venerdì 9 dicembre 2011


Sono passati 63 anni dal 10 dicembre 1948, giorno in cui l'Assemblea Generale dell'Onu proclamò la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. E domani, 10 dicembre, in tutto il mondo si celebra la Giornata dei diritti umani. La ricorrenza viene festeggiata tutti gli anni a partire dal 1950, quando fu istituita la Giornata Mondiale dei diritti umani con la risoluzione 423 V dell'Onu, che invita tutti gli stati che fanno parte delle Nazioni Unite a celebrarla.
«I diritti umani appartengono a ognuno di noi, senza eccezioni. Ma se non conosciamo e difendiamo il nostro diritto e il diritto degli altri ad esercitarli resteranno solo parole in un documento vecchio di decenni», è il messaggio lanciato dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon per questa occasione. Il segretario generale delle Nazioni Unite ha avuto parole di particolare attenzione per la primavera araba, a cui di fatto ha dedicato questa edizione 2011 della Giornata Mondiale dei diritti umani: quest'anno, «in tutto il mondo si sono mobilitate persone per chiedere giustizia, dignità, uguaglianza, partecipazione, i diritti sanciti nella Dichiarazione Universale». Ban Ki-moon ha anche voluto sottolineare come molti manifestanti della primavera araba abbiano avuto modo di collegarsi con il resto del mondo attraverso i social media: «sono finiti i giorni in cui i governi repressivi potevano controllare totalmente il flusso di informazioni» ha detto, sollecitando i governi a non «bloccare l'accesso a Internet e le varie forme di social media per prevenire le critiche e il dibattito pubblico». Dunque, «un anno straordinario per i diritti umani» e anche per guardare alle sfide future bisogna trarre ispirazione «dall'esempio degli attivisti dei diritti umani e dalla Dichiarazione Universale per fare del nostro meglio». E anche sul sito dell'Onu dedicato alla giornata si leggono parole che sottolineano l'importanza dei social media e delle nuove tecnologie come strumento di informazione e di dialogo che supera molto facilmente barriere e frontiere: quest'anno «migliaia di persone hanno deciso che e' giunto il momento di reclamare i propri diritti» e lo hanno fatto anche «grazie agli sms per informare, ispirare e mobilitare sostenitori dei loro diritti umani fondamentali. I social network hanno aiutato gli attivisti ad organizzare movimenti di protesta pacifica in diverse città nel mondo - a Tunisi, al Cairo, a Madrid, a New York ed in altre città e paesi nel mondo - a volte anche affrontando violente repressioni». E ancora: «attraverso il potere incredibile dei social network, le persone comuni si sono trasformate in attivisti per i diritti umani» che «appartengono in egual misura a ciascuno di noi e ci legano tutti insieme in una comunità globale con gli stessi ideali e valori». La primavera araba è stata anche protagonista dei premi Nobel per la pace di questo 2011, consegnati a tre donne attiviste per i diritti umani fra cui Tawakkol Karman, leader del principale gruppo di opposizione in Yemen, premiata insieme alla presidente della Liberia Ellen Johnson Sirleaf e all'attivista liberiana Leymah Gbowee. E come tutti gli anni la cerimonia di consegna dei premi avverrà il 10 dicembre, a Oslo, in concomitanza con la Giornata Mondiale dei diritti Umani. All'Onu, sul web e sui social media oggi l'Alto Commissariato per i diritti Umani ha ospitato una sorta di conferenza globale, una conversazione virtuale aperta a tutti a cui si poteva partecipare collegandosi al sito Internet o attraverso gli account Facebook, Twitter, Weibo. Fra le moltossime iniziative che nel mondo accompagnano questa giornata, si segnala quella di Amnesty International, che domani sera illuminerà di giallo (il colore dell'organizzazione per i diritti umani fondata nel 1961) le Cascate del Niagara. L'associazione partecipa alla maratona mondiale di firme "Write for rights": fino al 17 dicembre sarà possibile collegandosi al sito firmiamolitutti, firmare gli appelli per il rispetto dei diritti umani in Azerbaigian, Camerun, Corea del Nord, Iran e Messico.


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