Come fare amicizia
con il proprio peggio”
-
di
Cristiano Trentini
-
Pubblico delle grandi occasioni a Savona, per la presentazione del libro di Massimo
Recalcati “Elogio dell’ inconscio. Come fare amicizia con il proprio peggio”,
accattivante saggio su uno dei concetti chiave della psicoanalisi freudiana. La
manifestazione, rientra nella serie di eventi estivi denominata Parole ubicate
in mare, organizzata dal comune di Savona in collaborazione con quello di
Albisola oltreché con la libreria “Ubik” da tempo attiva nell’organizzazione di
incontri culturali nel savonesato. Gran parte del pubblico era già presente in
piazza Sisto parecchio tempo prima dell’inizio ufficiale dell’ incontro
(complessivamente hanno assistito alla manifestazione più di cinquecento
spettatori).
L’evento, condotto dalla direttrice
artistica Renata Barberis, è stato preceduto dalle interessantissime esibizioni
musicali di Silvia Schiaffino (flauto) e Renato Procopio (chitarra).
Con “Elogio dell‘inconscio” Massimo
Recalcati, psicoanalista e docente presso l’università di Verona e presso lo
IULM di Milano, ha inteso sostanzialmente rendere omaggio alla famosa istanza
freudiana, evidenziando come l’essere umano non potrebbe vivere senza. Le “lodi”
del professore, si possono riassumere in questo concetto: tramite l’ inconscio,
è possibile tramutare le cose sconosciute e le cose nascoste in risorse, in
positività; tutto ciò si può attuare operando, un cambio di prospettiva.
Recalcati ha esordito dando una
descrizione della persona senza inconscio, il quale per lui sarebbe “ un uomo
computer, un uomo robot”, forse rifacendosi al celebre saggio di Robert Musil,
“Uomo senza qualità”; ha ricordato come tale termine in realtà non è pura
“invenzione” di Sigmund Freud, ma risale ai filosofi classici, pensiamo per
esempio a Platone e alla sua anima irascibile; ha annotato come nel
Romanticismo il concetto emerge come pura violenza bestiale, dalla
caratteristica fondamentale dell’assoluta ingovernabilità. La connotazione che
ne dà Freud a parere di Recalcati è quella di stravolgerne l’antico
significato: l’inconscio, per il pensatore viennese, è un’entità “colta”, nel
senso che di fatto, obbedisce alle leggi del pensiero cosciente, prima fra
tutte la logica.
A sostegno di tale impostazione, lo
psicoanalista ieri ha portato gli esempi del sogno (il lavoro onirico è
sostanzialmente una creazione di una “storia” – con tutte le sue regole – con
fatti passati e recenti della persona che sta sognando) e del lapsus (mentre si
parla, può sfuggire un cambio di termini o una inversione di lettere; a parere
di Freud, si tratta dell’ inconscio che cerca di farsi largo nella realtà
cosciente, portando dei simboli, dei significati, che saranno materia di
analisi da parte del professionista).
Si può annotare a questo proposito, che,
se l’inconscio vorrebbe emergere nella realtà cosciente, d’altro canto tende
altresì a stare tenacemente nascosto nella nostra mente; non è un caso che il
lavoro dello psicoanalista è quello di agire (anche per anni, com’è noto)
proprio per farlo affiorare.
Alzogliocchiversoilcielo
Nessun commento:
Posta un commento