Antonella Palermo – Città del Vaticano
Rigenerare la speranza tra le nuove generazioni
Che la pandemia abbia moltiplicato le incertezze degli
studenti e le loro incognite sul futuro è un dato certo. Per rigenerare
speranza tra le nuove generazioni, Cittadella Rondine ha organizzato un
confronto con testimonianze di studenti e docenti, professionisti ed esperti
del settore. Esperti di comunicazione, formazione, e d’impresa, si ritroveranno
oggi alle 19 sui canali facebook e youtube della
Cittadella della Pace per un dibattito sulle sfide educative dell’era Covid.
Insieme agli studenti di Rondine e del Quarto Anno Liceale d’Eccellenza,
prenderanno parte Rosy Russo, ideatrice e presidente dell'Associazione Parole
O_Stili, il filosofo Simone Regazzoni, Guido Stratta, direttore di People and
Organization del Gruppo Enel.
La connessione a servizio della relazione
I temi su cui ci si concentrerà riguardano la didattica
innovativa, il lavoro sull’interiorità del giovane, la relazione educativa con
gli insegnanti, la relazione generativa con il gruppo classe, la trasformazione
del conflitto, la comprensione dell’attualità e lo sviluppo di una visione
critica, la messa a fuoco e lo sviluppo delle risorse interiori e delle
potenzialità, la vocazione professionale dei giovani, la relazione con il
territorio e lo sviluppo di progetti a servizio della comunità. Noam
Pupko, coordinatore del progetto Quarto Anno Rondine, di origini
israeliane, è un ex studente in Cittadella: "Una delle nuove sfide è il
binomio reale virtuale e come le nuove tecnologie possono cambiare le relazioni
a scuola", spiega Noam precisando che "la questione della dad non può
essere solo questione da sottoporre a valutazione morale. Ciò che è importante
è educare i giovani e fornire loro gli strumenti per dialogare meglio. Riuscire
a valorizzare la parte digitale senza trascurare il resto. Siamo tutti
iperconnessi ma questo dovrebbe a servizio delle relazioni e non il
contrario".
Canalizzare l'irrequietezza
I motivi di ansia tra i ragazzi si vanno stratificando in
questi mesi. Così come si diffondono in maniera preoccupante episodi di
autolesionismo, depressione, dispersione scolastica. Noam individua nel
percorso nato sei anni fa a Rondine una buona pratica da poter mettere a
disposizione sul territorio nazionale. "Il lavoro precedente che avevamo
fatto sulle relazioni è stato molto utile – racconta - nel vivere il passaggio
violento da una relazione in aula e una relazione a distanza. La coesione di
una classe, nel momento della crisi, ha trovato proprio nell'unità, nello
spirito di comunità, nel sostegno reciproco, la sua forza. L'aggancio della
didattica all'attualità, questa è la chiave. In questo modo si possono aiutare
i ragazzi a superare i momenti di incertezza".
Il Modello educativo Rondine
La Cittadella della Pace si impegna dunque per supportare i
giovani italiani mettendo a loro disposizione tutto il potenziale del Metodo
Rondine per la trasformazione creativa del conflitto e dà vita ad una nuova edizione
potenziata del Quarto Anno Liceale d’Eccellenza. Un percorso dedicato a 27
diciassettenni italiani, per sostenerli nello sviluppo delle proprie risorse
interiori emotive, relazionali, sociali, culturali: "per imparare ad
abitare tempi come quello attuale senza subirli". Tempo fino al 2 maggio
per iscriversi. "E' un modello educativo – precisa Noam - non imperniato
solo sull'uso della tecnologia, ma dove il fattore centrale è la relazione
educativa tra docente e classe e la disciplina che diventa una modalità
interpretativa di sé e dell'attualità".
Rosy Russo,
ideatrice e Presidente dell'Associazione Parole O_Stili, è madre di quattro
figli e vive in maniera preoccupata il periodo di ormai oltre un anno che
stiamo attraversando a causa della pandemia. Anche lei è convinta che si giochi
molto il tema delle relazioni:
Ascoltare i giovani e abitare le loro stanze digitali
Un sondaggio condotto da Parole O_Stili, insieme con
l'Istituto Toniolo e Ipsos, ha rivelato che ciò che sta salvando i ragazzi sono
proprio le relazioni. Lo ricorda Russo esplicitando che gli adolescenti
"sono stanchi e ormai non basta neppure lo schermo. Sono cresciuti gli
atteggiamenti di ostilità, è stata una escalation. Dentro si sta male e le
parole stanno esplodendo. Traspare dentro come fuori la rete. Sta venendo meno
la pazienza e anche la creatività. Credo che vincano le relazioni
significative: non c'è altra modalità che riesca a unire di più i ragazzi.
Forse loro sono stati anche più rispettosi di noi adulti alle regole.
Ascoltiamoli, ne hanno bisogno". E precisa il senso dell'ascolto:
"Non significa sentire le lamentele ma capirle e ascoltare le loro
proposte. Per loro vale tanto. Poi mi sento di dire che dobbiamo entrare nei
loro mondi. Loro si stanno rifugiando nelle stanze digitali: noi adulti con
loro non ci stiamo. Invece, seppur con fatica, dobbiamo capire dove stanno i
nostri figli". E sull'accelerazione digitale introdotta nell'ambito della
didattica, Russo afferma che "è stata una vera rivoluzione per la scuola,
un passo che andava fatto. Non so se la scuola è stata trascurata dalle
istituzioni, di certo bisogna investire di più. Non si fa solo con un pc ma
facendo capire che per abitare la rete ci vuole cultura".
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