giovedì 16 maggio 2013

IL REFERENDUM DI BOLOGNA



Comunicato stampa


Sulla scuola non ci si può dividere

L’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC) esprime forte preoccupazione per il clima di contrapposizione che ha ispirato e accompagna l’ormai prossimo appuntamento referendario comunale della città di Bologna di fine maggio. Alla base dell’istanza del comitato promotore vi è una posizione che, a giudizio dell’Associa-zione, risente di un’evidente, malcelata e antistorica deriva ideologica, che interpreta in “laicite” il giusto e irrinunciabile principio di “laicità” della Repubblica che caratterizza la nostra Carta costituzionale.
Il quesito referendario sembra non tenere conto dell’evoluzione normativa nel nostro Paese e di concreti e inconfutabili dati di realtà. Contrapporre scuola statale e paritaria comunale a scuola paritaria privata significa non aver metabolizzato adeguatamente il dettato della Legge 62/2000, ulteriormente ribadito nelle recenti Indicazioni nazionali per il curricolo. Una norma “laica” che riconosce la funzione pubblica dell’istituzione scolastica a prescindere dall’ente gestore (Stato, Comune, privato). Un principio che pone al centro non “il chi fa”, ma il “per chi si fa” scuola: il bambino.
Ciascun soggetto in formazione ha il diritto costituzionale ad avere un’istituzio-ne scolastica che lo accolga e lo accompagni nel percorso di crescita e di umanizzazione. È importante poter contare su una scuola vera e di qualità. I dati confermano che, senza le migliaia di scuole paritarie, la Repubblica non potrebbe ottemperare al proprio mandato di occuparsi di tutti senza dimenticarne qualcuno, anzi molti. Lo sviluppo del sistema pubblico integrato garantisce la possibilità di andare incontro alle esigenze delle famiglie nel rispetto della libertà di scelta educativa. La mancata generalizzazione della scuola dell’infanzia dipende dall’atavica mancanza di fondi, oltre che da volontà politica e, non certo, dalla presenza delle scuole non statali.
L’AIMC richiama tutte le forze e i soggetti in campo a riflettere sulla necessità di non considerare la Scuola terreno di divisione, ma di unione, non campo di battaglia ideologico, ma free zone di collaborazione, non istituzione su cui si fanno i conti, ma su cui si conta per il futuro e la crescita dell’Italia. Il momento storico, proprio perché fortemente condizionato dalla crisi economica, chiama a responsabilità e a considerare la scuola di tutti e per tutti e, proprio per questo, bene pubblico da difendere e promuovere.
La presidenza nazionale AIMC

Roma, 16 maggio 2013

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