Con questa solennità la Chiesa
pellegrina sulla terra venera in unico giubilo di festa la memoria di coloro
della cui compagnia esulta il cielo, per essere incitata dal loro esempio e
allietata dalla loro protezione.
La festa di tutti i Santi il 1°
novembre si diffuse nell’ Europa latina nei secoli VIII-IX. Poi si iniziò a
celebrarla anche a Roma, fin dal secolo IX. Un’ unica festa per tutti i Santi,
ossia per la Chiesa gloriosa, intimamente unita alla Chiesa ancora
pellegrinante e sofferente sulla terra. Quella di Ognissanti è una festa di
speranza: “l’assemblea festosa dei nostri fratelli” rappresenta la parte eletta
e sicuramente riuscita del popolo di Dio; ci richiama al nostro fine e alla
nostra vocazione vera: la santità, cui tutti siamo chiamati non attraverso
opere straordinarie, ma con il compimento fedele della grazia del battesimo.
di Antonio Sanfrancesco
Qual è il significato di questa festa?
Festeggiare tutti i santi è guardare coloro che già
posseggono l’ eredità della gloria eterna. Quelli che hanno voluto vivere della
loro grazia di figli adottivi, che hanno lasciato che la misericordia del Padre
vivificasse ogni istante della loro vita, ogni fibra del loro cuore. I santi
contemplano il volto di Dio e gioiscono appieno di questa visione. Sono i
fratelli maggiori che la Chiesa ci propone come modelli perché, peccatori come
ognuno di noi, tutti hanno accettato di lasciarsi incontrare da Gesù,
attraverso i loro desideri, le loro debolezze, le loro sofferenze, e anche le
loro tristezze. Questa beatitudine che dà loro il condividere in questo momento
la vita stessa della Santa Trinità è un frutto di sovrabbondanza che il sangue
di Cristo ha loro acquistato. Nonostante le notti, attraverso le purificazioni
costanti che l’ amore esige per essere vero amore, e a volte al di là di ogni
speranza umana, tutti hanno voluto lasciarsi bruciare dall’ amore e scomparire
affinché Gesù fosse progressivamente tutto in loro. È Maria, la Regina di tutti
i Santi, che li ha instancabilmente riportati a questa via di povertà, è al suo
seguito che essi hanno imparato a ricevere tutto come un dono gratuito del
Figlio; è con lei che essi vivono attualmente, nascosti nel segreto del Padre.
Cosa dice il Martirologio Romano?
Con la Solennità di tutti i Santi uniti con Cristo
nella gloria in un unico giubilo di festa la Chiesa ancora pellegrina sulla
terra venera la memoria di coloro della cui compagnia esulta il cielo, per
essere incitata dal loro esempio, allietata dalla loro protezione e coronata
dalla loro vittoria davanti alla maestà divina nei secoli eterni.
Cos'è la comunione dei santi?
«La nostra partecipazione alla redenzione del Cristo»,
ha scritto don Divo Barsotti, «implica una partecipazione all'uomo della vita
divina, di una grazia però che non è un bene esclusivo e non lo diviene mai, ma
tanto più si partecipa quanto più anche diviene comune. Ora, proprio per questo
motivo, la comunione delle cose sante diviene naturalmente e necessariamente la
Comunione dei santi. Se la grazia di Dio non si comunica all'uomo che aprendo
l'uomo ad una universale comunione, ne viene precisamente che, quanto più
l'uomo partecipa di questi doni divini, tanto più anche comunica con gli altri
uomini, vive una comunione di amore con tutti quelli che partecipano ai
medesimi beni. Per la carità di Dio l'uomo non si apre soltanto a Dio, non
entra in comunione soltanto con la divinità, ma acquista una sua trasparenza
onde l'anima può comunicare con tutte le altre anime, può vivere un rapporto di
amore anche con tutti i fratelli. Il peccato ci ha divisi, ci ha opposti gli
uni agli altri e ci ha separati, ci ha reso opachi, impenetrabili all'amore; la
grazia invece ci dona questa nuova trasparenza, ci dona questa nuova
possibilità di comunione di amore. Ed è questo precisamente allora l'effetto
della grazia divina: che cioè noi viviamo la vita di tutti e tutti vivono della
nostra medesima vita; non c'è più nulla di proprio che non sia, anche qui, di
tutti. Quanto più noi siamo ricchi e partecipiamo agli altri i nostri beni,
tanto più dell'altrui bene noi viviamo. Un santo tanto più è santo quanto più è
privo di ogni difesa nel suo amore, quanto meno è chiuso nella sua ricchezza».
Cosa dice il Catechismo della Chiesa cattolica
sulla comunione dei santi?
La comunione dei santi è precisamente la Chiesa.
Ecco cosa dice: «Poiché tutti i credenti formano un solo corpo, il bene degli
uni è comunicato agli altri. [...] Allo stesso modo bisogna credere che esista
una comunione di beni nella Chiesa. Ma il membro più importante è Cristo,
poiché è il Capo. [...] Pertanto, il bene di Cristo è comunicato a tutte le
membra; ciò avviene mediante i sacramenti della Chiesa».
«L'unità dello Spirito, da cui la Chiesa è animata e
retta, fa sì che tutto quanto essa possiede sia comune a tutti coloro che vi
appartengono».
Il termine « comunione dei santi » ha pertanto due
significati, strettamente legati: «comunione alle cose sante (sancta) e
«comunione tra le persone sante (sancti)». «Sancta sanctis!» – le cose sante ai
santi – viene proclamato dal celebrante nella maggior parte delle liturgie
orientali, al momento dell'elevazione dei santi Doni, prima della distribuzione
della Comunione. I fedeli (sancti) vengono nutriti del Corpo e del Sangue di
Cristo (sancta) per crescere nella comunione dello Spirito Santo e comunicarla
al mondo.
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