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martedì 11 giugno 2013

L'ETICA DEL COSTRUIRE E IL BENE COMUNE

«Solo la responsabilità può costruire una città migliore. Ritrovando quei “valori” che hanno fatto la storia europea»

Ricoeur: «L’utopia? Nasce dalla tradizione»

L’ETICA DEL COSTRUIRE E IL «BENE COMUNE»


L’intervista di cui anticipiamo alcuni brani è uno dei quattro testi del filosofo francese Paul Ricoeur raccolti da Franco Riva nel volume «Leggere la città» che in questi giorni è uscito in libreria per i tipi di Castelvecchi (pagine 146, euro 16,50). L’intervista era stata pubblicata da “Le Monde” nel 1994. La città è il luogo delle possibilità, dell’incontro del nuovo con l’antico, dell’agire comune, ma anche del pericolo, del degrado e dello smarrimento. Affrontando a più riprese l’argomento nel corso delle sue ricerche, Paul Ricoeur istituisce un denso e proficuo parallelismo tra racconto, architettura e urbanistica, e trova nell’analisi della città contemporanea un ampio campo di riflessione fondato sulla dimensione narrativa dell’architettura e su quella temporale dello spazio architettonico. L’atto dello scrivere e quello del costruire tendono a ordinare ciò che nella vita si presenta come confuso, per rispondere a un bisogno di protezione che implica una responsabilità verso la fragilità dell’umano.


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