Giornata per le vocazioni.
Il Papa: no a preti protagonisti e laici esecutori
Nel Messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, Francesco ribadisce che ogni battezzato è soggetto di evangelizzazione.
La chiamata come una scultura.
- - di Riccardo Maccioni
Tutti battezzati sono soggetti attivi dell’evangelizzazione. E «bisogna guardarsi dalla mentalità che separa preti e laici, considerando protagonisti i primi ed esecutori i secondi, e portare avanti la missione cristiana come unico popolo di Dio, laici e pastori insieme». Parte da questa sottolineatura la riflessione del Papa nel Messaggio per la 59ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni che sarà celebrata domenica prossima.
“Chiamati a edificare la
famiglia umana”, il tema dell’appuntamento e dell’intervento di Francesco che
ribadisce come la parola “vocazione” non vada riferita «solo a coloro che
seguono il Signore sulla via di una particolare consacrazione», perché «ogni
persona umana, prima ancora di vivere l’incontro con Cristo e abbracciare la
fede cristiana, riceve con il dono della vita una chiamata fondamentale:
ciascuno di noi è una creatura voluta e amata da Dio, per la quale Egli ha
avuto un pensiero unico e speciale». E questa scintilla divina va sviluppata
nel corso della vita «contribuendo a far crescere un’umanità animata dall’amore
e dall’accoglienza reciproca».
Cioè «siamo chiamati a
essere custodi gli uni degli altri, a costruire legami di concordia e di
condivisione, a curare le ferite del creato perché non venga distrutta la sua
bellezza». A diventare un’unica famiglia nella meravigliosa casa comune del
creato, nell’armonica varietà dei suoi elementi. In questa grande vocazione
comune poi si inserisce la chiamata più particolare «che Dio ci rivolge
raggiungendo la nostra esistenza con il suo amore e orientandola alla sua meta
ultima». È lo sguardo del Signore che ci raggiunge, che ci chiama, aggiunge il
Papa. Si tratta di accogliere quello sguardo. Se lo facciamo la nostra vita
cambia. E tutto diventa «dialogo vocazionale, tra noi e il Signore, ma anche
tra noi e gli altri».
Quando parliamo di
“vocazione”, dunque, aggiunge il Papa – «si tratta non solo di scegliere questa
o quella forma di vita, di votare la propria esistenza a un determinato
ministero o di seguire il fascino del carisma di una famiglia religiosa o di un
movimento o di una comunità ecclesiale; si tratta di realizzare il sogno di
Dio, il grande disegno della fraternità che Gesù aveva nel cuore quando ha
pregato il Padre: «Che tutti siano una cosa sola» (Gv 17,21). Ogni vocazione
nella Chiesa, e in senso ampio anche nella società, concorre a un obiettivo
comune: far risuonare tra gli uomini e le donne quell’armonia dei molti e
differenti doni che solo lo Spirito Santo sa realizzare».
Occorre però consentire
a Dio di lavorare su di noi, di far emergere il seme di santità che portiamo
dentro. Come diceva Michelangelo Buonarroti a proposito delle sculture: «Ogni
blocco di pietra ha al suo interno una statua, ed è compito dello scultore
scoprirla».
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