ma educare al rispetto di ciò che ci viene donato
Nel 2020 solo in Italia sono stati buttati nella spazzatura
circa 27 kg di cibo a persona, 3,6 kg a testa in meno rispetto all’anno prima,
con un calo del quasi il 12%. In totale il cibo salvato è stato pari a 220.125
tonnellate. Sono alcuni dei dati emersi in occasione dell'ottava Giornata
nazionale di prevenzione dello spreco alimentare promossa dalla campagna Spreco
Zero in sinergia con il Ministero dell’Ambiente e con il patrocinio del
Ministero degli Affari Esteri, e del World Food Programme Italia
Marina Tomarro - Città del Vaticano
'Stop food waste. One health, one planet'. Stop spreco di
cibo, una salute, un pianeta. È questo il filo conduttore dell'ottava Giornata
nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. Lo spreco di cibo a livello
domestico in Italia vale 4,9 euro a nucleo familiare. Lo scenario non migliora
in Europa, infatti il Belgio spreca 87 kg di cibo pro capite a fronte dei 36 kg
di Cipro. Per quanto riguarda le perdite lungo la filiera, la Finlandia, con
meno dell’1% di cibo perso, risulta il Paese più virtuoso a fronte di una media
europea di circa il 3%. Di tutto il cibo prodotto ogni anno in Europa,
più del 20% viene perso con un costo sia economico che ambientale, visto che lo
spreco rappresenta il 6% delle emissioni totali di gas serra prodotte
dall’Unione Europea.
Aiutare le aziende a prevenire lo spreco
Proprio per diminuire gli sprechi, nel 2008 nasce Last Minute
Market, spin-off accreditata dall’Università degli Studi di Bologna, che
poi nel tempo diventa una vera e propria impresa sociale, con l'obiettivo di
affiancare le aziende della Grande Distribuzione Organizzata nel recupero delle
eccedenze alimentari. Oggi gli ambiti di azione si sono ampliati e oltre al
cibo vengono recuperati, ad esempio, anche farmaci a scadenza breve. Last
Minute Market vuole quindi promuovere un’azione di sviluppo locale
sostenibile, con ricadute positive a
livello ambientale, economico e sociale. Infatti permette
non solo di sopperire alle necessità materiali di determinate fasce di
cittadini, ma assume anche una valenza educativa nella sensibilizzazione
dell’opinione pubblica alle problematiche dello spreco incentivando il consumo
consapevole.
Educare i piccoli a non buttare cibo
“Nonostante la situazione stia migliorando si getta via
troppo cibo – spiega Luca Falasconi docente all’Università di
Bologna e co-fondatore di Last Minute Market – e al podio di questa triste
classifica ci sono, in particolare, tre alimenti: la frutta, la verdura e il
pane, che essendo cibi freschi tendono a rovinarsi più velocemente degli altri,
e quindi ad essere buttati. Noi come Last Minute Market ci muoviamo su due
direzioni. Da una parte andando nelle scuole per educare i più piccoli a non
buttare il cibo, e questo è particolarmente utile perché poi i bambini vanno a
casa e a loro volta cercano di trasmettere quanto hanno imparato anche ai loro
famigliari. E poi da sempre affianchiamo le imprese nella lotta allo spreco
dando loro delle informazioni per prevenire lo spreco alimentare, e cercando di
recuperarlo, donandolo agli enti che fanno assistenza alle persone bisognose”.
Fare una spesa mirata
Ma anche a casa è possibile prevenire lo spreco alimentare.
“Bisogna imparare a fare bene la spesa – sottolinea Falasconi – uno degli
strumenti più importanti che i consumatori ci segnalano, è quello di fare la
lista della spesa ogni volta che si va ad acquistare il cibo, e di pianificare
i menù della settimana in modo da acquistare solo ciò che serve. L’ideale è
quello di fare due o tre piccole spese settimanali, in modo da poter
controllare ciò che compriamo, senza il rischio di non consumare e poi buttare
via”.
Vatican News
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