di don Tonino Bello
al Vangelo
della festa dell’Assunzione
La risolutezza di Maria.
È lei che decide di muoversi per prima: non viene sollecitata da nessuno. È lei
che s'inventa questo viaggio: non riceve suggerimenti dall'esterno. È lei che
si risolve a fare il primo passo: non attende che siano gli altri a prendere
l'iniziativa. Dall'accenno discretissimo dell'angelo ha avuto la percezione che
la sua parente doveva trovarsi in serie difficoltà. Perciò, senza frapporre
indugi e senza stare a chiedersi se toccasse a lei o meno dare inizio alla
partita, ha fatto bagagli, e via! Su per i monti di Giudea. «In fretta», per
giunta. O, come traduce qualcuno, «con preoccupazione».
Ci sono tutti gli
elementi per leggere, attraverso questi rapidi spiragli verbali, lo stile
intraprendente di Maria. Senza invadenze. Stile confermato, del resto, alle
nozze di Cana, quando, dopo aver intuito il disagio degli sposi, senza esserne
da loro pregata, giocò la prima mossa e diede scacco matto al re. Aveva proprio
ragione Dante Alighieri nell'affermare che la benignità della Vergine non
soccorre soltanto colui che a lei si rivolge, ma «molte fiate liberamente al
dimandar precorre».
Santa Maria, donna del
primo passo, ministra dolcissima della grazia preveniente di Dio, «alzati»
ancora una volta in tutta fretta, e vieni ad aiutarci prima che sia troppo tardi.
Abbiamo bisogno di te. Non attendere la nostra implorazione. Anticipa ogni
nostro gemito di pietà. Prenditi il diritto di precedenza su tutte le nostre
iniziative.
Quando il peccato ci travolge, e ci paralizza la vita, non aspettare il nostro pentimento. Previeni il nostro grido d'aiuto. Corri subito accanto a noi e organizza la speranza attorno alle nostre disfatte. Se non ci brucerai sul tempo, saremo incapaci perfino di rimorso.
Se
non sarai tu a muoverti per prima, noi rimarremo nel fango. E se non sarai tu a
scavarci nel cuore cisterne di nostalgia, non sentiremo più neppure il bisogno
di Dio.
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