Cos’è il fenomeno dei “genitori
elicottero” e perché è sempre più diffuso
Per alcuni esperti americani, i
genitori moderni sono sempre più iperprotettivi e ansiosi, un atteggiamento che
seppur in buona fede rischia di compromettere la capacità dei ragazzi di
crescere e diventare indipendenti.
A cura di Niccolò De Rosa
Con l'inizio delle lezioni
universitarie, molti genitori ansiosi condividono sui social le loro
preoccupazioni su come gestire la transizione dei figli al mondo accademico.
Post social e richieste sui forum online mostrano infatti una certa tendenza da
parte dei genitori non solo a domandarsi se debbano intervenire su questioni
come i conflitti tra coinquilini, ma anche a chiedersi se sia il caso di
attivarsi in prima persona per aiutare i propri figli a fare amicizia.
Negli Stati Uniti, dove l'inizio
del collage rappresenta per la stragrande maggioranza dei ragazzi l'abbandono
del nido familiare, questo fenomeno appare particolarmente diffuso, tra
genitori che passano la prima notte al campus con i figli e madri che chiamano
la polizia se la figlia non risponde al telefono.
Un gruppo di esperti contatti dal
sito americano di Fox News ha quindi provato a delineare un quadro che ormai
riguarda sempre più la società occidentale (Italia compresa): l'inesorabile
avanzata dei genitori elicottero.
Chi sono i genitori elicottero?
Come il nome stesso suggerisce, i
genitori elicottero sono madri e padri iperprottettivi, la cui presenza incombe
in modo costante e invadente sulla testa dei figli per organizzarne ogni
aspetto del quotidiano e risolvere ogni tipo di problema.
I genitori elicottero temono
infatti che ogni insuccesso – anche il più piccolo – possa irrimediabilmente
turbare l'equilibrio dei propri figli e comprometterne il futuro. Per questo
spesso svolgono i compiti scolastici al posto dei ragazzi, stilano la loro
agenda settimanale e scelgono per loro impegni e attività extra-scolastiche.
Secondo Gail Saltz, psichiatra e
docente alla NY Presbyterian Hospital Weill-Cornell School of Medicine, molti
genitori elicottero si identificano profondamente con il successo dei loro
figli, vedendolo come una conferma della propria competenza genitoriale.
Tuttavia, il controllo eccessivo impedisce ai ragazzi di sviluppare la
sicurezza necessaria per affrontare autonomamente le difficoltà della vita.
Adulti impiccioni o ragazzi troppo
fragili?
Secondo esperti come il
psicoterapeuta Jonathan Alpert, questo comportamento non è più raro ed è più
legato all'ansia dei genitori che a un'incapacità dei giovani adulti di
gestire le proprie situazioni.
Alpert, intervistato da Fox News
Digital, ha spiegato come molti genitori si rivolgano a lui per organizzare
appuntamenti terapeutici per conto dei loro figli, sintomo di un desiderio di
mantenere il controllo. Secondo il terapista, tale comportamento può rivelarsi
dannoso, poiché impedisce ai giovani di sviluppare l'indipendenza necessaria
per affrontare il mondo universitario e, sopratutto la vita reale nel mondo
adulto.
Le radici dell'ansia genitoriale e
l'uso della tecnologia
Un aspetto rilevante di questa
tendenza è l'uso crescente di sistemi di monitoraggio – anche istituzionali,
come il registro scolastico elettronico – che permettono ai genitori di seguire
in tempo reale i movimenti dei propri figli. Ciò alimenta infatti una
sensazione di controllo che, se da un lato rassicura, dall'altro limita
l'autonomia dei ragazzi.
Jennifer L. Hartstein, psicologa e
consulente, ha osservato che molti genitori soffrono di "ansia per
l'ansia" e tendono a iper-reagire ai normali processi di adattamento dei
loro figli al college, come la tristezza o l'insicurezza. Intervenendo
continuamente, i genitori rischiano di impedire ai figli di diventare
resilienti e costruirsi una propria capacità di risolvere i problemi.
Per Hartstein, è dunque essenziale
che i genitori imparino a frenare le loro reazioni emotive e ad aiutare i figli
a gestire le proprie difficoltà, piuttosto che risolverle per loro. Solo così i
giovani possono imparare a fronteggiare autonomamente i problemi e crescere
come adulti competenti.
"Sebbene possa sembrare più
facile per i genitori intervenire e alleviare l'ansia dei genitori, in realtà
ciò arreca un vero danno ai ragazzi" ha spiegato.
Serve una "riconversione
emotiva"
Per modificare questo inquietante
scenario, lo psicoterapeuta Alpert suggerisce ai genitori di cambiare
prospettiva e provare di vedere l'ingresso dei figli alla scuola superiore o
all'università come un segno positivo: la prova che hanno fatto un buon lavoro
come genitori e che dunque occorre fidarsi dei ragazzi per il prosieguo della
loro vita.
Se l'ansia è troppo forte,
sottolinea Alpert, piuttosto che rivalersi sui figli i genitori potrebbero
cercare il supporto di altri genitori che condividono le stesse emozioni,
creando una rete di supporto reciproco. Questo sì che sarebbe un uso
intelligente dei social media.
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