Il
Papa ai giovani: la violenza guadagna terreno, osate costruire un mondo diverso
Francesco
scrive ai giovani di Taizé che partecipano a Lubiana al 46.mo Incontro europeo
di fine anno, che inizia oggi. Messaggi di saluto anche da Bartolomeo I e il
primate anglicano Welby, oltre ai vertici dell’Ue.
Cari amici, viviamo in un mondo pieno di rumore, dove il valore del silenzio e dell'ascolto sono soffocati. In questo contesto vi invito a riscoprire la dimensione più profonda dell'ascolto. Ascoltare è un atto d'amore. È al centro della fiducia. Senza ascolto, poco può crescere o svilupparsi. L'ascolto permette di dare all'altro lo spazio necessario per esistere. Spesso abbiamo l’impressione che chi grida più forte sia degno di essere ascoltato. Purtroppo oggi la violenza guadagna sempre più terreno. Viviamo in un momento difficile, con conflitti e guerre in tutto il mondo, perché nessuno ci ascolta più. Vi esorto ad osare per costruire un mondo diverso, un mondo di ascolto, dialogo e apertura, per “indicare ideali diversi da quelli di questo mondo, testimoniando la bellezza della generosità, del servizio, della purezza, della perseveranza, del perdono, della fedeltà ai nostri vocazione personale, preghiera, ricerca della giustizia e del bene comune, amore per i poveri e amicizia sociale» (Christus vivit, 36).
-
di Giovanni Zavatta
«Cari
amici, viviamo in un mondo pieno di rumore dove i valori del silenzio e
dell’ascolto sono soffocati. In questo contesto vi invito a riscoprire la
dimensione profonda dell’ascolto. Ascoltare è un atto d’amore. È al centro
della fiducia. Senza ascolto, poche cose possono crescere o svilupparsi.
Ascoltare ti permette di dare all’altra persona lo spazio di cui ha bisogno per
esistere». Papa Francesco — nel messaggio a firma del cardinale segretario di
Stato, Pietro Parolin, inviato ai partecipanti del 46.mo Incontro europeo
organizzato dalla Comunità di Taizé, che prende il via oggi 28 dicembre a
Lubiana, in Slovenia — esorta i giovani, in una società dove «la violenza sta
guadagnando sempre più terreno», in tempi difficili caratterizzati da conflitti
e guerre, a «osare per costruire un mondo diverso, di ascolto, dialogo e
apertura, per “mostrare altri sogni che questo mondo non offre, testimoniare la
bellezza della generosità, del servizio, della purezza, della fortezza, del
perdono, della fedeltà alla propria vocazione, della preghiera, della lotta per
la giustizia e il bene comune, dell’amore per i poveri, dell’amicizia sociale”
(Christus vivit, 36)». E poi, sul tema dell’incontro, Camminare insieme, il
Pontefice spiega che ciò significa anche «sbarrare la strada all’emarginazione,
alla chiusura, all’esclusione e al rifiuto di una categoria di persone». E
invita i giovani a diventare «costruttori di ponti tra popoli, culture e
religioni», a trasformare i sogni di amore, giustizia e pace in una realtà concreta,
a vivere nel presente, a non sacrificare «la preziosa giovinezza sull’altare
dei falsi piaceri e della superficialità».
Non
ha mancato di inviare il suo saluto il patriarca ecumenico di Costantinopoli,
Bartolomeo, che sottolinea «la tradizione spirituale della Comunità di Taizé
che crea da più di quarant’anni, seguendo le orme del suo fondatore fratel
Roger, uno spazio unico dove giovani di diverse confessioni cristiane e
provenienti da tutta Europa possono camminare insieme in un pellegrinaggio di
unità e di riconciliazione». Al centro di questo incontro «scoprirete la
ricchezza delle nostre differenze e la forza della nostra unità nella fede».
Cita poi san Basilio il Grande: «Senza la pace con tutti i popoli, per quanto è
nelle mie possibilità, non posso dirmi degno servitore di Gesù Cristo». Perché
la grande sfida dei cristiani è, specialmente oggi, «svolgere un ruolo significativo
nella costruzione di un mondo migliore, di un’Europa esemplare guidata da
un’etica ecumenica di solidarietà» e di pace. Nel suo messaggio, il primate
della Comunione anglicana, arcivescovo Justin Welby, osserva come «i temi
dell’ascolto, del viaggio, dell’essere con gli altri, del dimorare con Dio e
con gli altri» siano «assolutamente centrali per ciò che le Chiese cristiane
hanno da offrire al nostro mondo angosciato e sofferente». Il reverendo Jerry
Pillay, segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, scrive che
«in questi giorni difficili, in cui così tante persone sono a pezzi, soffrono e
si disperano, qualcuno deve difendere la speranza»; l’auspicio è che «Lubiana
sia per ognuno di voi la prossima tappa del vostro pellegrinaggio nella fede»
dove trovare amicizia, «le gioie della comunità, la certezza della presenza
amorevole di Dio e il coraggio di continuare a cercare l’autenticità nella
vostra vita e la giustizia per tutta l’umanità»; perché «la vita va abbracciata
con tutti i suoi pericoli e tutte le sue possibilità». Sul valore dell’ascolto
è incentrato anche il saluto della pastora Anne Burghardt, segretaria generale
della Federazione luterana mondiale, la quale lo definisce “un’avventura
evangelica”. L’ascolto «apre una strada in mezzo alla violenza e alla guerra
che mettono gli esseri umani e le comunità gli uni contro gli altri; è
un’espressione di fede che ci libera dalla morsa della cultura del successo e
della prosperità, che imprigiona tante persone oggi». Messaggi sono stati
inviati inoltre dal segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres,
e dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Sono
almeno cinquemila i giovani di ogni confessione cristiana arrivati a Lubiana da
tutta Europa per partecipare al tradizionale incontro di fine anno. La capitale
slovena è stata scelta dai monaci di Taizé in quanto simbolo e ponte di dialogo
tra oriente e occidente, tra nord e sud. Alcuni di essi, tra cui il nuovo
priore, fratel Matthew, avevano già partecipato a uno storico incontro a
Lubiana prima della caduta del Muro di Berlino, quando ancora gli spostamenti
tra est e ovest erano difficili, nel 1987. Il 46° raduno europeo è il secondo
che si svolge nel tragico contesto della guerra in Ucraina, da dove verranno
comunque circa duecento giovani; prevista anche la presenza di ragazzi russi e
bielorussi.
Oggi,
dopo la sistemazione nelle parrocchie e famiglie ospitanti, alle 18 si svolgerà
la prima preghiera serale nel complesso sportivo Stožice Arena, guidata da una
cinquantina di fratelli di Taizé, a cui seguirà la prima meditazione di fratel
Matthew. Domani e sabato alle 8,30 i giovani parteciperanno alla preghiera
mattutina per poi riunirsi in piccoli gruppi di riflessione e incontrare
persone coinvolte nella vita ecclesiale locale. La preghiera di mezzogiorno
sarà recitata in varie chiese del centro storico della città, mentre nel
pomeriggio sono previsti laboratori sui temi della fede e della vita interiore,
dell’impegno sociale, della cultura e della creazione artistica. Domenica 31
dicembre sarà segnata dalla tradizionale veglia di preghiera per la pace, alle
ore 23, seguita dalla “Festa delle Nazioni”. Il giorno successivo i giovani
parteciperanno alla celebrazione dell’anno nuovo nelle comunità ospitanti,
prima di fare ritorno ciascuno nella propria nazione. Alcuni, lungo il viaggio,
si fermeranno a Milano dove, la sera del 2 gennaio, nella basilica di
Sant’Eustorgio, verrà celebrata una preghiera ecumenica con i canti di Taizé:
un’occasione per invocare la pace e l’unità fra i cristiani.
Filo
conduttore dell’incontro europeo a Lubiana sarà la lettera per il 2024 scritta
dal priore di Taizé, intitolata Camminare insieme. «Camminare insieme — afferma
tra l’altro fratel Matthew — è la vita della Chiesa e della società. Ogni
persona ha però bisogno di spazio per esprimere la propria creatività e le
proprie idee. Ma tutto questo è dato per essere condiviso, per costruire la
nostra vita insieme, nella Chiesa, nella famiglia umana. Le corde di una
chitarra sono una accanto all’altra ma è quando vengono suonate insieme che
producono un suono bellissimo».
MESSAGGIO DEL PAPA
EN - ES - FR
Nessun commento:
Posta un commento