dall’autonomia
differenziata»
I sindacati della scuola ribadiscono la contrarietà a un sistema d’istruzione organizzato su base regionale
Assolutamente da evitare, ricorda Barbacci, la
creazione di «inaccettabili disomogeneità » sul versante della «disciplina del
rapporto di lavoro» del personale scolastico. «Crediamo che ordinamenti,
organizzazione del servizio, modalità di reclutamento del personale,
trattamento economico e normativo non possano essere differenziati a livello
regionale, ma debbano iscriversi in uno stesso quadro di riferimento definito a
livello nazionale», aggiunge Barbacci. Che esprime preoccupazione anche per
quanto riguarda la stessa autonomia delle istituzioni scolastiche, che potrebbe
essere «compressa» dalla riforma targata Calderoli.
«L’effetto
– ribadisce la segreteria generale della Cisl Scuola – sarebbe quello di un
centralismo ancor più marcato, per le istituzioni scolastiche, di quello
ipotizzabile in un sistema governato a livello nazionale , con grave rischio di
condizionamento per la stessa libertà di insegnamento». Anche secondo la
segretaria generale della Flc-Cgil, Gianna Fracassi, la riforma dell’autonomia
differenziata «potrebbe radicalmente mutare il quadro, in peggio, della scuola
italiana e quindi del nostro Paese».
«Vogliamo
sottolineare – prosegue Fracassi – che esiste un tema che chiama direttamente
in causa la missione principale della scuola ovvero la costruzione della
cittadinanza, la condivisione di valori e il senso di appartenenza, che fondano
la convivenza democratica. Questo ruolo del sistema di istruzione statale
sarebbe inevitabilmente pregiudicato da una scelta regionalistica e
territorialistica. Per queste molteplici ragioni crediamo che tutto ciò vada
scongiurato». Il segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile,
ricorda le «oltre centoventimila firme» e la «lunga mobilitazione» contro il
ddl Calderoli, ribadendo che «l’introduzione di diversi sistemi regionali di
istruzione potrebbe rendere impraticabile la mobilità su tutto il territorio
nazionale, parcellizzando il reclutamento del personale e permettendo
l’ingerenza delle autorità regionali negli obiettivi della scuola».
Preoccupazione,
infine, è espressa anche dal coordinatore nazionale della Gilda Unams, Rino Di
Meglio: «Questa riforma – dice – rappresenta una forte minaccia per la
disgregazione del sistema nazionale e un pericolo per la scuola italiana».
Mentre la segretaria generale dello Snals, Elvira Serafini, ribadisce che «con
l’autonomia differenziata si creerebbero i presupposti per una disuguaglianza
di diritti che inciderebbe inevitabilmente sulla qualità del servizio
educativo».
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