venerdì 16 febbraio 2018

IL SUICIDIO DI UNA CIVILTA'

Che società stiamo preparando per i nostri figli? Ci si illude di esorcizzare la presenza dei poveri e degli stranieri tenendoli a distanza. E non ci si rende conto che la logica dell’emarginazione sociale e culturale produce violenza – perché lo è già in se stessa. .... Non abbiamo ancora capito che così stiamo andando verso il suicidio della nostra civiltà.

di Giuseppe Savagnone 
       
         Peccato che il ragazzo che in questi giorni, in una scuola degli Stati Uniti ha massacrato a colpi di fucile 17 persone, tra ragazzi e professori, ferendone altri quindici, non fosse un arabo, un musulmano, o almeno un africano… Avremmo potuto auspicare che i “veri” americani si rifacessero sparando a loro volta a un paio di stranieri.
       Come da noi ha fatto, a Macerata, un altro “bravo ragazzo”, Luca Traini, che, per vendicare l’atroce assassinio di Pamela Mastropietro, non ha trovato niente di meglio che sparare a sei disgraziati nigeriani, rei di essere connazionali del principale sospettato dell’omicidio. Come se il diciannovenne massacratore della scuola della Florida fosse stato italiano, e qualche americano, indignato dell’accaduto, sparasse ora alla cieca sugli italiani che incontra per strada…
     “I matti ci sono sempre stati”, osserverà qualcuno, col sottinteso che non vale pena di drammatizzare. Già. Ma in questo momento della nostra storia sono tanti, i matti. Perfino l’avvocato di Traini ha detto di trovare «allarmante» la quantità di dichiarazioni e messaggi di solidarietà pervenute al suo cliente da tutte le parti d’Italia. Scritte sui muri delle nostre città, striscioni, slogan gridati, inneggiano al suo gesto. E del resto anche Matteo Salvini, il leader della Lega – di cui Traini è stato candidato alle comunali del 2017 –, pur condannando il gesto ha aggiunto che «è chiaro ed evidente che un’immigrazione fuori controllo, un’invasione come quella organizzata, voluta e finanziata in questi anni, porta allo scontro sociale».
       La colpa, insomma, in fondo, è di chi ha permesso che quei nigeriani a cui Traini ha sparato fossero in circolazione nel nostro Paese. Se fossero rimasti nel loro, tutto questo non sarebbe accaduto. E qui il segretario della Lega ha ribadito che, quando andrà lui al governo, nessuno avrà più bisogno di sparare agli stranieri perché essi – almeno quelli poveri, visto che i ricchi sono e saranno sempre i benvenuti – verranno aiutati «a casa loro», più precisamente nei lager libici dove già ora vengono amichevolmente ammassati e torturati per sconsigliare loro il viaggio in Italia.
      I barbari nessuno li vuole. Dove per “barbari”, per la verità, non vanno intesi soltanto gli immigrati, ma anche i poveri e i disabili. Insomma, i “diversi”. A questo proposito, recentemente è stato notato che nei Rapporti di autovalutazione (RAV) che i licei italiani pubblicano ogni anno sul sito del Ministero della Pubblica Istruzione, per farsi conoscere e apprezzare dalle famiglie dei potenziali alunni, le assicurazioni volte ad attirare “clienti” sono tristemente indicative dell’attuale clima culturale in Italia e in tutto il mondo occidentale.
      Così, nel Rapporto di autovalutazione del prestigioso liceo «Visconti» di Roma, si sente il bisogno di precisare che «tutti, tranne un paio, gli studenti, sono di nazionalità italiana e nessuno è diversamente abile» e si aggiunge che la percentuale di alunni svantaggiati «per condizione familiare è pressoché inesistente».
       Da parte sua, il liceo «Doria» di Genova ci tiene a garantire che ….


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