Riflessione
centrale è l'acqua, simbolo del fluire della vita che modella l’esistenza come
fa con le rocce di un fiume. L'acqua racchiude la memoria della creazione,
rappresentando il divenire continuo che ci guida verso la gioia nutrimento
dell'anima.
a cura di Stefania Santoni
In
«Non ti manchi mai la gioia» lei descrive i momenti di stallo come situazioni
in cui ci sentiamo incapaci di avanzare. In che modo possiamo affrontare questi
momenti?
«Non
c'è nulla di buono senza la chiarezza mentale che nasce dalla conoscenza. Per
affrontare i momenti blocco serve saperli riconoscere: conoscere un problema
non basta per risolverlo, ma ignorarlo lo aggrava quindi è essenziale prenderne
coscienza. Per capire, bisogna prima capirsi. E per capirsi, è necessario
ritagliarsi momenti di silenzio isolamento e solitudine, condizioni in cui
anziché ascoltare gli altri, ascoltiamo noi stessi. Solo così роssiamo
реrсерire il disagio e andare in profondità» …
«Prima
ci si doveva conformare a un canone, a una tradizione, a un’autorità:
l’individuo raggiungeva la sua potenza, il suo benessere, la sua realizzazione
quando s’inseriva in un modello comunitario perché si viveva in una società
religiosa nel senso sociologico del termine. Mi riferisco a ciò che rilega e
unisce. Anche se uno non credeva o non partecipava ai sacramenti, la società
rimaneva un punto di riferimento. Ora abbiamo una fortissima
individualizzazione, non c’è più un riferimento collettivo, ciascuno è signore
di sé stesso. L’individualizzazione accoglie aspetti negativi, come
l’individualismo, ma anche positivi come la valorizzazione
dell’individualità».
«I
pericoli di questa deriva li trovai scritti in maniera profetica da
Shakespeare, in Troilo e Cressida: “Tutto avrà nome potere e il potere volontà,
e la volontà desiderio e il desiderio, lupo universale, assecondato doppiamente
dalla volontà e dal potere farà dell’intero universo la sua preda per poi, alla
fine, divorar sé stesso“. Una frase scritta nel 1600 che trova oggi una totale
realizzazione. Questo lupo universale che ognuno di noi ha dentro di sé non
conosce ostacoli e desidera. La manifestazione del narcisismo si verifica
quando siamo convinti che non ci sia niente di superiore al proprio io, al
proprio desiderio. E il risultato è l’appetito da lupo. Il lupo universale di
cui parla Shakespeare vuole fare dell’intero universo la sua preda per poi
divorare sé stesso. Ma noi siamo relazione: stiamo bene quando siamo in una
relazione armoniosa. Quando l’armonia delle relazioni viene meno a causa
dell’aggressività del desiderio, sul momento, chi vince ha un senso di potere e
pensa di stare bene. Ma poi viene divorato. Per questo il desiderio come
divinità assoluta ci consegna a una solitudine ontologica».
Come possiamo aprirci a una vita più autentica?
«Capendo
la nostra posizione: si tratta di compiere all’interno di noi quella
fondamentale rivoluzione copernicana, cioè, passare dall’immaturo geocentrismo,
ovvero l’egocentrismo, alla maturità di chi comprende di non essere il centro
perché il centro non esiste, si va costruendo mano a mano. La maturità consiste
nel trovare qualcosa di più importante del nostro singolo desiderio
trasformandolo in aspirazione. Non si tratta di sopprimere il desiderio, come
sottolineano alcune tendenze religiose e ascetiche, ma di riorientarlo. Questo
avviene col passaggio all’eliocentrismo, quando troviamo la stella attorno cui
gravitare. E comprendiamo la portata delle relazioni rispetto ai grandi valori
come il Bene, la Giustizia, la Bellezza, la Verità, l’Amore».
«Ognuno
deve trovare la via giusta per sé. La spiritualità è ad personam. Ci sono
persone per le quali la via giusta è la preghiera del rosario, per altre invece
è impossibile pensarlo e preferiscono la meditazione buddista. Altre ancora
raggiungono l’equilibrio camminando nella natura, nella musica, nelle chiese
vuote. Ciò che è decisivo è la connessione con qualcosa che è più grande di
noi, quella metanoia, cioè il cambiamento della mente che consiste nel seguire
la stella proprio come scrisse Dante nelle parole che fa pronunciare a Brunetto
Latini: “Se tu segui tua stella, non fallirai a glorioso porto”. La ricerca
spirituale consiste nel trovare la tua vita, quella che ti mette maggiormente
in pace con te stesso e in connessione con il centro del mondo, con l’anima
mundi».
«È
necessario fare una distinzione tra felicità e gioia. La prima riguarda la
psiche e richiede movimento: è quando saltiamo, gridiamo, corriamo. La gioia,
quella vera, è pace interiore. Non è una risata ma un mezzo sorriso, come
dicono gli spirituali. È la pace del cuore, la quiete di chi si sente a casa,
al sicuro. È avere la possibilità di affidare il proprio spirito».
«Non
esiste cosmogonia al mondo che non ponga all’inizio di tutte le cose l’acqua.
La mente umana lo ha sentito fin dal principio come elemento originario della
vita. E oggi lo attesta la scienza: la vita è nata in ambiente acquatico.
Perché l’acqua favorisce le relazioni tra gli elementi: li scioglie, li
ammorbidisce. E li rende capaci di relazionarsi l’uno con l’altro».
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