martedì 4 marzo 2025

METTERSI IN CONTATTO


 Uno degli errori più gravi che si possa fare con la spiritualità è quella di confinarla in una stanza a sé stante, separata dall’idea stessa del corpo. In realtà ne fa intimamente, e verrebbe voglia di dire, completamente parte.

Ci si mette in contatto con l’Assoluto anche attraverso i sensi, che dunque devono essere il più possibile puri e pronti ad accogliere la Parola di vita.

Le mani, i piedi, gli occhi, la bocca, le orecchie possono e devono essere capaci di lasciare spazio alla forza dello Spirito.

E del reso il nostro cuore è fatto di carne. Lo evidenzia benissimo in questa preghiera, tratta dal suo “Diario”, Dag Hammarskjöld (1905-1961), ex segretario generale dell’Onu morto in un incidente aereo, probabilmente a seguito di un attentato, mente stava per raggiungere il Congo alle prese con l'instabilità e i tumulti seguiti alla dichiarazione d’indipendenza.

Premio Nobel per la pace postumo, la sua storia personale è anche occasione per riflettere su come, citando Paolo VI, la politica, se vissuta bene, possa essere la più alta forma di carità.



«Tu che sei al di sopra di noi, Tu che sei uno di noi,


Tu che sei anche in noi,


possano tutti vedere Te anche in me,


possa io preparare la strada per Te,


possa io rendere grazie per tutto ciò che mi accade.


Possa io non scordare in ciò i bisogni altrui.


Tienimi nel Tuo Amore


così come vuoi che tutti dimorino nel mio.


Possa tutto in questo mio essere volgersi a Tua gloria
e possa io non disperare mai.


Poiché io sono sotto la Tua mano,
e in Te è ogni forza e bontà.


Dammi puri sensi, per vederti...


Dammi umili sensi, per udirti...


Dammi sensi d'amore, per servirti...


Dammi sensi di fede, per dimorare in Te».

 

www.avvenire.it 

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