A Napoli proseguono le attività educative delle persone coinvolte nelle Olimpiadi dei Saperi Positivi per un virtuoso allargamento alle altrui esperienze e personalità
- di Laura Colantonio
Il principio di reciprocità, su cui verte questa riflessione, può divenire sempre più il corridoio sociale tra l’io e il noi di ogni comunità.
La “sociabilità del sapere” di cui abbiamo detto
nell’ultimo contributo ha infatti un’opportunità importante nella dimensione
civica propria del pensiero che abbraccia anche l’economia civile. E il
principio di reciprocità è il pilastro dell’economia civile: rispetto a
iniziative o percorsi di qualsivoglia natura, affinché ciascun aspetto
venga tutelato e valorizzato in ogni potenziale espressione,
le sinergie di impegno tra istituzioni ed enti locali, tra gestioni
pubbliche e attività di privati cittadini possono far sì che ciascun soggetto
rappresentativo di una parte della società civile si ponga in condizione di
ascolto dialogico superando ogni tendenza all’individualismo e all’
autoreferenzialità e puntando invece a traguardi di benessere per la
collettività che si traducono in sostanza in traguardi per ciascuno.
L‘homo reciprocans, che si pone su un piano del tutto
diverso rispetto a quello dell’homo oeconomicus, tende ad agire nella
consapevolezza che i suoi obiettivi trovino misure di convergenza in quelli di
altri soggetti che con i loro interventi vanno a sostenere e a consolidare gli
impegni già promossi in determinate direzioni. Concetto strutturato nell’ambito
delle contemporanee teorie sull’economia civile e divulgato infatti dal
professore Stefano Zamagni, quello dell’homo reciprocans potrebbe essere associato
alle determinazioni di due delle modalità di intelligenza individuate dallo
studioso Howard Gardner nell’ambito della teoria sulle Intelligenze Multiple,
quella intrapersonale e quella interpersonale. Prospettive di approfondimento
diverse per un’analisi cognitiva che porta ciascuna persona a incontrare
l’altro da sé per ritrovare almeno una parte di quel sé, ossia della propria
identità.
L’introspezione,
imprescindibile per potersi conoscere e far emergere ogni intrinseco livello di
motivazione, consente di passare dalla intelligenza intrapersonale a quella
interpersonale anche grazie a canali di percezione e poi
di espressione quali il linguaggio, la musica, il teatro la danza o la
scrittura creativa o di altro tipo. Quando conosciamo cosa ci motiva o ciò che
ci provoca reazioni, quali sono i nostri punti forti e quali sono i nostri
limiti, possiamo migliorare le nostre potenzialità relazionali. È in quel
momento che abbiamo l’opportunità di creare strategie che ci aiutano a reagire
adeguatamente nelle diverse situazioni della vita, sviluppando la fiducia in
noi stessi e mettendo a fuoco quel corridoio che da interpersonale può divenire
di effettiva relazionalità reciproca e quindi sociale.
E
proprio in un sistema di rete nell’ambito di una comunità che
decide di mettersi in gioco, la reciprocità si apre in più direzioni,
potenziando il livello di inclusione della comunità stessa. E d’altra parte,
l’attributo civile di quell’economia che può sempre più compensare il
disagio socio-economico e culturale rimanda a quella civitas latina
estremamente accogliente ed inclusiva in senso sostanziale: oggi, come
nella civiltà latina, riconoscere il valore dell’altro come opportunità di valorizzazione
di sé per la crescita della comunità. Riconoscere il valore del legame tra
il proprio io e il noi, quel noi che già ci comprende proprio grazie a
quella intelligenza interpersonale, nota anche come intelligenza sociale e
quindi come capacità di stabilire relazioni con gli altri, permette di
promuovere tanti processi di crescita che includano tutti, anche i Neet.
In
tale ottica, infatti, obiettivo condiviso di un sistema integrato diviene il
sostegno agli adolescenti nella identificazione ed esteriorizzazione dei loro
sentimenti come l’aiuto nel trovare risorse per gestire i possibili
comportamenti negativi come l’aggressività o l’impulsività. Questo l’intento
dei percorsi sociali e formativi che a Napoli, nel cuore pulsante del centro
storico rappresentato dalla Onlus Pietrasanta, il gruppo di persone coinvolte
nelle Olimpiadi dei Saperi Positivi sta perseguendo grazie alla comunità
educante che ha aperto rinnovate opportunità di vivere il noi mettendo
all’opera una pluralità di io. Una rete di scuole, l’Ateneo Federico II,
Accademie culturali, enti locali insieme alla dimensione forte del Terzo
settore della Pietrasanta, retta per il complesso basilicale da monsignor
Vincenzo De Gregorio e presieduta per la Onlus da Raffaele Iovine, condividono
e animano le idee di chi ha scelto di fare del principio di reciprocità aperto
e flessibile una forma di volontariato civile per accogliere tutti gli io che
scelgono di mettersi in discussione per un modo diverso di crescere, chiamando
in causa anche quelle intelligenze che ci sostengono nell’essere uomini e donne
“reciprocanti”.
E
grazie ai percorsi di scrittura, alle arti performative quali la musica o il
canto lirico o il teatro, sposando temi di prioritario interesse pubblico quali
l’acqua come bene comune o la valorizzazione dei beni culturali come volàno per
uno sviluppo economico sostenibile e per far crescere il senso d’appartenenza,
il fervore dell’attività della Pietrasanta sta proponendo un modello non solo
sostenibile, ma anche replicabile proprio perché basato sulla motivazione della
reciprocità relazionale e di scopo.
Nessun commento:
Posta un commento