mercoledì 12 marzo 2025

I NUOVI "PROGRAMMI" A SCUOLA

 


Nella scuola di domani ci sono latino e IA

 Via al dibattito sulla proposta del governo

 

I nuovi “programmi” entreranno in vigore dall’anno scolastico 2026-2027. 

Tra i suggerimenti agli insegnanti, incoraggiare la lettura di «almeno tre libri» all’anno alle medie. 

Attenzione puntata anche sulla scrittura a mano e la lettura ad alta voce

Nella scuola del futuro latino e Intelligenza artificiale  saranno tra gli assi portanti delle nuove Indicazioni nazionali /ICP

 

-         di PAOLO FERRARIO

-          La scuola di domani sarà un mix di tradizione e innovazione, con il Latino e l’Intelligenza artificiale a segnare idealmente il perimetro delle nuove Indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e del primo ciclo (elementari e medie), prodotte dalla commissione ministeriale, incaricata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito di aggiornare i “programmi” datati 2012. La commissione, coordinata da Loredana Perla, professoressa ordinaria di Didattica e Pedagogia speciale all’Università “Aldo Moro” di Bari, è composta da esperti di diversi settori disciplinari. Tra questi, Ernesto Galli della Loggia per la Storia e Uto Ughi per la Musica. La bozza è stata pubblicata ieri sul sito del Mim e sarà la base di partenza della discussione pubblica che, dai prossimi giorni, coinvolgerà associazioni professionali e disciplinari, associazioni dei genitori e degli studenti e le organizzazioni sindacali della scuola. Le nuove Indicazioni nazionali entreranno in vigore dall’anno scolastico 2026-2027.

Alunno al centro del sistema

La premessa culturale generale delle nuove Indicazioni sottolinea la centralità dell’allievo nel sistema scolastico, ispirandosi ai principi costituzionali e mirando a uno sviluppo completo e bilanciato di tutte le sue facoltà. « La Costituzione mette al centro la persona e concepisce lo Stato per l’uomo e non l’uomo per lo Stato, come opportunamente sottolineava il costituente Giorgio La Pira – si legge nella Premessa culturale generale delle Nuove Indicazioni –. Così la scuola, che è scuola costituzionale, pone le persone degli allievi al centro delle sue azioni e ne promuove i talenti attraverso la formazione integrale e armonica di tutte le dimensioni: cognitive, affettive, relazionali, corporee, estetiche, etiche, spirituali».

Latino dalla seconda media

Confermando le indiscrezioni delle scorse settimane, ecco il ritorno del Latino alla scuola media (a partire dalla seconda) «per collegare il mondo che si è espresso in latino con l’esperienza degli studenti e con la realtà contemporanea – si legge ancora nelle Indicazioni – instaurando una virtuosa dinamica di acquisizione del passato, comprensione del presente e confronto con le sue istanze, preparazione per il futuro. Il latino va scoperto come opportunità e risorsa per la formazione in vista della scuola secondaria di secondo grado; va riconosciuto il ruolo giocato nello sviluppo della tradizione europea, distinguendo criticamente elementi di continuità e di discontinuità tra il testo antico e le forme della sua ricezione e va individuato nella cultura antica un possibile e vantaggioso punto di partenza per il confronto con altre tradizioni, lingue e culture».

Almeno tre libri all’anno

Particolare cura è dedicata, nelle nuove Indicazioni, alla lettura (« Almeno tre libri all’anno» alle medie) e allo studio delle poesie a memoria «perché se ne apprezzino il ritmo, la musicalità». E ancora, una maggiore attenzione allo sviluppo delle competenze Stem, l’introduzione delle classi con metodo Montessori alle medie, più importanza all’educazione civica, con un focus su relazioni di genere, rispetto e convivenza civile, un rafforzamento della scrittura manuale e della calligrafia come strumento di sviluppo del pensiero critico e riflessivo e della creatività, con un’attenzione particolare a musica, arte e narrazione.

La lettura ad alta voce

«Per la scuola delle Nuove Indicazioni – si legge ancora nel testo – la scrittura ha un significato profondamente umanistico e di supporto alla promozione degli apprendimenti di tutte le discipline. Carta e penna, lettura ad alta voce e piccole biblioteche d’aula devono convivere armoniosamente con assistenti virtuali».

Educazione alla cittadinanza

È prevista, infine, anche un’integrazione «prudente e critica» dell’IA nella didattica, con un ruolo centrale degli insegnanti nella mediazione accompagnata da percorsi di educazione alla cittadinanza digitale per favorire un uso consapevole delle tecnologie. 

«Gli insegnanti – si legge ancora nel documento della Commissione ministeriale – hanno il dovere di conoscere e capire le potenzialità della IA. E in aula di spiegare le logiche di funzionamento di dispositivi e piattaforme. L’IA offre certamente grandi opportunità per l’istruzione a condizione che il suo uso sia guidato da chiari principi etici.

 www.avvenire.it

Immagine

 

 

Nessun commento:

Posta un commento