Una scuola senza voti né lezioni frontali: a Piacenza la nuova media con il metodo di Daniele Novara che mette al centro esperienze, domande e lavoro di gruppo.
- di Andrea Carlino
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Un
modello educativo che rompe con l’impostazione tradizionale e si fonda
sulla relazione educativa, sull’apprendimento esperienziale e
sulla rinuncia a ogni forma punitiva. L’incontro, ospitato nella sede di Via
Genocchi 4, offrirà a genitori e cittadini un’occasione di confronto
diretto con i promotori dell’iniziativa.
Il
dirigente dei Licei, Fabrizio Bertamoni, ha sottolineato lo spirito
dell’appuntamento: “Sarà un’occasione preziosa per raccontare in prima
persona il progetto della nuova scuola media firmata San Benedetto, rispondere
a domande e chiarire eventuali dubbi. La nostra scuola si fonda sulla relazione
e sulla fiducia reciproca”.
Un
modello didattico che cambia prospettiva
Il Metodo
Daniele Novara propone un approccio di forte discontinuità con la
scuola tradizionale: niente voti punitivi, nessuna lezione frontale
come unico strumento didattico, assenza della cattedra come simbolo gerarchico
e una centralità del lavoro di gruppo. Gli studenti sono chiamati a
collaborare, a costruire conoscenze attraverso laboratori maieutici e
a sviluppare competenze attraverso la “fatica creativa”.
Come ha spiegato lo stesso pedagogista, “si lavora sulle domande e
sull’apprendimento attivo, elementi che permettono agli alunni di crescere
nella collaborazione, nella scoperta e nella conquista di nuove capacità
applicative”.
Una
comunità di apprendimento orientata al futuro
La
nuova scuola media si pone come comunità di apprendimento, attenta
a valorizzare le risorse personali di ciascun ragazzo. L’obiettivo dichiarato è
offrire agli studenti un contesto nel quale imparare con motivazione,
consolidando il rispetto reciproco e la consapevolezza del valore
dell’esperienza scolastica. Per Novara, si tratta di “una concreta
speranza per tanti ragazzi e ragazze di trovare una scuola che sappia
orientarsi al futuro, utilizzando gli aspetti migliori del passato e non quelli
peggiori”. L’iniziativa, unica nel panorama nazionale, si presenta
come un’esperienza pilota che mira a tradurre in pratica un metodo già
sperimentato in diversi contesti educativi, ma mai prima d’ora applicato in
modo integrale nell’ambito della scuola secondaria di primo grado.
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