Tamaro:
“Boom di studenti con Dsa? Può essere causato da troppo cellulare e pc.
Ormai i
bimbi di oggi non sanno fare nemmeno le capriole”
-
di Andrea Carlino
La
scrittrice Susanna Tamaro, intervenendo a un convegno sulla lettura e la
scrittura organizzato dalla Fondazione Luigi Einaudi, ha ripercorso il suo
rapporto con la scrittura, dalle prime esperienze con la macchina da scrivere
all’entusiasmo per l’avvento del computer, fino al ritorno alla scrittura a
mano.
“All’inizio
il computer è stata una liberazione”, ha ammesso la scrittrice, “scrivere a
mano negli anni ’80 e ’90 era un lavoro immenso”. Ma l’entusiasmo iniziale ha
lasciato spazio a una crescente angoscia: “Il computer faceva cose che non gli
chiedevo, cambiava le parole, interrompeva la mia concentrazione”.
Tamaro
ha poi raccontato come la luce blu dello schermo le provocasse disturbi
neurologici, portandola a chiedersi se l’aumento dei problemi comportamentali
nei bambini non sia collegato all’eccessiva esposizione agli strumenti
elettronici.
Da
qui la decisione di tornare alla scrittura a mano: “Ho comprato dei quaderni da
scuola elementare e una penna stilografica e ho ricominciato a rifare
l’alfabeto”. Oggi la scrittrice scrive tutti i suoi romanzi a mano, in grandi
quaderni, un’esperienza che definisce “la più grande emozione”. “Scrivere a
mano è come dipingere o suonare il pianoforte”, ha spiegato, “mentre con il
computer si diventa molto poveri, schematici”.
Tamaro
ha poi sottolineato l’importanza della scrittura a mano come espressione della
personalità, ricordando come un tempo le aziende si affidassero ai grafologi
per valutare i candidati. “Essere privati della calligrafia significa essere
omologati a una massa senza volto”, ha affermato.
A
questo proposito, ha raccontato la storia di un amico focomelico che ha
imparato a scrivere con la bocca “per avere la sua calligrafia”. Infine, la
scrittrice ha concluso il suo intervento con un invito a riscoprire il piacere
della scrittura a mano, “un gesto che ci riconnette alla nostra essenza”.
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