domenica 28 aprile 2019

CAMBIARE LA SCUOLA? E' COME GUIDARE UN ICEBERG



di Simone Paliaga *

Ci sono temi tabù. Inaffrontabili se non schierandosi. Uno di questi, soprattutto tra chi ci lavora, è la valutazione della scuola. O meglio la valutazione delle istituzioni scolastiche, del loro operato e della loro efficacia. E, come conseguenza, l’indiretta valutazione dei docenti. Ogni volta che si solleva la questione la polemica divampa. È impossibile discuterne senza assumere posizioni radicali. E in Italia non si è mai riusciti a parlarne pacatamente accettando l’idea che sia legittimo valutare le istituzioni scolastiche e la loro efficacia. E questo sorprende perché la scuola vive anche di valutazioni.
Oggi c’è una grande opportunità per riaprire il dibattito sulla valutazione dell’efficacia del sistema di istruzione. Disponiamo finalmente di un testo importante per prendere di petto la questione. Si tratta di Efficacia e inefficacia educativa. Esame critico della Knowledge Base (Springer editore, pagine 409, s.i.p.), pubblicato da poco in traduzione italiana dall’Invalsi grazie a un finanziamento europeo confluito nei celebri PON.
Il nome dell’autore, Jaap Scheerens, a molti dice poco o nulla. Eppure è una delle figure in- tellettuali più influenti in circolazione, soprattutto per l’analisi condotta da anni intorno alle politiche scolastiche. Classe 1946, olandese di nascita, Scheerens ha anche insegnato in Italia all’Università Roma Tre. Per lungo tempo ha partecipato a progetti di ricerca internazionale. Attualmente è membro del consiglio scientifico dell’Invalsi, l’agenzia nazionale a cui compete, tra l’altro, la valutazione del sistema scolastico italiano.
Il testo, peraltro molto tecnico e specifico e frutto di oltre dieci anni di lavoro, pone problemi di governance educativa e di politiche di organizzazione del
sistema scolastico. Tutte cose apparentemente lontane dalla quotidianità ma le cui conseguenze ricadono sulla vita di milioni di persone tra studenti, famiglie e docenti. Dalle analisi dello studioso olandese emerge «una evidenza della limitata malleabilità dei sistemi educativi, indicando non solo scarse associazioni significative fra “cause” ed “effetti” ma anche la lentezza, nella maggioranza dei casi, del processo di riforma dell’istruzione». Snocciolando analisi e dati, il pedagogista neerlandese mostra come la complessità dei sistemi scolastici sia così ampia e variegata che trovare soluzioni atte al loro miglioramento diventa difficile senza contare la pesante inerzia dei sistemi scolastici. Su ognuno di essi gravano così tante variabili che ogni soluzione deterministica è destinata a un probabile fallimento. Individuare una causa su cui intervenire per sortire l’effetto desiderato sulla «malleabilità» dei sistemi scolastici si rivela illusorio.
Scheerens, pur propendendo per il modello di istruzione olandese, riconosce che sia difficile stabilire «scientificamente» quali condizioni e quali azioni producano sistemi educativi efficaci. Le variabili coinvolte sono così tante e per di più incastonate in un sistema complesso multilivello (ministero, istituzione scolastica, classe e alunni e insegnanti) che individuare degli indicatori condivisibili da tutti rischia di mancare di rigore. Pur riconosciuta la complessità della situazione ancora di più si dovrebbe aprire il dibattito sulle modalità della valutazione.






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