- di Patrizio Lo
Votrico
La parola latina curriculum è
entrata nella lingua italiana attraverso l’espressione curriculum vitae,
che significa “corso della vita in breve”. Questo utilizzo appare per
la prima volta nel 1892. Successivamente, a partire dal 1941, si trova
l’uso della parola singola curriculum, che si afferma in forma
invariabile ed è registrata nei dizionari italiani come un sostantivo maschile
invariabile. Tuttavia, nel latino classico, curriculum era
un sostantivo neutro. Con il passaggio all’italiano, ha subito un
cambiamento di genere, passando da neutro a maschile.
Il
plurale corretto di “Curriculum”
Questo
cambiamento di genere crea difficoltà e dubbi quando si tratta di più esemplari
di curriculum e non più uno solo. Anche se esiste la forma
italianizzata curricolo, con il rispettivo regolare curricoli,
la parola latina originale curriculum continua ad essere la
preferita. Il plurale corretto di curriculum sarebbe curricula,
secondo le regole del latino. Tuttavia, questa forma incontra una certa
resistenza, poiché la desinenza in -a, tipica del plurale dei
neutri latini, non è comune nella morfologia italiana e presuppone una
conoscenza di base del latino.
Anche
vocabolari recenti come il GRADIT, il Vocabolario Treccani online e lo Zingarelli
riconoscono una varietà di possibilità. Tra queste, la forma
invariabile curriculum è accettata, trattando la parola come
un prestito ormai stabilizzato che ha perso la sua forma plurale
originaria. Questo accade anche con altri latinismi moderni, come referendum.
In
conclusione, anche se la forma curricula sarebbe preferibile,
viene talvolta percepita come un eccessivo sfoggio di erudizione. Le
alternative sono curricoli, che non è molto diffusa, e
l’invariato curriculum, ampiamente utilizzato e accettato.
Conclusioni
sulle forme di “Curriculum”
La
parola curriculum deriva dalla lingua latina e significa
letteralmente “corso” o “percorso”. In ambito moderno, il
termine si è affermato soprattutto con il significato di “curriculum
vitae”, ossia il documento che elenca il percorso formativo e lavorativo di una
persona.
Dal
punto di vista linguistico, una delle questioni più frequenti riguarda la
formazione del suo plurale. Seguendo la grammatica latina, il
corrispettivo corretto di curriculum sarebbe curricula,
poiché in latino i nomi neutri della seconda declinazione terminano in -um al
singolare e in -a quando ci si riferisce a più di un
esemplare.
Tuttavia,
nell’uso quotidiano della lingua italiana, si sono sviluppate altre forme di
plurale. Tra queste, troviamo curricoli, una forma
italianizzata che rispetta le regole del nostro idioma, ma che non è largamente
utilizzata. Molto più diffusa è la tendenza a mantenere la forma
invariabile curriculum, trattandola come un forestierismo integrato
nella lingua italiana, analogamente a quanto accade con parole come referendum,
che è anch’esso invariato.
L’importanza
di mettere la lingua latina nel “curriculum”
La
lingua latina, spesso considerata una lingua morta, continua a rivestire un
ruolo fondamentale nella formazione culturale e intellettuale. Studiarla
oggi non significa semplicemente imparare una lingua che non è più parlata
correntemente, ma entrare in contatto con le radici stesse della nostra
cultura, della nostra storia e del nostro pensiero. Vediamo perché lo
studio della lingua rimane rilevante.
1. Radici
linguistiche e culturali
La
lingua latina è la lingua madre di molte lingue moderne, come l’italiano, lo
spagnolo, il francese, il portoghese e il rumeno, tutte appartenenti al ceppo
delle lingue romanze. La conoscenza del latino facilita non solo
l’apprendimento di queste lingue, ma anche la comprensione profonda delle
strutture linguistiche. Molti termini, soprattutto nel campo delle
scienze, della filosofia e della giurisprudenza, derivano direttamente dalla
lingua latina, e conoscerne l’etimologia aiuta a comprendere meglio il loro
significato e utilizzo.
Ad
esempio, molte parole italiane quotidiane
come “tempo”, “amore”, “vita” derivano da tale lingua
classica (tempus, amor, vita). Questa
influenza non si limita al lessico, ma coinvolge anche la grammatica e la
sintassi. Conoscere il latino significa saper decodificare meglio le
sfumature del linguaggio moderno.
2. Pensiero
critico e logica
Non
è solo una lingua, ma una chiave per comprendere la logica e la struttura del
pensiero occidentale. Tradurre da questa lingua classica richiede un
notevole sforzo di analisi e comprensione. La sua grammatica complessa
obbliga lo studente a ragionare con attenzione e a sviluppare capacità di
problem solving.
La
pratica del tradurre costruisce un pensiero analitico, portando a sviluppare
abilità critiche che sono utili in ogni ambito della vita.
Un
esercizio di traduzione dalla lingua latina non è solo una questione di trovare
corrispondenze lessicali, ma anche di interpretare il significato nel suo
contesto e di restituirlo con coerenza. Questa operazione rende lo studio
della lingua particolarmente formativo, non solo da un punto di vista
linguistico, ma anche logico.
3. Importanza
nelle discipline moderne
Questa
lingua è presente in molti campi del sapere moderno, dalla biologia alla
medicina, dalla giurisprudenza alla teologia. Molti termini scientifici e
medici derivano direttamente dal latino, e una buona conoscenza della lingua
può semplificare la comprensione di questi vocaboli tecnici.
In
biologia, per esempio, i nomi scientifici delle specie animali e vegetali sono
ancora oggi espressi in lingua latina, secondo la classificazione binomiale
introdotta da Linneo nel XVIII secolo. Lo stesso vale per la medicina,
dove molti termini anatomici, patologie e procedure mediche mantengono il loro
nome in lingua latina. Avere familiarità con il latino permette quindi una
maggiore comprensione di questi settori specializzati.
4. Sviluppo
di competenze trasversali
Infine,
il suo studio sviluppa una serie di competenze trasversali che risultano utili
anche in contesti lavorativi. La capacità di analizzare, di risolvere
problemi complessi, di lavorare con precisione e di comunicare efficacemente
sono tutte abilità che si sviluppano nello studio della lingua
latina. Queste competenze sono altamente trasferibili e possono essere
applicate in una vasta gamma di professioni, dal diritto alla comunicazione,
dalla scrittura alla gestione aziendale.
Nell’epoca
della tecnologia e dell’innovazione, lo studio di suddetta lingua ci ricorda
che le radici del progresso affondano nella conoscenza del passato.
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