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di Salvatore Parlagreco
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L’affermazione
“You are media now”, pubblicata da Elon Musk sul suo profilo personale
su X (ex Twitter), racchiude in modo sintetico ma emblematico la trasformazione
in atto nel panorama dell’informazione digitale. Questo cambiamento solleva
interrogativi centrali sulla disintermediazione del sapere, sul ruolo dei
social media nella costruzione del discorso pubblico e, soprattutto, sulla
concentrazione del potere informativo nelle mani di attori privati.
L’acquisizione
di Twitter da parte di Elon Musk nel 2022, e la successiva ristrutturazione
della piattaforma in X, non rappresentano solo un’operazione industriale o una
scommessa sul futuro dei social network. Piuttosto, costituiscono un caso di
studio sulla privatizzazione degli spazi di informazione e sulla capacità dei
grandi player tecnologici di intervenire direttamente nel tessuto
socio-politico. Il controllo esercitato da Musk sull’algoritmo di visibilità,
sulle politiche di moderazione e sulla direzione editoriale de facto di X va
osservato non in chiave morale, ma sistemica.
Secondo
McChesney (2013), uno dei nodi centrali dell’informazione digitale è la
commistione tra logiche di mercato e funzione democratica dei media. Quando la
distribuzione dell’informazione avviene su piattaforme guidate da interessi
economici e personali, il rischio di una “distorsione algoritmica della realtà”
– come la definisce Eli Pariser nel concetto di filter bubble –
si fa concreto. La trasparenza dei criteri di selezione e amplificazione dei
contenuti diventa così elemento essenziale per la salute del discorso pubblico.
Non
è nuova, del resto, la tendenza di Musk a intervenire direttamente nel
dibattito politico. In Germania, a fine 2023, la piattaforma X ha ospitato
contenuti controversi sulla gestione migratoria, amplificati da profili vicini
all’estrema destra, con la tacita benevolenza dell’algoritmo. In Italia, Musk
ha commentato – con tono critico – decisioni della magistratura, insinuando una
indebita rappresentanza della volontà popolare, mancando il requisito della
elezione. La sua esposizione non si limita al commento: la piattaforma stessa è
il vettore del messaggio. È qui che la distinzione tra medium e messaggio, già
teorizzata da McLuhan, si dissolve.
L’idea
che ciascun utente sia “media” è una forma di empowerment apparente. In realtà,
la capacità di raggiungere un pubblico vasto dipende dalla conformità del
contenuto alle logiche
in Articoli
Immagine: Pifferaio magico
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