SER MAIS
ESSERE DI PIU'
MIGLIORARSI
e
MIGLIORARE
100 anni fa nasceva Paulo Freire, uno dei più grandi Maestri della pedagogia. Del Novecento? Sarebbe riduttivo considerarlo solo per quello che ha significato nel secolo in cui è vissuto, anche se non ci si può avvicinare a Freire privandolo del suo contesto sociale, culturale, politico ed anche pedagogico. Ma leggere Freire significa misurarsi con i problemi di oggi alla luce di un pensiero che parla al nostro tempo ed è un pensiero di futuro.
Freire ci ricorda che l’educazione è
finalizzata alla trasformazione, non all’accumulo ‘bancario’ di conoscenze
inerti. È, quindi, azione politica. “Non si sta al mondo con i guanti bianchi “.
Si sta al mondo prendendo posizione.
Quale posizione? Freire ha fatto la scelta
dei poveri, degli oppressi, dei dimenticati. Ma come? Non come chi sa si rivolge
dall’alto di una cattedra a chi non sa, ma come chi si mette accanto e in
dialogo, offrendo non risposte preconfezionate o strumentali, ma domande,
ascolto profondo, condivisione.
La sua pedagogia è una pratica di dialogo,
nella quale, confrontando saperi diversi, si contrasta un modo di pensare
acritico, conformista e omologato, si prende coscienza delle contraddizioni, dei
problemi, della complessità del mondo, non per arrendersi al fatalismo
dell’evidenza, ma per sentirsi chiamati in causa.
Da questo incontro prende
avvio il processo che Freire chiama di coscientizzazione. Non si tratta di un
processo unidirezionale, ma di un processo che riguarda tanto chi è oppresso
quanto chi prende coscienza di esercitare una qualche forma di oppressione. “Ser
mais”, “essere più”, è l’espressione che Freire utilizza per indicare tale
processo, che è di liberazione e di umanizzazione.
P. Freire è considerato uno dei principali
riferimenti del “Service-Learning”, approccio pedagogico che ne eredita la
concezione trasformatrice dell’educazione, che, se “non può cambiare il mondo,
può cambiare gli uomini che possono cambiare il mondo”. Una pedagogia del
servizio, che propone ai giovani l’ideale del “essere più” e non “avere di più”,
ed “essere più” non per quello che si sa ottenere, ma per quello che si sa
donare.
Italo Fiorin
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