domenica 27 ottobre 2024

CURRICULA o CURRICOLI ?

 


Quale è il plurale della parola “curriculum”?

- di Patrizio Lo Votrico

 "Curriculum" è uno di quei termini che dal latino sono arrivati fino a noi e che sono entrati nella nostra quotidianità, ma, nonostante ciò, solleva dei dubbi: quale è il suo plurale?

La parola latina curriculum è entrata nella lingua italiana attraverso l’espressione curriculum vitae, che significa “corso della vita in breve”. Questo utilizzo appare per la prima volta nel 1892. Successivamente, a partire dal 1941, si trova l’uso della parola singola curriculum, che si afferma in forma invariabile ed è registrata nei dizionari italiani come un sostantivo maschile invariabile. Tuttavia, nel latino classico, curriculum era un sostantivo neutro. Con il passaggio all’italiano, ha subito un cambiamento di genere, passando da neutro a maschile.

Il plurale corretto di “Curriculum”

Questo cambiamento di genere crea difficoltà e dubbi quando si tratta di più esemplari di curriculum e non più uno solo. Anche se esiste la forma italianizzata curricolo, con il rispettivo regolare curricoli, la parola latina originale curriculum continua ad essere la preferita. Il plurale corretto di curriculum sarebbe curricula, secondo le regole del latino. Tuttavia, questa forma incontra una certa resistenza, poiché la desinenza in -a, tipica del plurale dei neutri latini, non è comune nella morfologia italiana e presuppone una conoscenza di base del latino.

Anche vocabolari recenti come il GRADIT, il Vocabolario Treccani online e lo Zingarelli riconoscono una varietà di possibilità. Tra queste, la forma invariabile curriculum è accettata, trattando la parola come un prestito ormai stabilizzato che ha perso la sua forma plurale originaria. Questo accade anche con altri latinismi moderni, come referendum.

In conclusione, anche se la forma curricula sarebbe preferibile, viene talvolta percepita come un eccessivo sfoggio di erudizione. Le alternative sono curricoli, che non è molto diffusa, e l’invariato curriculum, ampiamente utilizzato e accettato.

Conclusioni sulle forme di “Curriculum”

La parola curriculum deriva dalla lingua latina e significa letteralmente “corso” o “percorso”. In ambito moderno, il termine si è affermato soprattutto con il significato di “curriculum vitae”, ossia il documento che elenca il percorso formativo e lavorativo di una persona.

Dal punto di vista linguistico, una delle questioni più frequenti riguarda la formazione del suo plurale. Seguendo la grammatica latina, il corrispettivo corretto di curriculum sarebbe curricula, poiché in latino i nomi neutri della seconda declinazione terminano in -um al singolare e in -a quando ci si riferisce a più di un esemplare.

Tuttavia, nell’uso quotidiano della lingua italiana, si sono sviluppate altre forme di plurale. Tra queste, troviamo curricoli, una forma italianizzata che rispetta le regole del nostro idioma, ma che non è largamente utilizzata. Molto più diffusa è la tendenza a mantenere la forma invariabile curriculum, trattandola come un forestierismo integrato nella lingua italiana, analogamente a quanto accade con parole come referendum, che è anch’esso invariato.

L’importanza di mettere la lingua latina nel “curriculum”

La lingua latina, spesso considerata una lingua morta, continua a rivestire un ruolo fondamentale nella formazione culturale e intellettuale. Studiarla oggi non significa semplicemente imparare una lingua che non è più parlata correntemente, ma entrare in contatto con le radici stesse della nostra cultura, della nostra storia e del nostro pensiero. Vediamo perché lo studio della lingua rimane rilevante.

1. Radici linguistiche e culturali

La lingua latina è la lingua madre di molte lingue moderne, come l’italiano, lo spagnolo, il francese, il portoghese e il rumeno, tutte appartenenti al ceppo delle lingue romanze. La conoscenza del latino facilita non solo l’apprendimento di queste lingue, ma anche la comprensione profonda delle strutture linguistiche. Molti termini, soprattutto nel campo delle scienze, della filosofia e della giurisprudenza, derivano direttamente dalla lingua latina, e conoscerne l’etimologia aiuta a comprendere meglio il loro significato e utilizzo.

Ad esempio, molte parole italiane quotidiane come “tempo”, “amore”, “vita” derivano da tale lingua classica (tempusamorvita). Questa influenza non si limita al lessico, ma coinvolge anche la grammatica e la sintassi. Conoscere il latino significa saper decodificare meglio le sfumature del linguaggio moderno.

2. Pensiero critico e logica

Non è solo una lingua, ma una chiave per comprendere la logica e la struttura del pensiero occidentale. Tradurre da questa lingua classica richiede un notevole sforzo di analisi e comprensione. La sua grammatica complessa obbliga lo studente a ragionare con attenzione e a sviluppare capacità di problem solving.

La pratica del tradurre costruisce un pensiero analitico, portando a sviluppare abilità critiche che sono utili in ogni ambito della vita.

Un esercizio di traduzione dalla lingua latina non è solo una questione di trovare corrispondenze lessicali, ma anche di interpretare il significato nel suo contesto e di restituirlo con coerenza. Questa operazione rende lo studio della lingua particolarmente formativo, non solo da un punto di vista linguistico, ma anche logico.

3. Importanza nelle discipline moderne

Questa lingua è presente in molti campi del sapere moderno, dalla biologia alla medicina, dalla giurisprudenza alla teologia. Molti termini scientifici e medici derivano direttamente dal latino, e una buona conoscenza della lingua può semplificare la comprensione di questi vocaboli tecnici.

In biologia, per esempio, i nomi scientifici delle specie animali e vegetali sono ancora oggi espressi in lingua latina, secondo la classificazione binomiale introdotta da Linneo nel XVIII secolo. Lo stesso vale per la medicina, dove molti termini anatomici, patologie e procedure mediche mantengono il loro nome in lingua latina. Avere familiarità con il latino permette quindi una maggiore comprensione di questi settori specializzati.

4. Sviluppo di competenze trasversali

Infine, il suo studio sviluppa una serie di competenze trasversali che risultano utili anche in contesti lavorativi. La capacità di analizzare, di risolvere problemi complessi, di lavorare con precisione e di comunicare efficacemente sono tutte abilità che si sviluppano nello studio della lingua latina. Queste competenze sono altamente trasferibili e possono essere applicate in una vasta gamma di professioni, dal diritto alla comunicazione, dalla scrittura alla gestione aziendale.

Nell’epoca della tecnologia e dell’innovazione, lo studio di suddetta lingua ci ricorda che le radici del progresso affondano nella conoscenza del passato.

 Liberiamo

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