LA SCUOLA : “La diffusione del Covid ha provocato ferite profonde nelle nostre
comunità, non solo sul piano sanitario ed economico, ma anche su quello
culturale ed educativo. Le ragazze e i ragazzi hanno avuto, soprattutto quelli
nelle scuole secondarie di secondo grado, il servizio scolastico attraverso la
Didattica a Distanza che, pur garantendo la continuità del servizio, non può
non creare disagi ed evidenziare diseguaglianze. Un dato chiarisce meglio la
dinamica attuale: a fronte di 1.696.300 studenti delle scuole secondarie di
secondo grado, nella prima settimana di febbraio solo 1.039.372 studenti (il
61,2% del totale) ha avuto assicurato il servizio attraverso la Didattica a
Distanza. Non solo dobbiamo tornare rapidamente a un orario scolastico
normale, anche distribuendolo su diverse fasce orarie, ma dobbiamo fare il
possibile, con le modalità più adatte, per recuperare le ore di didattica in
presenza perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui
la didattica a distanza ha incontrato maggiori difficoltà. Occorre
rivedere il disegno del percorso scolastico annuale. Allineare il calendario
scolastico alle esigenze derivanti dall’esperienza vissuta dall’inizio della
pandemia. Il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza. È necessario
investire in una transizione culturale a partire dal patrimonio identitario
umanistico riconosciuto a livello internazionale. Siamo chiamati disegnare un
percorso educativo che combini la necessaria adesione agli standard qualitativi
richiesti, anche nel panorama europeo, con innesti di nuove materie e
metodologie, e coniugare le competenze scientifiche con quelle delle aree
umanistiche e del multilinguismo. Infine, è necessario investire nella
formazione del personale docente per allineare l’offerta educativa alla domanda
delle nuove generazioni. In questa prospettiva particolare attenzione va
riservata agli Itis (istituti tecnici). In Francia e in Germania, ad esempio,
questi istituti sono un pilastro importante del sistema educativo. È stato
stimato in circa 3 milioni, nel quinquennio 2019-23, il fabbisogno di diplomati
di istituti tecnici nell’area digitale e ambientale. Il Programma Nazionale di
Ripresa e Resilienza assegna 1,5 mld agli Its, 20 volte il finanziamento di un
anno normale pre-pandemia. Senza innovare l’attuale organizzazione di queste
scuole, rischiamo che quelle risorse vengano sprecate. La globalizzazione, la
trasformazione digitale e la transizione ecologica stanno da anni cambiando il
mercato del lavoro e richiedono continui adeguamenti nella formazione
universitaria. Allo stesso tempo occorre investire adeguatamente nella ricerca,
senza escludere la ricerca di base, puntando all’eccellenza, ovvero a una
ricerca riconosciuta a livello internazionale per l’impatto che produce sulla
nuova conoscenza e sui nuovi modelli in tutti i campi scientifici. Occorre
infine costruire sull’esperienza di didattica a distanza maturata nello scorso
anno sviluppandone le potenzialità con l’impiego di strumenti digitali che
potranno essere utilizzati nella didattica in presenza”.
“Il nostro obiettivo è combattere la pandemia, il virus è nemico di tutti.
Ringrazio il mio predecessore Giuseppe Conte che ha affrontato una situazione
di emergenza sanitaria ed economica senza precedenti. Prima di
illustrarvi il mio programma, vorrei rivolgere un altro pensiero, partecipato e
solidale, a tutti coloro che soffrono per la crisi economica che la pandemia ha
scatenato, a coloro che lavorano nelle attività più colpite o fermate per
motivi sanitari. Conosciamo le loro ragioni, siamo consci del loro enorme
sacrificio e li ringraziamo. Ci impegniamo a fare di tutto perché possano
tornare, nel più breve tempo possibile, nel riconoscimento dei loro
diritti, alla normalità delle loro occupazioni. Ci impegniamo a informare i
cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la
rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole”.
Poi aggiunge: “Il Governo farà le riforme ma affronterà anche
l’emergenza. Non esiste un prima e un dopo. Siamo consci dell’insegnamento di
Cavour: ‘Le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l’autorità, la
rafforzano’. Ma nel frattempo dobbiamo occuparci di chi soffre adesso, di chi
oggi perde il lavoro o è costretto a chiudere la propria attività”.
E ancora: “Un esecutivo come quello che ho l’onore di presiedere,
specialmente in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, è
semplicemente il governo del Paese. Non ha bisogno di alcun aggettivo che lo
definisca. Riassume la volontà, la consapevolezza, il senso di responsabilità
delle forze politiche che lo sostengono alle quali è stata chiesta una rinuncia
per il bene di tutti”.
Continua: “Si è detto e scritto che questo governo è stato reso
necessario dal fallimento della politica. Mi sia consentito di non essere
d’accordo. Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma
semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa
uno avanti nel rispondere alle necessità del Paese, nell’avvicinarsi ai
problemi quotidiani delle famiglie e delle imprese che ben sanno quando è il
momento di lavorare insieme, senza pregiudizi e rivalità”.
Poi aggiunge: “Questo governo nasce nel solco dell’appartenenza del
nostro Paese, come socio fondatore, all’Unione europea, e come protagonista
dell’Alleanza Atlantica, nel solco delle grandi democrazie occidentali, a
difesa dei loro irrinunciabili principi e valori.
Draghi, poi, ribadisce: “La pandemia ha finora ha colpito
soprattutto giovani e donne, una disoccupazione selettiva ma che presto
potrebbe iniziare a colpire anche i lavoratori con contratti a tempo
indeterminato. La diffusione del virus ha comportato gravissime conseguenze
anche sul tessuto economico e sociale del nostro Paese. Con rilevanti impatti
sull’occupazione, specialmente quella dei giovani e delle donne. Un fenomeno
destinato ad aggravarsi quando verrà meno il divieto di licenziamento. Il piano
di vaccinazione. Gli scienziati in soli 12 mesi hanno fatto un miracolo:
non era mai accaduto che si riuscisse a produrre un nuovo vaccino in meno
di un anno. La nostra prima sfida è, ottenutene le
quantità sufficienti, distribuirlo rapidamente ed efficientemente”.
E ancora: “Uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce.
Questa osservazione, che gli scienziati non smettono di ripeterci, ha una
conseguenza importante. Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i
lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività
economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali
attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito
che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi”.
Poi: “L’Italia presenta oggi uno dei peggiori gap salariali
tra generi in Europa, oltre una cronica scarsità di donne in posizioni
manageriali di rilievo. Una vera parità di genere non significa un
farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge: richiede che siano
garantite parità di condizioni competitive tra generi. Intendiamo lavorare in
questo senso, puntando a un riequilibrio del gap salariale e un sistema di
welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse
energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro”.
Sul Recovery Plan: “La strategia per i progetti del Next Generation
EU non può che essere trasversale e sinergica, basata sul principio dei
co-benefici, cioè con la capacità di impattare simultaneamente più settori, in
maniera coordinata. Dovremo imparare a prevenire piuttosto che a riparare, non
solo dispiegando tutte le tecnologie a nostra disposizione ma anche investendo
sulla consapevolezza delle nuove generazioni che
ogni azione ha una conseguenza. Queste risorse dovranno essere spese
puntando a migliorare il potenziale di crescita della nostra economia. La quota
di prestiti aggiuntivi che richiederemo tramite la principale componente del
programma, lo Strumento per la ripresa e resilienza, dovrà essere modulata in
base agli obiettivi di finanza pubblica. Il precedente Governo ha già svolto
una grande mole di lavoro sul Programma di ripresa e resilienza (PNRR).
Dobbiamo approfondire e completare quel lavoro che, includendo le necessarie
interlocuzioni con la Commissione Europea, avrebbe una scadenza molto
ravvicinata, la fine di aprile. Gli orientamenti che il Parlamento esprimerà
nei prossimi giorni a commento della bozza di Programma presentata dal governo
uscente saranno di importanza fondamentale nella preparazione della sua
versione finale. Le missioni del programma potranno essere rimodulate e
riaccorpate, ma resteranno quelle enunciate nei precedenti documenti del
Governo uscente. Dovremo rafforzare il programma prima di tutto per quanto
riguarda gli obiettivi strategici e le riforme che li accompagnano. Governo continuamente
europeista e atlantista, in linea con gli ancoraggi storici dell’Italia: UE,
Alleanza atlantica e Nazioni unite”.
Infine: “Questo è il terzo governo della legislatura. Non c’è nulla
che faccia pensare che possa far bene senza il sostegno convinto di questo
Parlamento. E’ un sostegno che non poggia su alchimie politiche ma sullo
spirito di sacrificio con cui donne e uomini hanno affrontato l’ultimo anno,
sul loro vibrante desiderio di rinascere, di tornare più forti e
sull’entusiasmo dei giovani che vogliono un paese capace di realizzare i loro
sogni. Oggi, l’unità non è un’opzione, l’unità è un dovere. Ma è un dovere
guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”.
DICHIARAZIONI
PROGRAMMATICHE DELPRESIDENTE DRAGHI
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