giovedì 26 dicembre 2019

SCRIVERE E PARLARE BENE IN ITALIANO. UNA GRAMMATICA UMORISTICA

Per ripassare l’italiano divertendosi

Tutti, prima o poi, abbiamo avuto dei dubbi circa le regole della nostra bella lingua. 

Un libro di Francesco Mercadante ci aiuta a risolverli


di Daniela Vellutino*

Sé stesso o se stesso? Perché caporedattori è un plurale diverso da capistazione se entrambi i nomi sono composti dalla parola testa “capo-”? Avere dubbi su come si scrive o si pronuncia correttamente una parola, non essere sicuri sulla formazione del plurale dei nomi e degli aggettivi, esitare sulle concordanze, sulla punteggiatura e sull'ortografia può capitare a tutti. Capita a chi parla e scrive per professione come a chi usa la lingua italiana solo per social
izzazione. Ci sarà sempre una circostanza in cui ci troveremo davanti a una persona con la quale parlare d'affari, d'amore o di qualsiasi altra cosa e ci verranno dubbi sulle parole giuste o sull'accordo sintattico o sull'uso del congiuntivo nelle frasi dipendenti.
Verba volant, penseremo rassicurandoci. A volte è così, fortunatamente. Non volano via, però, i messaggi vocali di Whatsapp, i discorsi trasmessi e registrati in podcast sul web che fa convergere i media o il parlato trascritto durante le intercettazioni telefoniche. Quando poi davanti a noi c'è un foglio e in mano una penna, in assenza di un correttore ortografico, scripta manent. Sono questi i momenti in cui si capisce che la padronanza della lingua italiana è davvero una competenza fondamentale e non scontata solo perché abbiamo frequentato la scuola per tredici anni o ci siamo laureati sostando così nei banchi per diciotto anni o anche più.
Allora, che fare? Riprendere i libri di grammatica delle scuole superiori dimenticati chissà dove se non buttati via dopo l'uso scolastico obbligatorio o venduti come fa Pinocchio nella favola?
Meglio ripassare le regole di grammatica leggendo un libro spassoso come la Grammatica umoristica di Francesco Mercadante, edito da Margana edizioni. Una divertente guida tascabile per riflettere sugli usi corretti della lingua italiana. Un libro da leggere in treno o in bus pensando proprio al fatto che la nostra lingua è in movimento e le sue regole di grammatica devono essere conosciute per essere applicate correttamente; tenendo conto, però, che la lingua subisce ristandardizzazioni per la sua variabilità.
Grammatica umoristica perché Francesco Mercadante ha raccolto esempi di strafalcioni di ministri, manager e blogger per spiegare gli usi corretti della lingua italiana. Svarioni esposti insieme ad aneddoti, miti, citazioni letterarie e pop, frasi scritte sui muri, fotografie di Giò Vacirca. Il tutto narrato con un registro ironico aulico, repleto di aggettivi e avverbi spesso anteposti, che proprio per questo fa ricordare la ricchezza espressiva del nostro patrimonio linguistico.
Tratti linguistici questi che potrebbero mostrare anche l'emergere di una nuova varietà di lingua che sta prendendo forma, che ho denominato Italiano NazionalPOPolare perché è un uso della lingua nazionale che mescola al lessico comune, termini in inglese, parole e espressioni dei dialetti d'origine e della Popular culture (POP), la cultura di massa trasmessa dai media. Francesco Mercadante riporta tanti esempi che mostrano, divertendoci, il difficile rapporto tra noi italiani e la nostra lingua madre. Un rapporto complicato, analizzato in numerosi studi di linguistica che, però, poco fanno notizia e descritto a chiare lettere dai numeri dei rapporti internazionali e nazionali che, invece, fanno notizia proprio perché fotografano l'Italia che si distacca dai Paesi più avanzati.
Hanno fatto notizia gli ultimi dati Ocse–Pisa sulla comprensione di un testo da parte degli studenti italiani quindicenni che non riescono a identificare il messaggio principale di un testo di media lunghezza. Così come gli analoghi risultati delle prove INVALSI, condotte quest'anno fra gli alunni di terza media, che rilevano che solo il 65% ha superato il livello minimo richiesto almeno il livello 3 di comprensione testuale. Vale a dire che «l'allievo/a individua una o più informazioni fornite esplicitamente in una porzione ampia di testo, distinguendole da altre non pertinenti. Ricostruisce il significato di una parte o dell'intero testo ricavando informazioni implicite da elementi testuali (ad esempio punteggiatura o congiunzioni) anche mediante conoscenze ed esperienze personali. Coglie la struttura del testo (ad esempio titoli, capoversi, ripartizioni interne) e la funzione degli elementi che la costituiscono. Conosce e usa parole ed espressioni comuni, anche non legate a situazioni abituali. Conosce e utilizza le forme e le strutture di base della grammatica e la relativa terminologia».
Se questi test fossero somministrati ad un ampio campione di popolazione italiana adulta ne verrebbe fuori un quadro ben più sconfortante. Analfabetismo di ritorno, analfabetismo funzionale rappresentano fenomeni in ascesa, segno tangibile di un deficit culturale che contribuisce non poco ad attestare il ritardo di sviluppo del nostro Paese al pari delle cifre dei deficit economico e demografico.
Forse anche per contribuire ad arginare questo deficit che Francesco Mercadante ha voluto dedicare un po' del suo tempo a registrare e analizzare gli strafalcioni distaccandosi dalle sue quotidiane analisi dei testi del mondo economico e finanziario.
  
* Professoressa di Italiano Istituzionale, Comunicazione Pubblica e Linguaggi Istituzionali, presso l'Università degli Studi di Salerno

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