a Didacta Trentino
a Riva del Garda
“Educazione digitale
e intelligenza artificiale:
visioni pedagogiche,
questioni tecnologiche”:
Nel seminario “Educazione
digitale e intelligenza artificiale: visioni pedagogiche, questioni
tecnologiche”, Pier Cesare Rivoltella, professore ordinario di Didattica e
Tecnologie dell'educazione presso l'Università di Bologna e coordinatore
scientifico del Tavolo per l’aggiornamento del Piano provinciale, per la scuola
digitale e intelligenza artificiale, ha offerto una riflessione critica sulle
sfide e le opportunità che le tecnologie generative pongono al sistema
educativo contemporaneo. L’incontro, avvenuto oggi a Riva del Garda in
occasione della manifestazione Didacta Trentino, ha rappresentato
un’occasione di confronto aperto tra mondo accademico e docenti, per esplorare
le nuove frontiere dell’educazione nell’era dell’intelligenza artificiale. Ha
concluso i lavori il prof. Giuseppe Rizza sovrintendente scolastico provinciale
e coordinatore organizzativo del medesimo Tavolo provinciale che ha
sottolineato l’importanza dell’iniziativa per gli spunti e le riflessioni
offerte.
L’avvento e la rapida
diffusione dell’Intelligenza Artificiale stanno segnando una svolta profonda
nel modo in cui la scuola e il mondo dell’educazione affrontano il rapporto tra
conoscenza, rappresentazione e verità.
Le nuove intelligenze
artificiali, capaci di produrre testi e immagini
sempre più verosimili e indipendenti dal loro referente reale, obbligano
infatti a ripensare il legame tra immagine e realtà: ciò che si vede o si legge
non è più garanzia di autenticità, ma il risultato di una costruzione mediata
da algoritmi e dataset.
In questo contesto, anche
il compito del debunking cambia natura: non basta più verificare le fonti o
smascherare il falso, ma occorre sviluppare un’autentica educazione percettiva
e simbolica, volta a comprendere come il reale venga oggi modellato dai sistemi
artificiali.
“La prospettiva
pedagogica - ha sottolineato Rivoltella - è chiamata a un duplice compito:
- promuovere un pensiero critico capace
di interrogare la spiegabilità delle macchine, comprendendo i criteri, i
limiti e le logiche che governano la produzione algoritmica del sapere;
- affrontare le implicazioni della
datificazione e dell’invisibilità dei processi che strutturano
l’esperienza digitale.
Educare nell’epoca
dell’intelligenza artificiale significa dunque rendere
visibili le condizioni della conoscenza, restituire all’apprendimento una
dimensione riflessiva e consapevole, e coltivare la responsabilità di abitare
tecnologie che incidono sempre più sulla nostra percezione del mondo e su ciò
che intendiamo per verità” – ha concluso l’esperto.
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