I primi a tornare in classe, il 5 settembre saranno gli studenti della Provincia autonoma di Bolzano e delle scuole dell’infanzia della Lombardia. Il 9 sarà il turno degli alunni della Provincia autonoma di Trento, l’11 di Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto, il 12 Campania, Lombardia, Sicilia, Molise e Sardegna. Il 16 settembre la campanella suonerà, infine, per gli studenti di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Puglia e Toscana.
"In un’epoca di forti migrazioni, solo una forte identità sui valori fondanti potrà consentire di accogliere, di integrare, senza creare società lacerate, disarticolate in una pluralità di ghetti dove ognuno rifiuta l’altro" e "il primo passo per l’integrazione – afferma Valditara – è indubbiamente l’apprendimento linguistico".
A decorrere dall’anno 2024/2025, nelle scuole che registrano tassi di presenza di alunni stranieri, è previsto, ove necessario, l’avvio di attività di potenziamento didattico della lingua italiana in orario extracurricolare.
Dal
2025/2026 nelle classi con almeno il 20% di studenti stranieri che si iscrivono
per la prima volta al Sistema nazionale di istruzione e che non sono in
possesso delle competenze linguistiche di base in lingua italiana, può essere
disposta l’assegnazione di un docente dedicato all’insegnamento dell’italiano
per stranieri.
Entreranno
in vigore le Nuove Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione
civica ispirate al concetto di ‘scuola costituzionale’. Al centro la
"formazione alla coscienza di una comune identità italiana", lo
sviluppo di una "cultura dei doveri", ma anche
promozione della cultura d’impresa, educazione al contrasto di tutte le mafie e
di tutte le forme di criminalità e illegalità, educazione al rispetto per tutti
i beni pubblici, promozione della salute e di corretti stili di vita, educazione
stradale, cultura del rispetto verso la donna, promozione dell’educazione
finanziaria e assicurativa e all’uso etico del digitale.
Stop
agli smartphone in classe
Confermato
il divieto di utilizzo, anche a fini didattici, dello smartphone dalla
scuola dell’infanzia fino alla secondaria di primo grado, salvo i casi in cui
l’uso sia previsto dal Piano educativo individualizzato o dal Piano didattico
personalizzato. Pc e tablet potranno essere utilizzati per fini
didattici, sotto la guida dei docenti.
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