resiste il desiderio di “far famiglia”
La sorpresa nella tradizionale indagine Iard: sette ragazzi su
dieci aspirano a una relazione di coppia stabile e generativa Preoccupazione
più diffusa quella per l’ambiente. E a scuola vorrebbero l’educazione sessuale
.- di LUCIANO MOIA
Le relazioni
Sul desiderio di relazioni stabili dei ragazzi è intervenuto
ieri, alla presentazione della ricerca, anche lo psicologo Fulvio Scaparro che,
al di là dei dati presentati e delle preoccupazioni segnalate a proposito di
ambiente, guerra e pandemia, ha sottolineato come, secondo il suo osservatorio
di psicanalista, «i giovani desiderano soprattutto relazioni umane
significative, a cominciare da quelle con i loro genitori. Solo che non lo
ammetteranno mai». In riferimento al malessere giovanile che emerge dalla
ricerca Maurizio Tucci, presidente del Laboratorio adolescenza, si è chiesto se
non sarebbe più ragionevole da parte degli adulti, invece di puntare sempre il
dito su Covid e guerra, «ammettere che questo malessere giovanile ha radici
molto più profonde, generate dal contesto sociale che noi abbiamo costruito
intorno a loro». Anche nel malessere giovanile occorre fare però le opportune
differenze. Carlo Buzzi, sociologo dell’Università di Trento e direttore scientifico
dell’indagine, ha messo in luce come la variabile che più delle altre appare
condizionante è il genere. « Le ragazze, molto di più dei coetanei maschi,
appaiono più riflessive. All’ottimismo un po’ superficiale dei maschi, le
femmine si mostrano più preoccupate per il futuro personale, ma più disponili a
mettersi in gioco». Per entrambi, come detto, una delle preoccupazioni più
evidenti riguarda il rapporto con il proprio corpo. Il 40,3% (51% delle
ragazze) non è soddisfatto del proprio aspetto fisico e l’insoddisfazione
aumenta con l’aumentare dell’età. Chi decide se un ragazzo o una ragazza può
essere soddisfatto del proprio aspetto? Gli amici (lo afferma il 47%), ma
soprattutto influencer, fashion blogger, pubblicità, moda, che condizionano
oltre il 72% dei giovanissimi. Riferimenti a cui si mostra sensibile anche
un’ampia maggioranza di maschi (62%). Un fenomeno nuovo che Alessanda
Marazzani, psicologa e membro del consiglio direttivo di Laboratorio
Adolescenza, ha spiegato parlando di una sorta di “annacquamento”, certamente
estetico ma non solo, delle differenze di genere: «Un fenomeno che non ha
alcuna attinenza con il mondo Lgbt e l’identità di genere, ma che – basta
vedere le pubblicità della moda – tende ad uniformare l’immagine estetica di
maschi e femmine. Da qui un’attenzione mai registrata prima, da parte dei
maschi, all’aspetto estetico e quindi al giudizio sul proprio aspetto fisico».
La scuola
Ricco di sorprese, come detto, il capitolo scuola. Otto ragazzi
su dieci vorrebbero un piano di studi personalizzato con alcune materie scelte
dal singolo studente. Tra gli argomenti che gli studenti vorrebbero inserire in
modo sistematico nel piano di studi compaiono, quasi a pari merito, “educazione
sessuale” e “sostenibilità e protezione dell’ambiente”. Al terzo posto – ma al
primo posto secondo le ragazze (84%) – “educazione al rispetto delle diversità
(genere, etnia, religione…)”. Uno sguardo che, come sottolinea Paolo Demolli,
professore di filosofia al liceo Giovanni Berchet di Milano, «riesce sempre a
sorprenderci per ampiezza, lucidità, capacità di articolare prospettive di
evoluzione». Certo, ci vorrebbe anche tanti fondi in più per accontentare i
desideri dei ragazzi, «quindi chi dovrebbe avere responsabilità sulla scuola
anche questa volta - conclude Demolli - non li ascolterà». Infine, non per
importanza ma perché tema già ampiamente approfondito, l’enorme ascesa di social
e canali telematici di informazione. Un mondo che è sempre più parte integrante
della vita dei giovani, ma in cui cambiano le gerarchie. Crescono Google,
Instagram e TikTok. Crolla Facebook. E i giornali di carta? Li guardano solo il
3% dei ragazzi. Purtroppo.
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