In occasione della
Giornata Mondiale dell'Autismo, il 2 aprile, Francesco incontra i membri della
Fondazione Italiana Autismo, giovani e adulti accompagnati da familiari,
insegnanti, medici. Il Papa evidenzia la necessità di una società e di
un'economia inclusive dove le persone con disabilità possano esprimersi e dare
il proprio contributo. E annuncia che, al termine dell'udienza, alcuni ragazzi
della Fondazione prepareranno il pranzo per i poveri della zona di San Pietro
-
di Adriana Masotti - Città del Vaticano
La cultura
dell’inclusione e dell’appartenenza
A questo proposito
Francesco sottolinea che ogni forma di disabilità costituisce “una sfida e
un’opportunità per costruire insieme una società più inclusiva”.
Per questo è necessario
continuare a sensibilizzare sui vari aspetti della disabilità, abbattendo i
pregiudizi e promovendo la cultura dell’inclusione e dell’appartenenza, fondata
sulla dignità della persona. È la dignità di tutti quegli uomini e quelle donne
più fragili e vulnerabili, troppo spesso emarginati perché etichettati come
diversi o inutili, ma che in realtà sono una grande ricchezza per la società.
Le persone con
disabilità protagonisti di cura
Il Papa cita l’esempio
di alcuni dei ragazzi presenti che stanno facendo un’esperienza lavorativa ma,
come esempio di realizzazione della “vocazione” personale, ricorda anche Santa
Margherita da Città di Castello, una giovane con disabilità che si era dedicata
completamente alla preghiera e all’assistenza dei poveri. Nella parabola del
Buon Samaritano, afferma ancora, si può trovare “la strada per una società più
fraterna”.
E su questa strada le
persone con disabilità non sono solo oggetto di cura, ma anche soggetto, questo
è molto importante! Il samaritano può essere la stessa persona con disabilità,
con autismo, che si fa prossimo all’altro, ponendo i propri talenti al servizio
della comunità.
La partecipazione alla
vita sociale
Al centro della cultura
dell’inclusione, prosegue il Papa, c’è la possibilità per le persone con
disabilità di partecipare attivamente alla vita sociale, che va oltre
l’abbattimento delle barriere fisiche. A tale scopo, si tratta di sostenere il
loro progetto di vita attraverso l’accesso all’educazione, all’occupazione e
agli ambiti del tempo libero, in cui socializzare ed esprimere la propria
creatività. Questo richiede un cambiamento di mentalità. Grandi passi sono
stati fatti in tal senso, ma rimangono ancora pregiudizi, disuguaglianze e
discriminazioni.
Papa Francesco richiama
quindi l’attenzione sulla necessità di “fare rete”: la pandemia da Covid-19 e
ora la guerra in Ucraina pesano in particolare “sui più fragili sugli anziani,
sulle persone con disabilità e le loro famiglie” e questo richiede delle
risposte. Una sinergia che, continua, deve vedere coinvolte la comunità
ecclesiale e quella civile:
In questa situazione la
nostra risposta dev’essere la solidarietà, il “fare rete”. Solidarietà nella
preghiera e solidarietà nella carità che si fa condivisione concreta. Di fronte
a tante ferite, soprattutto dei più vulnerabili, non sprechiamo l’opportunità
di sostenerci a vicenda. Facciamoci carico della sofferenza umana con progetti
e proposte che mettano al centro i più piccoli.
Il Papa ricorda che
l’attività della Fondazione Italiana Autismo, come ogni forma di economia che
vuol essere inclusiva, ha bisogno di supporto, per questo esprime un
ringraziamento ai benefattori che si fanno costruttori di una società dove al
centro non ci sia l'egoismo e il profitto personale, ma la fraternità.
Lavorare non solo per,
ma con i più fragili
Il discorso di Papa
Francesco si conclude con parole di speranza illuminata dalla Pasqua del
Signore ormai vicina. “Insieme con i fratelli e le sorelle più fragili, teniamo
accesa la fiaccola della speranza!”, dice, e incoraggia la Fondazione ad andare
avanti “camminando insieme alle persone con autismo”, ma precisa:
non solo per loro, ma
prima di tutto con loro. Voi lo sapete bene, e anche oggi avete voluto dirlo
con un gesto: tra poco, in Piazza San Pietro, alcune persone con autismo
cucineranno e offriranno il pranzo ai fratelli poveri. Un’iniziativa che
testimonia lo stile del buon samaritano, lo stile di Dio: vicinanza,
compassione, tenerezza.
Il Papa stesso annuncia,
quindi, l’iniziativa dei giovani presenti che offrendo le loro pizze ai senza
dimora di Roma vogliono condividere il momento di gioia vissuto oggi con
Francesco.
I doni dei più piccoli a
Papa Francesco
Prima del suo discorso
Papa Francesco aveva ascoltato le parole di gratitudine di uno dei ragazzi,
Filippo, 20 anni, a nome di tutti gli amici presenti. Il grazie è per averli
accolti, per aver fatto sentire loro “la sua vicinanza e la sua voce, che è la
voce di moltissime persone che voce spesso non hanno”. Filippo frequenta
l’università, ma dice che ci sono altri ragazzi affetti da autismo che “non
sono in grado di parlare o di fare gesti semplici, e più di altri hanno bisogno
di essere seguiti”. Per questo sottolinea l’importanza dell’accompagnamento e
del sostegno delle famiglie, della Fondazione Italiana Autismo e di altre
associazioni, degli educatori e degli insegnanti “che sono essenziali per far
emergere e valere le nostre unicità”. E ancora dei datori di lavoro che
rappresentano una prospettiva vera perché “il lavoro è dignità e realizzazione:
in questo, Pizza Out e Breakcotto sono un esempio, che si può fare, si può e si
deve cercare di dare una prospettiva di dignità”.
Il nostro è un mondo
diverso, ma facciamo parte della società
La Giornata mondiale del
2 aprile offre l’occasione per dire a tutti la voglia di vivere di questi
ragazzi, tenendo conto delle loro particolarità. “Il nostro – dice Filippo - è
un mondo diverso, fatto anche di solitudine e di fatica, che si scontra con
tanta ignoranza e indifferenza. Ma noi siamo parte di questa società e
vogliamo, anche con atti concreti, nella proporzione e nelle capacità di tutti,
rivendicarlo”. Filippo ribadisce la loro volontà di superare gli ostacoli e
ricorda, riferendosi alla guerra in Ucraina, anche le sofferenze di tanti altri
“fratelli e sorelle molto vicino a noi, incolpevoli, su entrambi i fronti, che
soffrono gravi conseguenze che ci addolorano e rattristano”. Infine l’offerta
di un dono simbolico per Papa Francesco: “una nostra divisa - spiega - con la
quale serviremo più tardi i poveri in piazza San Pietro e offriremo a suo nome
il pranzo alla sua mensa, per condividere con i suoi poveri un momento di
unione”.
Un bell'esempio di buon
samaritano
“Le persone con autismo
che oggi hanno cucinato il pranzo per i poveri di San Pietro - afferma,
commentando l'iniziativa di solidarietà, Vittorio Scelzo, incaricato per la
pastorale delle persone con disabilità del Dicastero per i Laici, la Famiglia e
la Vita –, sono un bell’esempio di come il samaritano, come ha detto il Papa,
può essere la stessa persona con autismo”. E Scelzo prosegue: "È un gesto
nello stile e nello spirito della nostra campagna #IamChurch, e che ci ricorda
che la partecipazione attiva delle persone con disabilità alla vita della
Chiesa è un vantaggio per tutti”.
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