Ecco le linee guida
per il Cammino sinodale
- -di Gianni Cardinale
Il testo riguarda la fase sapienziale, che nel periodo 2023- 2024 si dedicherà al discernimento di quanto emerso nel biennio precedente.
Nel maggio 2024 il via
alla fase profetica.
Sono da oggi on line (https://camminosinodale.chiesacattolica.it e www.chiesacattolica.it) le Linee guida per la fase sapienziale del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, arrivato al terzo anno. Si tratta di uno strumento per accompagnare e orientare questo Cammino cercando «di capire come far sì che il rinnovamento ecclesiale, coltivato nella fase narrativa, non rimanga solo un sogno».
Il
testo si intitola “Si avvicinò e camminava con loro”. Diviso in tre parti,
offre alcune riflessioni suscitate dal racconto di Emmaus – icona scelta per
questo anno – e presenta elementi metodologici per valorizzare la grande
ricchezza del lavoro finora svolto. Con l’obiettivo di proseguire nel percorso
avviato, rafforzando l’esercizio del discernimento a partire dai temi e dalle
domande proposte nelle Linee guida e indicando decisioni
possibili, impegni, aspetti ancora da sviluppare.
Il
documento evidenzia cinque macro-temi, che raggruppano le istanze raccolte nel
biennio dedicato all’ascolto: 1) la missione secondo lo stile di prossimità; 2)
il linguaggio e la comunicazione; 3) la formazione alla fede e alla vita; 4) la
sinodalità permanente e la corresponsabilità; 5) il cambiamento delle
strutture.
Ogni
macro-tema si articola in alcuni sotto-temi che esplicitano le questioni
emerse.
Così,
ad esempio, il testo avverte «l’esigenza di aprire strade da percorrere perché
tutti abbiano posto nella Chiesa, a prescindere dalla loro condizione
socio-economica, dalla loro origine, dallo status legale, dall’orientamento
sessuale». Lo fa registrando che in particolare, su quest’ultimo aspetto, «le
giovani generazioni, anche all’interno della Chiesa, sono molto sensibili agli
atteggiamenti che sanno comprendere rispetto a quelli che respingono». Così
«tali riflessioni chiedono, da un lato, di condividere le “buone pratiche” già
attive nei territori ed emerse con i Cantieri di Betania e, dall’altro, di
avviare processi di approfondimento sul piano antropologico e teologico, per
integrare meglio le istanze del rispetto totale per le persone e della loro
crescita nella verità».
Il
documento poi registra che è emersa «l’istanza di ripensare la formazione
iniziale dei sacerdoti, superando il modello della separazione dalla comunità e
favorendo modalità di formazione comune tra laici, religiosi, presbiteri».
Il
documento inoltre avverte che «è urgente un riconoscimento reale del senso e
del ruolo delle donne all’interno della Chiesa, già preponderante di fatto, ma
spesso immerso in quella ufficiosità che non consente un vero apprezzamento
della sua dignità ministeriale». Il problema non è quello di «estendere
prerogative», ma di «ripensare in radice il contributo femminile in rapporto al
senso stesso della ministerialità e al profilo dell’autorità nella Chiesa».
Infatti «la questione delle donne rappresenta un banco di prova fondamentale
per la Chiesa chiamata a fare i conti con acquisizioni culturali che ancora la
disallineano dalla comune vita sociale». In quest’ottica «diventa importante
individuare forme operative che esprimano chiaramente la piena valorizzazione
femminile nella corresponsabilità ecclesiale».
Al
termine di ciascuno dei capitoli dedicati ai cinque macro-temi il documento
propone una sola domanda come aiuto a sollecitare la riflessione e chiamare le
comunità al discernimento.
Ecco
le cinque domande:
1)
«L’esistenza è intessuta di incontri con gli altri e la comunità si forma
mediante la partecipazione di ciascun individuo: quali vie percorrere per la
costruzione di una Chiesa davvero inclusiva, propositiva, responsabile,
testimone di verità?».
2)
«Quali chiavi interpretative e comunicative deve trovare la Chiesa per non
lasciare nessuno “orfano di Vangelo”?».
3)
«Come sintonizzare formazione ed educazione accompagnando la crescita
permanente di tutti i membri della comunità, in ogni fase della vita e in
qualsiasi ruolo si operi?».
4)
«La Chiesa è una casa aperta e accogliente: come far sentire maggiormente
coinvolti nella cura e nella gestione coloro che già la abitano, e in che modo
renderla accogliente per coloro che sono o si sentono sulla soglia?».
5)
«Le strutture della Chiesa, nei loro diversi ambiti, hanno bisogno di solide
competenze, professionalità formate e divisione responsabile dei compiti: quali
percorsi possono essere individuati per una gestione virtuosa ed efficace di
beni e persone unita a una pastorale di nuovo attenta alla vita quotidiana?».
Per
aiutare il lavoro a livello locale nelle prossime settimane verranno fornite
anche alcune schede operative.
«Queste
Linee guida, facendo tesoro del biennio narrativo – spiega il Consiglio
Episcopale Permanente nell’introduzione al documento – gettano un
ponte verso la fase profetica, incamminando le Chiese in Italia verso un discernimento
operativo che prepari il terreno alle decisioni, necessariamente
orientate a un rinnovamento ecclesiale e mai introverse; anche quando
l’attenzione è puntata sulla vita interna delle nostre comunità, il pensiero è
sempre quello estroverso della missione: rendere più agili alcune dinamiche
ecclesiali (dottrinali, pastorali, giuridiche, amministrative) per rendere più
efficace l’incontro tra il Vangelo, energia vivificante e perenne, e l’umanità
di oggi». E questo soprattutto in un tempo in cui «i lavori sinodali si
intrecciano con i problemi e i drammi di ciascuno, che sono i problemi e i
drammi del mondo: gli strascichi sanitari, economici e sociali della pandemia,
il clima di guerra tragicamente ravvivatosi, le crisi ambientali,
occupazionali, esistenziali». Un tempo in cui «un senso di precarietà e di
smarrimento avvolge molte persone e famiglie nel nostro Paese».
Il
testo delle Linee Guida è arricchito da alcune infografiche e contiene infine
il Cronoprogramma con l’agenda delle prossime tappe e appuntamenti che
condurranno all’apertura della fase profetica nel maggio 2024.
Così
dal 25 al 27 settembre prossimi in occasione del Consiglio Episcopale
Permanente, verrà trattata la definizione dei temi di competenza del livello
nazionale, ovvero della CEI (Commissioni Episcopali, Uffici e Servizi e
Organismi nazionali della CEI…) e del Comitato nazionale del Cammino sinodale.
Mentre il 30 settembre-1° ottobre ci sarà l’Assemblea dei referenti diocesani
del Cammino sinodale. Nell’aprile del prossimo anno è invece prevista la
consegna di tutte le proposte (i documenti delle Commissioni) alla Presidenza
del Cammino sinodale e la verifica con la plenaria del Comitato nazionale del
Cammino sinodale. Quindi la Presidenza del Cammino sinodale inoltrerà i
documenti alla Presidenza della CEI in vista dell’Assemblea Generale del 20-23
maggio 2024 che aprirà la fase profetica.
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