L’angelo la chiama «piena
di grazia». Se è piena di grazia, vuol dire che la Madonna è vuota di male, è
senza peccato, Immacolata. Ora, a questo saluto Maria – dice il testo – rimane
«molto turbata» (Lc 1,29). Non è solo sorpresa, ma turbata. Ricevere grandi
saluti, onori e complimenti a volte rischia di suscitare vanto e presunzione.
Ricordiamo che Gesù non è tenero con chi va alla ricerca dei saluti nelle
piazze, dell’adulazione, della visibilità (cfr Lc 20,46). Maria invece non si
esalta, ma si turba; anziché provare piacere, prova stupore. Il saluto
dell’angelo le sembra più grande di lei. Perché? Perché si sente piccola
dentro, e questa piccolezza, questa umiltà attira lo sguardo di Dio.
Tra le mura della casa di
Nazaret vediamo così un tratto meraviglioso. Com’è il cuore di Maria? Ricevuto
il più alto dei complimenti, si turba perché sente rivolto a sé quanto non
attribuiva a sé stessa. Maria, infatti, non si attribuisce prerogative, non
rivendica qualcosa, non ascrive nulla a suo merito. Non si autocompiace, non si
esalta. Perché nella sua umiltà sa di ricevere tutto da Dio. È dunque libera da
sé stessa, tutta rivolta a Dio e agli altri. Maria Immacolata non ha occhi per
sé. Ecco l’umiltà vera: non avere occhi per sé, ma per Dio e per gli altri.
Ricordiamoci che questa
perfezione di Maria, la piena di grazia, viene dichiarata dall’angelo tra le
mura di casa sua: non nella piazza principale di Nazaret, ma lì, nel
nascondimento, nella più grande umiltà. In quella casetta a Nazaret palpitava
il cuore più grande che una creatura abbia mai avuto. Cari fratelli e sorelle,
è una notizia straordinaria per noi! Perché ci dice che il Signore, per
compiere meraviglie, non ha bisogno di grandi mezzi e delle nostre capacità
eccelse, ma della nostra umiltà, del nostro sguardo aperto a Lui e anche aperto
agli altri. Con quell’annuncio, tra le povere mura di una piccola casa, Dio ha
cambiato la storia. Anche oggi desidera fare grandi cose con noi nella
quotidianità: cioè in famiglia, al lavoro, negli ambienti di ogni giorno. Lì,
più che nei grandi eventi della storia, la grazia di Dio ama operare. Ma, mi
domando, ci crediamo? Oppure pensiamo che la santità sia un’utopia, qualcosa
per gli addetti ai lavori, una pia illusione incompatibile con la vita
ordinaria?
Chiediamo alla Madonna
una grazia: che ci liberi dall’idea fuorviante che una cosa è il Vangelo e
un’altra la vita; che ci accenda di entusiasmo per l’ideale della santità, che
non è questione di santini e immaginette, ma di vivere ogni giorno quello che ci
capita umili e gioiosi, come la Madonna, liberi da noi stessi, con gli occhi
rivolti a Dio e al prossimo che incontriamo. Per favore, non perdiamoci di
coraggio: a tutti il Signore ha dato una stoffa buona per tessere la santità
nella vita quotidiana! E quando ci assale il dubbio di non farcela, o la
tristezza di essere inadeguati, lasciamoci guardare dagli “occhi
misericordiosi” della Madonna, perché nessuno che abbia chiesto il suo soccorso
è stato mai abbandonato!
Francesco
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