«Solo la responsabilità può costruire una città migliore.
Ritrovando quei “valori” che hanno fatto la storia europea»
Ricoeur:
«L’utopia? Nasce dalla tradizione»
L’ETICA DEL COSTRUIRE E IL «BENE COMUNE»
L’intervista
di cui anticipiamo alcuni brani è uno dei quattro testi del filosofo francese
Paul Ricoeur raccolti da Franco Riva nel volume «Leggere la città» che in questi giorni è uscito in libreria per i
tipi di Castelvecchi (pagine 146, euro 16,50). L’intervista era stata
pubblicata da “Le Monde” nel 1994. La città è il luogo delle possibilità,
dell’incontro del nuovo con l’antico, dell’agire comune, ma anche del pericolo,
del degrado e dello smarrimento. Affrontando a più riprese l’argomento nel
corso delle sue ricerche, Paul Ricoeur istituisce un denso e proficuo
parallelismo tra racconto, architettura e urbanistica, e trova nell’analisi
della città contemporanea un ampio campo di riflessione fondato sulla
dimensione narrativa dell’architettura e su quella temporale dello spazio
architettonico. L’atto dello scrivere e quello del costruire tendono a ordinare
ciò che nella vita si presenta come confuso, per rispondere a un bisogno di
protezione che implica una responsabilità verso la fragilità dell’umano.
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