QUELL'UMILE
Andrea
Riccardi
Ma
i cristiani andavano colpiti come simbolo dell’Europa nemica. Eppure, era
venuto da poco in Europa. Tuttavia, la odiava. Odia se stesso e non sa chi
essere. Così, con un gesto folle, s’è fatto "combattente" contro gli
inermi, sperando di uscire dall’anonimato e di aureolarsi di eroismo e, forse,
di martirio. Ma martiri sono le sue vittime. Ieri altri in Francia hanno
tentato di fare gli "eroi", provando a uccidere vilmente, ma sono
stati bloccati. Sono in guerra contro la Francia e l’Europa, che li hanno
accolti. Non è la prima volta che i terroristi colpiscono la Chiesa. Nel 2016
uccisero sull’altare a Rouen l’ottantacinquenne padre Jacques Hamel,
sequestrato con qualche fedele. Senza pietà.
Le
tre vittime di Nizza sono figlie di un popolo umile che, in silenzio e con
tenacia, ripone in Dio la sua fiducia: va in chiesa e prega per sé e per tutti.
Non partecipa soltanto alla Messa, ma passa in chiesa un momento cercando nel
silenzio la presenza del Dio della pace e dell’amore. Lì è la fonte della fede
che accompagna tutto il giorno i miti visitatori della casa del Signore. La
preghiera di un pugno di giusti sostiene e salva il mondo – insegna un santo
d’Oriente. Non è necessario scomodare gli asceti. I giusti sono i tre uccisi in
chiesa che, con la preghiera di chi visita la chiesa, sostengono il mondo.
Durante
l’incendio di Notre Dame di Parigi nel 2018, molti hanno avuto un dubbio: il
fuoco della cattedrale non simboleggiava forse una Chiesa che si spegne? La
Chiesa oggi può essere colpita dai problemi, a tratti stanca. Ma un popolo
umile, nelle pieghe del quotidiano, confida nel Signore. I tre caduti a Nizza
non sono resti del passato, ma premesse del futuro. Dalla fedeltà alla
preghiera dei giusti, non tanto dai progetti, nasce la Chiesa di domani.
Le
reazioni della Chiesa francese sono state dolorose e pacate: i toni gridati
servono ad attizzare i fanatismi.
La
Chiesa umilmente potrà aiutare l’Europa a trovare la strada in un tempo
difficile per la pandemia e la complessa convivenza tra diversi. Non da oggi,
il Papa e la Chiesa mostrano come non si può chiudere ai rifugiati e bisogna
realizzare vie legali, le uniche a dare sicurezza. Invece, troppo spesso, si è
chiusa la porta e si è lasciata prosperare l’illegalità, si è addirittura
'investito' politicamente su di essa, mentre tanti morivano nel Mediterraneo. E
poi ci sono le periferie anonime senza comunità, laddove scuola e professori
sono l’unica presenza educativa (e a che prezzo!). Bisogna investire nel rifare
il tessuto umano delle periferie, perché siano capaci d’integrare. Niente
giustifica la violenza, ma bisogna lottare contro i cattivi maestri, i
fomentatori dell’odio, aprendo alternative per i giovani e i disperati. I
cristiani europei, in difficoltà come tutti per la pandemia, toccati da vari
problemi, colpiti da atti di violenza, devono ritrovare l’audacia evangelica.
Nizza
parla alla Francia, ma anche a vari Paesi europei. Si affaccia sul
Mediterraneo, è bagnata dalle contraddizioni di questo mare: le gravi tensioni
politiche specie sulla riva Sud, le migrazioni da quelle passate dei pieds
noirs d’Algeria a quelle recenti dei nordafricani. Il sangue sparso di
tre cristiani, umili e disarmati, è un seme di pace. Ci fa sperare in un
risveglio delle coscienze per una società più fraterna, mentre la Francia entra
nel lockdown. Ci fa credere che nuovi rapporti siano possibili in questo
Mediterraneo tormentato.
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