e con i fili dell'umanità. È necessario farsi compagni
di viaggio delle persone.
Qual è
l'aspetto che vi sta più a cuore?
Teniamo
molto al ritorno dei giovani nei contesti di appartenenza, quando i giovani
diventano cittadini attivi sia all’interno della società che della Chiesa di
origine. In questo senso, la proposta di Ascs è accattivante per i giovani che
intendono vivere questo momento di formazione e condivisione.
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