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di Gabriella Ceraso e Lisa Zengarini
Acqua
in abbondanza e fiamme diffuse sferzano l'Italia da nord a sud "provocando
danni incalcolabili", in Sardegna e nel Comasco, a danno di cittadini,
imprese e ambiente. Davanti a questo dramma si leva la parola dei vescovi della
penisola. "Vicinanza e solidarietà alle popolazioni della Sardegna, messe
a dura prova" e a "quelle del Nord Italia, colpite dalla furia del
maltempo” la esprime a nome dell’Episcopato, il cardinale Gualtiero
Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della
Cei:
Promuoviamo
una società attenta al Creato
"Nell’esprimere
gratitudine a quanti – Forze dell’ordine, Protezione Civile e volontari - si
stanno adoperando per bonificare le aree colpite e portare soccorso e
solidarietà concreta - scrive il cardinale - assicuro la mia preghiera e quella
di tutta la Chiesa che è in Italia, stringendoci attorno a quanti hanno perso
casa e lavoro. Rivolgo infine un appello affinché, come chiede Papa Francesco,
tutti si prendano cura della madre Terra, vincendo la tentazione dell’egoismo
che ci rende predatori, coltivando il rispetto per i doni della creazione,
adottando un nuovo stile di vita e promuovendo una società attenta al
Creato."
In
Sardegna si calcola, sottolinea il presidente dei vescovi, che siano
"oltre 20mila gli ettari di boschi e terreni agricoli andati in fumo,
numerose le aziende e le abitazioni bruciate". A questo si aggiunge il
danno per gli animali, risorsa primaria per "l'economia dell'intera
regione". La più colpita è la diocesi di Alghero-Bosa, insieme ad alcune
zone dell’Oristanese, dell’Ogliastra e del Sassarese. Altrettanti danni con allagamenti
si registrano nella zona del Comasco in particolare, legati a forti temporali e
grandinate.
Caritas:
il grido della terra e dei poveri ci interpelli
Alla voce dei vescovi si unisce quella della Caritas italiana che - riferisce un comunicato - si è attivata insieme ai presuli sardi per portare aiuto alla popolazione. “La gestione dei boschi e i cambiamenti climatici – sottolinea don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana – sicuramente hanno favorito il propagarsi delle fiamme, la cui origine però si presume sia ancora una volta dolosa. Da sardo – aggiunge – mi sento doppiamente ferito, tuttavia il ripetersi di questi disastri, come anche le emergenze che si stanno verificando in questo periodo in altre zone del Paese, devono interpellarci tutti: è il grido della terra e dei poveri di cui parla Papa Francesco che deve spingerci verso profonde trasformazioni, alla ricerca di un diverso modo di vivere. Verso quella transizione ecologica indicata dai vescovi italiani nel Messaggio per la 16ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato che si celebra il 1° settembre.
Dobbiamo ripensare – afferma -
la qualità della vita umana, ritrovare una prospettiva pastorale: il
legame tra la cura dei territori e quella del popolo, per orientare a nuovi
stili di vita e di cittadinanza responsabile, così come a scelte lungimiranti
da parte delle comunità”.
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