"… Solidarietà, cooperazione e responsabilità –
rappresentano tre assi portanti della dottrina sociale della Chiesa, che vede
la persona umana, naturalmente aperta alla relazione, come il vertice della
creazione e il centro dell’ordine sociale, economico e politico. Con questo
sguardo, attento all’essere umano e sensibile alla concretezza delle dinamiche
storiche, la dottrina sociale contribuisce a una visione del mondo che si
oppone a quella individualista, in quanto si fonda sull’interconnessione tra le
persone e ha come fine il bene comune. E nello stesso tempo si oppone alla
visione collettivistica, che oggi riemerge in una nuova versione, nascosta nei
progetti di omologazione tecnocratica. Ma non si tratta di una “faccenda
politica”: la dottrina sociale è ancorata alla Parola di Dio, per orientare
processi di promozione umana a partire dalla fede nel Dio fattosi uomo. Per
questo essa va seguita, amata e sviluppata: appassioniamoci nuovamente alla
dottrina sociale, facciamola conoscere: è un tesoro della tradizione
ecclesiale! È proprio studiandola che anche voi vi siete sentiti chiamati a
impegnarvi contro le disuguaglianze, che feriscono in particolare i più
fragili, e a lavorare per una fraternità reale ed effettiva.
Solidarietà,
cooperazione, responsabilità: tre parole che in questi giorni ponete come
cardini delle vostre riflessioni e che richiamano lo stesso mistero di Dio, che
è Trinità. Dio è una comunione di Persone e ci orienta a realizzarci
attraverso l’apertura generosa agli altri (solidarietà),
attraverso la collaborazione con gli altri (cooperazione),
attraverso l’impegno per gli altri (responsabilità). E a
farlo in ogni espressione della vita sociale, attraverso le relazioni, il
lavoro, l’impegno civile, il rapporto con il creato, la politica: in ogni
ambito siamo oggi più che mai tenuti a testimoniare l’attenzione per gli altri,
a uscire da noi stessi, a impegnarci con gratuità per lo sviluppo di una
società più giusta ed equa, dove non prevalgano gli egoismi e gli interessi di
parte. E nello stesso tempo siamo chiamati a vigilare sul rispetto della
persona umana, sulla sua libertà, sulla tutela della sua inviolabile dignità.
Ecco la missione di attuare la dottrina sociale della Chiesa.
Cari
amici, nel portare avanti questi valori e questo stile di vita – lo sappiamo –
si va spesso controcorrente, ma – ricordiamolo sempre – non siamo soli. Dio si
è fatto vicino a noi. Non a parole, ma con la sua presenza: in Gesù Dio si è
incarnato. E con Gesù, fattosi nostro fratello, riconosciamo in ogni uomo un
fratello, in ogni donna una sorella. Animati da questa comunione universale,
come comunità credente possiamo collaborare senza paura con ciascuno per il
bene di tutti: senza chiusure, senza visioni escludenti, senza pregiudizi. Come
cristiani siamo chiamati a un amore senza frontiere e senza limiti, segno e
testimonianza che si può andare oltre i muri degli egoismi e degli interessi
personali e nazionali; oltre il potere del denaro che spesso decide le cause
dei popoli; oltre gli steccati delle ideologie, che dividono e amplificano gli
odi; oltre ogni barriera storica e culturale e, soprattutto, oltre
l’indifferenza, quella cultura dell’indifferenza che, purtroppo, è quotidiana.
Possiamo essere fratelli tutti, e dunque possiamo e dobbiamo pensare e operare
come fratelli di tutti. Può sembrare un’utopia irrealizzabile.
Preferiamo invece credere che sia un sogno possibile, perché è lo stesso sogno
del Dio uno e trino. Con il suo aiuto è un sogno che può cominciare a
realizzarsi anche in questo mondo.
È dunque un grande compito quello della costruzione di un mondo più solidale, giusto ed equo. Per un credente non è qualcosa di pratico staccato dalla dottrina, ma è dare corpo alla fede, a lode di Dio, amante dell’uomo, amante della vita. Sì, cari fratelli e sorelle, il bene che fate ad ogni uomo sulla terra rallegra il cuore di Dio nei cieli. Continuate con coraggio il vostro cammino …. “
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