E oltre alle sostanze ci sono alcol e azzardo
L’ultima
Relazione al Parlamento è la fotografia da cui partire per ripensare il sistema
dei servizi. Il ruolo dirompente di Internet
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di
Viviana Daloiso
Alla Conferenza di Genova toccherà al presidente del
Consiglio nazionale delle ricerche, Maria Chiara Carrozza, fare il punto sulle
statistiche della diffusione e del contrasto delle droghe in Europa e in
Italia, ma i numeri del nostro Paese sono stati fotografati appena prima
dell’estate dall’ultima Relazione annuale al Parlamento sulle
tossicodipendenze. Un quadro tanto dettagliato quanto drammatico. In
particolare, sulla situazione dei minori, a cui è stato dedicato un capitolo
apposito circa gli effetti dirompenti del lockdown e dell’isolamento. Col mondo
dell’offerta e della domanda di sostanze che si è rapidamente “adattato” alla
pandemia, permettendo alle droghe di circolare con facilità online e arrivare
direttamente a casa di chi le acquistava tramite corrieri. Risultato? Meno
operazioni di sequestro (giù del 13%), molto di più le sostanze intercettate
(un secco +7% rispetto all’anno prima). E ben 44 nuove sostanze psicoattive
scoperte sul territorio italiano, con un aumento delle segnalazioni del +200%
nel primo semestre post-lockdown: un tasto dolente, visto che senza
informazioni dettagliate sulle droghe – e i nostri sistemi di sorveglianza
rispondono ancora con troppa lentezza alle novità del mercato – il rischio di
overdose aumenta esponenzialmente.
Aumento dei consumi
Sul fronte dei consumi, l’impennata registrata nell’ultimo
anno è quella che riguarda la cocaina: dei 5.331 nuovi utenti arrivati nei Serd
da Nord a Sud, tanto per intendersi, il 39% ha chiesto il trattamento per
l’abuso primario di cocaina e cocaina fumata (crack), il 27% di eroina, il 19%
di alcol e il 9% di cannabis. Il dato della cocaina per la prima volta ha
superato l’eroina e segnato un + 2% rispetto al 2019, quello dell’alcol
addirittura un +4%, mentre la cannabis – su cui continua a insistere il
dibattitto politico – è in leggera flessione. E proprio sull’emergenza alcol,
soprattutto tra giovani e giovanissimi, la Relazione parla chiaro: l’82%
degli studenti italiani di età compresa fra i 15 e i 19 anni ha consumato
almeno una bevanda alcolica senza alcuna differenza di genere, il 76% lo ha
fatto negli ultimi 12 mesi e il 43% nel corso dell’ultimo. È solo la punta
dell’iceberg: ubriacature per il 35%, binge drinking per il 16% (che riferisce di aver
fatto 5 o più bevute di fila nel periodo di restrizioni, anche qui sostanzialmente
senza distinzione rilevante di genere), ricoveri per coma etilico. Una vera e
proprio emergenza nell’emergenza, segno che quando si parla di dipendenze
fermarsi alla droga – come fa il Testo unico del 1990 che regolamenta il
settore dei servizi – non ha più senso.
Eccesso di collegamenti in rete
E lo stesso discorso vale per l’uso smodato di Internet, con il 98% degli studenti di 15-19 anni che possiede un dispositivo atto a navigare in Rete e il 47% che vi rimane collegato mediamente più di 4 ore. La febbre da device sale e il corollario è che i giovanissimi sempre più spesso giocano anche d’azzardo: fra gli studenti di 15-19 anni la percentuale di coloro che lo hanno fatto nel corso degli ultimi 12 mesi è pari al 44% e chi ha giocato online rappresenta l’8,2%. Gli studenti giocatori con profilo “a rischio”, tanto per intendersi, sono il 9,3%.
Unica
nota positiva, almeno per il 2020, la diminuzione delle morti per overdose: 308
i casi (267 gli uomini, 41 le donne), con un decremento del 18% rispetto al
2019. Stabili a oltre 7mila, invece, i ricoveri, anche questi per lo più legati
al consumo di cocaina ed eroina (23% e 20%).
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