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lunedì 13 gennaio 2025

IRC. TESTIMONI DI SPERANZA


 Pellegrini di speranza anche a scuola, il messaggio dei vescovi italiani

Un invito a studenti e genitori 

ad avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica


E' un invito a studenti e genitori a partecipare all'insegnamento delle religione cattolica a scuola il messaggio che la presidenza della CEI invia in questi giorni di iscrizioni e scelte scolastiche.

Un "percorso formativo" nel quale "entrano importanti elementi etici e culturali, insieme alle domande di senso che accompagnano la crescita individuale e la vita del mondo. Il tutto, in un clima di rispetto e di libertà, di approfondimento e di dialogo costruttivo".

Il tema del Giubileo, la speranza cristiana, entra anche a scuola perché il Giubileo "è tra le altre cose sinonimo di riconciliazione, di pace, di dignità umana, di giustizia, di salvaguardia del creato, beni essenziali di cui sentiamo un urgente bisogno".

E ci sono le domande di fondo come "Quale speranza dà senso all’esistenza? Dove è possibile riconoscere e trovare ragioni di vita e di speranza?"  E sono "domande a cui la scuola non può essere estranea e alle quali dà spazio l’insegnamento della religione cattolica".

Gli insegnanti diventano "Testimoni di speranza" e "uniscono alla competenza professionale l’attenzione ai singoli alunni e alle loro domande più profonde".

Nei loro confronti i vescovi italiano sono grati perché "mentre offrono le ragioni della speranza che li muove, accompagnano coloro che stanno crescendo a scoprire la bellezza e il senso della vita, senza cedere alle tentazioni dell’individualismo e della rassegnazione, che soffocano il cuore e spengono i sogni". Quasi 7 milioni di studenti scelgono l’ora di religione, circa l'84%, ma con una differenza tra Nord (76%) e Sud (96%). 

 IL MESSAGGIO

 Cari studenti e cari genitori,

 è vicino il momento in cui dovranno essere effettuate le iscrizioni al primo anno dei diversi ordini e gradi di scuola, un appuntamento che comprende anche la scelta di avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica (Irc). Cogliamo l’occasione per invitarvi ad accogliere questa possibilità, grazie alla quale nel percorso formativo entrano importanti elementi etici e culturali, insieme alle domande di senso che accompagnano la crescita individuale e la vita del mondo. Il tutto, in un clima di rispetto e di libertà, di approfondimento e di dialogo costruttivo.

Mentre vi scriviamo, muove i primi passi il Giubileo del 2025, che Papa Francesco ha voluto dedicare al tema “Pellegrini di speranza”. Si tratta di un evento dai forti significati non solo religiosi, ma anche culturali e sociali, a conferma di come il messaggio cristiano parli all’uomo di oggi non meno di quanto abbia inciso in passato nella storia e nella cultura nazionale e mondiale. Il Giubileo, infatti, è tra le altre cose sinonimo di riconciliazione, di pace, di dignità umana, di giustizia, di salvaguardia del creato, beni essenziali di cui sentiamo un urgente bisogno.

Il tema della speranza provoca in modo speciale il mondo dell’educazione e della scuola, luoghi in cui prendono forma le coscienze e gli orientamenti di vita e si pongono le basi delle future responsabilità. Quale speranza dà senso all’esistenza? Dove è possibile riconoscere e trovare ragioni di vita e di speranza? E ancora, prendendo a prestito le parole di Papa Francesco, come sostenere la necessità di «un’alleanza sociale per la speranza, che sia inclusiva e non ideologica, e lavori per un avvenire segnato dal sorriso di tanti bambini e bambine» (Spes non confundit, 9)? Sono domande a cui la scuola non può essere estranea e alle quali dà spazio l’insegnamento della religione cattolica.

Testimoni di speranza sono infatti i docenti di religione, che uniscono alla competenza professionale l’attenzione ai singoli alunni e alle loro domande più profonde. Siamo molto grati a tutti gli insegnanti che, mentre offrono le ragioni della speranza che li muove, accompagnano coloro che stanno crescendo a scoprire la bellezza e il senso della vita, senza cedere alle tentazioni dell’individualismo e della rassegnazione, che soffocano il cuore e spengono i sogni.

Il cammino dei prossimi mesi – anche grazie all’Irc – ci aiuti a ritrovare la fiducia e il coraggio di aprire le famiglie, le scuole e tutte le comunità a nuovi orizzonti di collaborazione e di speranza.

 13 Gennaio 2025

 

 

venerdì 19 gennaio 2024

ORA DI RELIGIONE, OCCASIONE PER COLTIVARE I SOGNI

In vista delle iscrizioni a scuola la Conferenza episcopale scrive agli studenti:

«Nell'insegnamento della religione cattolica temi che non trovate altrove

-        di Enrico Lenzi

«Un valido momento di studio e di dialogo». Ma soprattutto una occasione per instaurare una relazione tra studenti e insegnanti che «fa si che si possano intercettare tematiche culturali ed esistenziali altrimenti non trattate dalla scuola». Sono un paio di passaggi del Messaggio che la presidenza della Conferenza episcopale italiana ha diffuso oggi - 16 gennaio - in vista delle settimane nelle quali famiglie e studenti dovranno scegliere la scuola in cui iniziare nel prossimo settembre il nuovo ciclo di studi. In questa occasione a genitori e figli viene chiesto anche se intendono avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nel proprio percorso di studi. Infatti da quasi quarant’anni l’insegnamento della religione a scuola (Irc) è opzionale, cioè va espressamente scelta dallo studente o dalla sua famiglia (per materne, primarie e medie).

 Si tratta, come sottolinea il Messaggio diffuso dalla presidenza della Cei, «di una disciplina scolastica aperta, aggiornata dal punto di vista pedagogico e didattico, adeguata all’oggi, attenta ai bisogni educativi delle persone e condotta nel rispetto più assoluto della libertà di coscienza di ognuno». Un cambiamento introdotto appunto con l’Accordo di revisione del Concordato del 1984.

 Una materia che, pur essendo opzionale, registra un tasso di gradimento elevato: secondo gli ultimi dati disponibili riferiti all’anno scolastico 2022/23 l’84,05% degli studenti italiani sceglie la frequenza all’Irc. Un dato sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno con un calo solo dello 0,39%. Sopra la media generale si colloca la scuola dell’infanzia (con l’87,69% di avvalentesi), quella primaria (l’88,13%) e la media (con l’85,15%). Al di sotto si colloca la scuola superiore, che comunque registra un lusinghiero 78,03% di avvalentesi. «Fermandosi su questi ultimi, è particolarmente significativo l’alto numero di adolescenti che scelgono l’Irc: generalmente non frequentano le parrocchie o i gruppi ecclesiali, ma non rinunciano a questo spazio libero di approfondimento e di confronto dentro la scuola» commenta Ernesto Diaco, responsabile del Servizio nazionale per l’Irc della Cei. Non solo. L’alto tasso di iscrizioni coinvolge anche studenti provenienti da altri Paesi, da contesti culturali e religiosi diversi da quello italiano, «a riprova del fatto che non si tratta di un’ora “dei cattolici”, ma di tutti coloro che desiderano conoscere il fatto religioso e accostarsi ad esso con curiosità, voglia di apprendere e spirito critico - aggiunge Diaco -. Come ricordava il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara qualche giorno fa, l’insegnamento della religione spinge ad “andare alle radici della nostra civiltà”, costituendo un’occasione di “confronto e dialogo su principi etici e morali che da sempre accompagnano le civiltà nel loro cammino”».

 Proprio per questo il Messaggio della presidenza Cei rivolge «un pensiero particolare va ai giovani chiamati per la prima volta a scegliere personalmente l’insegnamento della religione cattolica. Cari ragazzi, ci rivolgiamo a voi attingendo alle parole rivolte da papa Francesco a migliaia di vostri coetanei l’estate scorsa durante la Giornata mondiale della gioventù a Lisbona. Voi, cari studenti, “pellegrini del sapere”, cosa volete vedere realizzato nella vostra vita e nel mondo? Quali cambiamenti, quali trasformazioni? E in che modo l’esperienza che fate a scuola può contribuirvi? Cercate e rischiate! Abbiate il coraggio di sostituire le paure con i sogni! Noi abbiamo fiducia in voi». E accanto a questi ragazzi la Chiesa cattolica in una alleanza educativa con la scuola mette in campo docenti «di cui riconosciamo la preparazione e la disponibilità e ai quali vogliamo esprimere gratitudine e sostegno». Sono «educatori preparati e appassionati che arricchiscono l’esperienza scolastica con un’occasione unica di dialogo, approfondimento culturale e confronto interdisciplinare» aggiunge da parte sua il responsabile del Servizio nazionale, Diaco ricordando le parole che il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, ha espresso in occasione della recente firma dell’intesa che ha dato il va libera al concorso per i docenti di religione cattolica nella scuola statale.

 

www.avvenire.it

MESSAGGIO DEI VESCOVI



 

venerdì 4 gennaio 2019

INSEGNAMENTO RELIGIONE CATTOLICA - Il messaggio della CEI

Una risposta in ascolto

insegnamento religione cattolica
Rispondere sempre meglio alle aspettative di formazione personale, proposta educativa e approfondimento culturale, sollecitati dalla domanda di ascolto che viene dal mondo giovanile, evidenziata anche nel corso del Sinodo dei Vescovi. 
Proprio per le sue caratteristiche fondanti l’insegnamento della religione cattolica (IRC) intende infatti essere “un’occasione di ascolto delle domande più profonde e autentiche degli alunni, da quelle più ingenuamente radicali dei piccoli a quelle talora più impertinenti degli adolescenti”.
Questo il cuore del Messaggio della Presidenza della CEI all’approssimarsi della scelta di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nell’anno scolastico 2019-2020.
“Il Sinodo – spiega il Messaggio – ha anche constatato che, «se per molti giovani Dio, la religione e la Chiesa appaiono parole vuote, essi sono sensibili alla figura di Gesù, quando viene presentata in modo attraente ed efficace. 
In tanti modi anche i giovani di oggi ci dicono: “Vogliamo vedere Gesù”»”. E l’IRC “nel rigoroso rispetto delle finalità della scuola” e “senza fare proselitismo”, può “affrontare il discorso su Gesù” e “offrire un’occasione di confronto” lasciando che poi ciascuno “nell’intimo della propria coscienza”, possa “trovare risposte convincenti”.

In allegato il testo integrale del Messaggio:

mercoledì 3 febbraio 2016

L'ORA DI RELIGIONE

LEGGERA FLESSIONE DI ALUNNI CHE SCELGONO L'ORA DI RELIGIONE


IL RUOLO DEGLI INSEGNANTI DI RELIGIONE CATTOLICA




È in aumento, in Italia, il numero degli studenti delle scuole superiori che scelgono di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. Le punte massime di defezione si registrano in Toscana e in Emilia  Romagna, tuttavia al Nord sono ancora il 72,8% gli iscritti, mentre al Sud toccano il 97% [...]. Adriana Masotti ha sentito don Daniele Saottini, responsabile dell’Irc, Servizio nazionale per l’insegnamento della religione cattolica, a cominciare dai dati sulle iscrizioni:
  
[...] I dati realmente rivelano un calo costante, anche se molto leggero. Però l’88,5% su scala nazionale di studenti delle scuole statali che scelgono l’ora di religione, secondo me, è un dato molto positivo. 20 anni fa i dati sugli avvalentesi erano ancora del 93,5%; in 20 anni sono calati di 5 punti in percentuale. Negli ultimi anni, sì, c’è stato un calo più significativo però dall’altra parte la nostra società è cambiata… Comunque, quasi il 30% di studenti non si avvale nelle scuole del nord Italia e questo vuol dire che allora 7 studenti su 10 se ne avvalgono. Quindi normalmente nelle nostre classi ci sono tanti studenti.
  
Quindi non c’è preoccupazione da questo punto di vista?