sabato 18 novembre 2023

IN CAMMINO VERSO IL GIUBILEO


 *INTERVENTO 

AL CONSIGLIO DELL'UMEC-WUCT*

-          Rev. Don Francesco Scalzotto – Dicastero per l’Evangelizzazione

Buongiorno a tutti. Mi fa molto piacere essere qui con voi in questa giornata e così condividere il lavoro fatto finora dal Dicastero per l’Evangelizzazione per quanto riguarda il prossimo Giubileo e i principali passi futuri.

Innanzitutto vi porto i saluti di S. E. Mons. Fisichella, Pro-Prefetto della Sezione del Dicastero dedicata alle Questioni fondamentali per l’Evangelizzazione nel mondo.

Io sono Francesco Scalzotto, officiale del Dicastero, sono prete della Diocesi di Bologna e mi occupo nel Dicastero del coordinamento di alcuni aspetti del Giubileo.

Ho pensato di suddividere questo nostro incontro in due parti. Nella prima offrirvi le linee dei principali contenuti, come l’orizzonte, nel quale si muove il nostro lavoro già da un anno e mezzo. Poi passerei alla parte più pratica e tecnica circa gli strumenti concreti per il Giubileo.

Giubileo: evento di popolo e tempo di speranza

Il Giubileo è un evento di popolo, ed è un evento di fede, già fin dal primo Giubileo del 1300. Infatti, quel primo Anno Santo nacque per volontà del Popolo di Dio. In un clima di cambio secolo, in un clima da fine del mondo, con il fascino anche delle date che segnano un passaggio – dal 1299 al 1300, il popolo di Roma accorre dal Papa Bonifacio VIII per chiedere il dono dell’indulgenza. Il Papa corrispose a quella richiesta così insistente concedendo «un’indulgenza di tutti i peccati, non solo piena e più abbondante, ma pienissima», così recita la Bolla di indizione, Antiquorum habet. «Pienissima»!

Era il 22 febbraio del 1300 e Bonifacio VIII scrive che l’indulgenza è retroattiva: essa valeva anche per quanti avevano già compiuto il pellegrinaggio fin dal Natale precedente. Un fatto curioso, che però ci dice l’insistenza del Popolo di Dio nel voler fare l’esperienza del perdono dei peccati.

Il Giubileo, quindi, non nasce come intuizione dei Papi, o dei pastori, e neppure dei teologi. È il frutto della fede del Popolo di Dio. Per cui mi sembra che si possa dire che il Giubileo è l’evento più popolare nella vita della Chiesa. Anche nelle sue forme celebrative è molto chiaro. Certamente ha avuto una sua evoluzione nel tempo – all’inizio non era ogni 25 anni, come oggi, ma solo dal 1475 – e tuttavia, però, si sa cosa si deve fare: è il tempo del pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli, è l’esperienza dell’attraversamento della Porta Santa, è il tempo della conversione, di una particolare immersione nei sacramenti, di riconciliazione, ecc...

Questo aspetto mi sembra una prima importante caratteristica e come Dicastero stiamo cercando di tenerlo sempre presente nella preparazione. Il Giubileo deve essere per il popolo, deve esprimere la spiritualità della Chiesa tutta, del Popolo di Dio, quello di oggi, quello di ogni età, quello di ogni continente.

Il Giubileo, poi, è fatto di gesti concreti. Il più emblematico ed evocativo è l’apertura della Porta Santa. È un gesto ben preciso, molto concreto. In passato, era ancora più fisico, materiale. Sapete bene come il Papa usasse simbolicamente un martello, mentre dei muratori davvero toglievano i mattoni dalla Porta Santa che veniva, così finalmente aperta.

C’è poi l’esperienza concreta del passaggio di questa Porta, che i pellegrini baciano e toccano; sulla soglia vi si inginocchiano. Non di rado scendono lacrime, ci sono canti ecc... è l’espressione delle gioia della fede, di chi approda alla sua meta dopo un lungo cammino esteriore, ma che molto spesso è segno di quello interiore.

C’è la concretezza del cammino a piedi. Il pellegrino fatica, cammina, suda, incontra compagni di strada. C’è la concretezza dei sacramenti: la confessione, l’Eucaristia. C’è la concretezza delle opere di penitenza, di digiuno, di elemosina... È l’Incarnazione del Signore Gesù che spalanca la nostra storia concreta e mostra la sua presenza in mezzo alla sua gente. È una speranza che si può toccare.

Proprio per questa concretezza, la Chiesa si inserisce nel cammino della storia di tutti gli uomini e donne del proprio tempo. Il Giubileo non si sottrae a questa dimensione e nel peculiare momento storico caratterizzato dalle tensioni tipiche del cambiamento culturale in atto, oltre che da gravi situazioni di guerra che pervadono diverse aree geografiche, propone con forza il tema della speranza.

Sappiamo bene come la speranza cristiana non sia un’evasione dal presente con i suoi problemi, ma è il fondamento che dà sicurezza all’esistenza di quanti si affidano a Dio. È dinamica e illumina il pellegrinaggio della vita, mostrando il volto dei compagni nel cammino. Non è un vagabondare solitario, ma un cammino di popolo, confidente e lieto, che si muove verso una destinazione nuova. La speranza va incontro a tutti e non rifiuta nessuno. Il suo è un movimento dinamico non un permanere statico. Dovremo essere capaci di annunciare la nostra fede e dare testimonianza della carità attraverso il linguaggio e i segni della speranza. D’altronde, l’immagine di C. Peguy quando descriveva la fede e la carità come le due sorelle maggiori che tengono per la mano la più piccola, la speranza, a cui nessuno sembra dar retta, ma che in effetti è quella che le trascina, possiede ancora oggi i tratti di profonda verità.

Questo è l’orizzonte di senso incarnato dal prossimo Giubileo che «potrà favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza» (Lettera di Papa Francesco, 11 febbraio 2022). La dimensione spirituale del Giubileo, che invita alla conversione, si coniughi con gli aspetti fondamentali del vivere sociale, per costituire un’unità coerente.

In particolare, pensando a voi insegnanti cattolici, c’è il grande tema dell’educazione dei più piccoli e dei giovani. Proprio dell’educazione è prospettare un futuro di speranza. Proprio dell’educazione è offrire gli strumenti capaci di andare incontro alla speranza e di diventane costruttori protagonisti. Credo che il Giubileo con il suo carico di cammino (pellegrini) e di speranza (di speranza) possa infondere nuove prospettive ed energie al grande compito dell’insegnamento e dell’educazione.

Tutti questi temi che stanno come orizzonte trovano particolare sintesi nel motto scelto dal Santo Padre: pellegrini di speranza, Peregrinantes in Spem. Pellegrini porta in sé il senso del cammino del Popolo di Dio, il cammino della vita nella luce delle fede in Gesù Cristo. E poi la speranza. Il profeta Isaia a più riprese vede la famiglia umana, che torna dalla dispersione, raccolta alla luce della Parola di Dio: «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce» (Isaia 9,1). La luce è quella del Figlio fatto Uomo, Gesù, che con la propria Parola raccoglie ogni popolo e nazione. È la fiamma viva di Gesù, venuto a proclamare l’anno di grazia del Signore (cfr. Lc 4, 19), che muove il passo dei pellegrini: «Álzati, rivestiti di luce, - dice di nuovo il profeta - perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te» (Isaia, 60,1).

 Strumenti e passi futuri

Questo che vi ho appena descritto è l’orizzonte (almeno una parte) nel quale stiamo lavorando da un anno e mezzo, ormai. Stiamo cercando di mediare queste prospettiva con strumenti, con sussidi, con pratiche, con un cammino di preparazione e con proposte concrete.

Innanzitutto il Logo e l’Inno del Giubileo, che oltre al motto, identificano l’anno santo sia a livello di appartenenza che di celebrazione. Entrambi portano in sé parte dei contenuti che vi ho precedentemente presentato e soprattutto hanno l’obiettivo di iniziare a scaldare i motori, visivamente e musicalmente accompagnando poi tutto l’anno santo. C’è bisogno di questi strumenti di appartenenza e identificativi, oltre che celebrativi.

Per quanto riguarda il logo, esso rappresenta quattro figure stilizzate per indicare l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra. Sono una abbracciata all’altra, per indicare la solidarietà e fratellanza che deve accomunare i popoli. Si noterà che l’apri-fila è aggrappato alla croce. È il segno non solo della fede che abbraccia, ma della speranza che non può mai essere abbandonata perché ne abbiamo bisogno sempre e soprattutto nei momenti di maggiore necessità. È utile osservare le onde che sono sottostanti e che sono mosse per indicare che il pellegrinaggio della vita non sempre si muove in acque tranquille. Spesso le vicende personali e gli eventi del mondo impongono con maggiore intensità il richiamo alla speranza. È per questo che si dovrà sottolineare la parte inferiore della Croce che si prolunga trasformandosi in un’ancora, che si impone sul moto ondoso. Come si sa l’ancora è stata spesso utilizzata come metafora della speranza.

Si è indetto un Concorso internazionale per musicare l’Inno il cui testo era stato scritto da Pierangelo Sequeri; hanno partecipato 270 persone provenienti da 38 Paesi differenti. Nel mese di aprile 2023 una Commissione Internazionale di musicisti ha scelto la musica di Francesco Meneghello (Maestro del Coro di Mantova). Attualmente abbiamo l’Inno in italiano tradotto in inglese e francese e presto nelle altre lingue principali, che potete trovare online, scaricabili gratuitamente sia per quanto riguarda la versione audio, che per quanto riguarda gli spartiti. Infine, nel mese di settembre, è stata pubblicata in dodici lingue la Preghiera del Giubileo composta dal Santo Padre.

Venendo al Sito. Dal 9 maggio scorso è stato inaugurato il sito web del Giubileo: www.iubilaeum2025.va. Questa pagina web è il riferimento ufficiale del Giubileo, e lì saranno presentati gli aggiornamenti e le novità che giorno per giorno si vanno sommando. È una pagina in 9 lingue, che offre anche parti di contenuto, che illustrino con testi e brevi video che cosa sia il Giubileo, quale la sua storia ecc... questo anche a servizio di una catechesi che non può più essere data per scontata. Il Giubileo è uno sconosciuto quanto alla sua storia e al suo valore. Ha da essere riscoperto a tutte le età e in questo senso alimenta l’azione pastorale, la catechesi, i percorsi formativi. Quella che trovate è una prima parte di materiale che andremo ad arricchire.

Dal 31 ottobre u.s. è possibile scaricare la nuova App del Giubileo 2025, iubilaeum2025. Dall’applicazione, scaricabile per iOS e Android, si può accedere a tutte le notizie già presenti sul sito web, ma l’interfaccia dell’app renderà più semplice e rapida l’iscrizione agli eventi giubilari, con la possibilità di ricevere informazioni personalizzate. L’utente potrà salvare gli eventi a cui è interessato, accedere più velocemente alla propria area personalizzata, disporre del Qr code per i tempi del pellegrinaggio alla Porta Santa. L’app, in sostanza, consentirà al pellegrino una più rapida acquisizione delle informazioni sul Giubileo, faciliterà il procedimento dell’iscrizione e renderà più veloce l’organizzazione dei pellegrinaggi interni alla città, oltre a consentire la comunicazione diretta tra il pellegrino e il Dicastero.

All’atto dell’iscrizione, il pellegrino, dopo aver inserito i dati richiesti, riceverà la “Carta del pellegrino”, in versione digitale, con un Qr code personale necessario per avere accesso agli eventi giubilari e per organizzare il pellegrinaggio verso la Porta Santa. L’utilizzo sarà destinato non solo ai singoli, ma anche a quanti organizzano i pellegrinaggi in gruppi parrocchiali, diocesani o altro. Questa iscrizione è ovviamente gratuita, ma sarà richiesta per potere accedere alla Porta Santa e agli eventi o celebrazioni giubilari. Questo per un motivo di sicurezza e di miglior organizzazione possibile. Vogliamo infatti che il passaggio della Porta santa sia un momento di fede, e non caratterizzato da uno stile rapido e frettoloso, senza neanche accorgersi di ciò che si sta facendo...per questo abbiamo bisogno di contingentare i flussi e l’iscrizione ci permette di fare questo. Chi non avesse effettuato l’iscrizione comunque potrà fare il pellegrinaggio alla Porta Santa, dal momento che in Via della Conciliazione è presente il Centro Accoglienza Pellegrini che gestirà tutto questo flusso.

Vengo ora al Calendario, che è stato reso pubblico il 9 maggio scorso. Troverete solo i principali eventi, quelli che ci immaginiamo porteranno a Roma migliaia di pellegrini...non trovate ovviamente i pellegrinaggi delle Diocesi o di categorie più piccole nei numeri. Tutto andrà a comporsi man mano che riceveremo le iscrizioni. Il calendario vuole dare concretezza a quella prospettiva ampia di popolo di cui vi parlavo in precedenza. Sono infatti convocati i giubilei per le famiglie, i giovani, i lavoratori, i movimenti, i sacerdoti, i vescovi, la vita consacrata, ecc...

Sottolineo in modo particolare su quello che immagino vi interessi maggiormente: il Giubileo del Mondo dell’Educazione che si terrà a Roma nei giorni dal 30 ottobre al 2 novembre 2025. Saranno giornate dedicate al mondo degli insegnanti, dei professori, degli educatori professionali, degli amministrativi e di quanti si occupano a vario titolo dell’educazione. Insieme vivremo le celebrazioni giubilari con il rito del pellegrinaggio, dell’attraversamento della Porta Santa, dell’Eucaristia col Santo Padre, della professione di fede alla tomba degli apostoli e la possibilità del sacramento della riconciliazione. Ci saranno pure occasioni di incontro e riflessione a tema speranza ed educazione, in una sorta di “dialogo con la città”.

A queste giornate è già possibile iscriversi tramite la App, anche se ancora al momento il programma specifico non è stato divulgato, essendo ancora in fase di elaborazione.

Ecco, io mi fermerei qui. Le cose, come vedete sono tante e non possono che aumentare, l’invito dunque è a seguire il lavoro del Dicastero e la preparazione al Giubileo. Io, per il momento, vi ringrazio per la gentile attenzione. Grazie.



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