Alcuni dati
del rapporto Meter 2022
Diminuiscono le
foto – da quasi tre milioni e mezzo a circa due milioni – e i video – da poco
più di un milione a 900 mila – anche se questa diminuzione non corrisponde ad
una minore circolazione del materiale in rete. Le segnalazioni alle polizie di
tutto il mondo riguardano server che in 12.771 casi su 15.660 si trovano in
America, mentre sono 1.299 i link in Europa, secondo il database di Meter.
Quasi 50 mila i link nel cosiddetto “dark web”. Quello che è necessario, spiega
il presidente di Meter onlus, don Fortunato Di Noto, è una maggiore
collaborazione internazionale, soprattutto per riuscire a superare le
resistenze delle aziende che ospitano i server nel fornire i dati di chi
usufruisce, scambia e lucra su questo materiale.
Don Di Noto,
che cosa emerge dal rapporto Meter di quest'anno?
Il fenomeno
della pedofilia e della pedopornografia, ahimè, resta sempre un fenomeno
sottaciuto e ci sono numeri inquantificabili perché oltre ad aumentare i link
segnalati alle varie polizie, non soltanto quelle italiane ma anche quelle
estere, non dobbiamo dimenticare che il fenomeno si è spostato nelle cosidette
“cartelle compresse”, dove i pedopornografi non solo trafficano il materiale,
ma soprattutto lucrano su questo materiale. Questa è la prima cosa che emerge
dal monitoraggio della rete. I numeri sono veramente inquantificabili, tra
milioni e milioni di foto e di video. C'è l'aumento della presenza delle donne
che abusano dei bambini e c'è la presenza anche dell'utilizzo, è brutto dirlo,
degli animali. Oltre a questo, i social network ancora oggi sono terra fertile
per quanto riguarda la realtà dell'adescamento dei bambini. L'età si abbassa
sempre di più, ma oltre a questo c'è la questione impellente della necessità di
una particolare regolamentazione globale per quanto riguarda l'accesso ai dati
da parte delle forze di polizia, perché i server provider si arrogano l'idea
che prevalga più la privacy che la tutela stessa dei bambini. È un impegno che
deve continuare costantemente da parte di tutti, non soltanto da realtà
associative come Meter.
Che cosa
sono le cartelle compresse e come si diffondono?
Le cartelle
comprese sono i cosiddetti file “rar”, cioè sono delle cartelle in cui sono
contenute le immagini e i video e che vengono allocate in server provider e
quindi anche in piattaforme per lo scambio, per la vendita, e per la eventuale
possibile detenzione nella rete. Sono fenomeni che cambiano e mutano anno dopo
anno e credo che questo sia fondamentale stabilirlo. La pedopornografia
criminale ha questa capacità di adattarsi e di utilizzare le tecnologie a
proprio vantaggio.
Abbiamo
parlato di server. C’è una possibilità di rintracciarli? Dove sono dislocati?
Noi abbiamo
monitorato lo scorso anno 34 Paesi. Quando c'è la collaborazione dei server
provider automaticamente c'è la possibilità di poter accedere, quando
forniscono i dati, all’identificazione dei soggetti che non solo caricano,
divulgano, possiedono materiale, ma che in una percentuale altissima hanno
anche abusato dei bambini. Di conseguenza, la possibilità di poter avere i dati
da parte delle polizie di mezzo mondo dipende anche dalla legislazione che le
nazioni hanno nei loro ordinamenti. Questo è fondamentale per far comprendere
che l'azione di contrasto nasce dalla collaborazione internazionale. Senza
collaborazione internazionale è una lotta impari. Non si può pensare altrimenti
di togliere il materiale e rimuoverlo dai server provider perché, ripeto, i
pornografi continueranno sempre di più a diffondere ad abusare e anche a
lucrare sulla pelle dei bambini.
Nel rapporto
si legge che diminuiscono le foto e i video in circolazione, ma questa
diminuzione non corrisponde a una minore circolazione del materiale in rete. È
una buona notizia che diminuiscono le foto e i video o è un'impressione
fallace?
È un dato
fallace perché quello che noi abbiamo potuto mettere nel report è quello che
noi attraverso il nostro database abbiamo cercato di conteggiare, ma abbiamo
già detto che ci sono i “.rar”, le cartelle, che sono numeri inquantificabili.
Il fenomeno della diffusione del materiale pedopornografico nel mondo è
veramente qualcosa di molto, molto, grave e molto pesante. E non dimentichiamo
mai che dietro una foto c’è sempre un bambino. Non dimentichiamo che dietro un
video ci sono bambini già abusati che hanno vissuto il dramma dell'abuso. Come
direbbe Papa Francesco, sono stati uccisi psicologicamente, perché l'abuso, la
pedofilia, è un omicidio psicologico.
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