venerdì 11 febbraio 2011

E SE PROVASSIMO A PARLAR SOTTOVOCE?

"La parola è un'ala del silenzio", così scriveva Palo Neruda. Oggi si vive nel frastuono: si ha paura del silenzio. Eppure, è nel silenzio che ci si incontra con se stessi ed anche con Dio.
Nel silenzio si scopre di respirare; si percepisce un mondo che non ha ansia, che non batte come i secondi, monotonamente. Si sentono i propri pensieri muoversi nella testa e si assiste alla nascita di un pensiero che non c’era e che riesce persino a meravigliare. E allora si medita e lo si riesanima, lo si rigira, lo si approfondisce e ne nasce un altro e ci si ritrova tra una popolazione di pensieri che certo vivono ma non fanno fracasso. …(V. Andreoli, La vita digitale, Rizzoli, 2007).
Dice lo storico Stefano Pivato: «La civiltà contemporanea è la civiltà del rumore. Anche in tv si urla sempre per farsi notare». E ancora: «Jacques Attali dice che il mondo si ascolta. E se lo si fa si sente frastuono: nei comizi politici, nei grandi discorsi di piazza ....  Il rumore ha preso il posto delle relazioni umane. Anche nella scuola spesso si grida e anche si parla tanto. Come se tutti fossero sordi. Non c'è spazio per i mezzitoni, per il parlar sottovoce, per le sfumature.
Quali percorsi educativì per contrastare tale modo di fare... e di essere?

Leggi: RIDATECI IL SILENZIO

CONTEMPLAZIONE E STUPORE







Nessun commento:

Posta un commento